È sempre di grande interesse e insegnamento ascoltare la storia
delle persone, quando c'è data in dono questa possibilità e in esse
anche le diverse posizioni riguardo alla Fede: credenti,
agnostici, atei e altri ancora come la disponibilità ad imparare da
tutti.
E riguardo al rapporto con la Fede il riferimento a Gesù di
Nazareth e al suo Vangelo, uscendo da quella considerazione piuttosto
scontata e che può coprire tante incoerenze che cioè, questa società,
questo nostro paese, il mondo occidentale intero, è cristiano.
Rilevare le impronte visibili in tante persone, in aspetti
culturali ed artistici non dispensa infatti per nulla dall’interrogarsi
personalmente e come Chiesa su quale sia la profondità della
riferimento al Vangelo e il grado di fedeltà a seguirlo e ad attuarlo
nella vita o di infedeltà, di nominalismo: cioè dirsi cristiani e agire
in modo contrario.
Un esempio mondiale clamoroso al riguardo e il già presidente
Trump che giura sulla Bibbia, la ostenta, poi colpisce diritti umani,
disprezza le persone, distrugge la democrazia invita all'insurrezione
violenta.
A queste riflessioni ci sollecita anche il Vangelo di questa
domenica (Giovanni 1, 35-42), in esso si legge il racconto di come
alcuni uomini hanno iniziato a seguire Gesù.
Giovanni sta battezzando nel fiume Giordano attorniato da alcuni
suoi discepoli. Indica Gesù che passa e due di loro si mettono a
seguirlo. Gesù chiede loro che cosa cerchino, che cosa vogliano; i due
si fanno dare da lui indicazione di dove abiti e rimangono con lui il
resto della giornata. Il suo invito è stato: “Venite e vedrete”. Uno
dei due si si chiama Andrea ed è fratello di Simon Pietro che poi lo
accompagna da Gesù. Un racconto descrittivo, non la comunicazione di
una dottrina a cui questi uomini devono aderire e che devono imparare;
fondamentale invece la persona di Gesù, il rapporto con lui.
Due passaggi in particolare possono diventare significativi per
noi oggi. Il primo è la domanda di Gesù su che cosa vogliano, che cosa
cerchino. La fede non dovrebbe mai diventare dimensione ed esperienza
statica, legata a dogmi immutabili e a liturgie immodificabili. Chi si
dice Cristiano oggi cosa cerca in Gesù di Nazareth e nel suo Vangelo?
Chi è l'orientamento riguardo al senso ultimo della vita,
l'insegnamento da seguire per costruire un mondo di giustizia,
uguaglianza, pace, accoglienza, prossimità,giustizia, fratellanza?
Ritornano illuminanti le espressioni con cui il teologo Hans Kung
conclude il suo
straordinario libro sull'essere cristiani "Essere cristiani
seguendo Gesù Cristo nel mondo d'oggi per vivere, agire, soffrire e
morire in modo veramente umano: nella felicità e nella sventura, nella
vita e nella morte, sorretto da Dio e di aiuto per gli altri”.
L'altro passaggio è l'espressione di Gesù: “Venite e vedrete”.
Cercare di diventare, di essere cristiani non è un percorso dottrinale,
bensì esistenziale. Noi, personalmente, le comunità cristiane, dovremmo
poter dire a chi cerca: "Venite, vedete i segni che noi esprimiamo,
certo con i limiti e le infedeltà ma visibili nell'attuare con fedeltà,
il più possibile, il Vangelo di Gesù nella storia”.