DOMENICA 9 OTTOBRE 2011 Vangelo di Matteo 22,1-14
09/10/2011
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ALLA MENSA DI DIO NESSUNO E’ ESCLUSO
Vangelo di Matteo 22,1-14

Gesù ricominciò a parlare, servendosi di parabole. Disse a quelli che lo ascoltavano: «Il regno di dio è così. Un re preparò un grande banchetto per le nozze di suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati, ma quelli non volevano venire. Allora mandò altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo, i miei tori e animali ingrassati sono stati ammazzati; tutto è pronto. Venite alla festa!”. Ma gli invitati non si lasciarono convincere e andarono a curare i loro affari: alcuni nei campi, altri ai loro commerci. Altri ancora, presero i servi del re, li maltrattarono e li uccisero. Allora il re si sdegnò: mandò il suo esercito, fece morire quegli assassini e incendiò la loro città. Poi disse ai suoi servi: “Il banchetto è pronto, ma gli invitati non erano degni di venire. Perciò andate per le strade e invitate al banchetto tutti quelli che trovate. I servi uscirono nelle strade e radunarono tutti quelli che trovarono, buoni e cattivi: così la sala del banchetto fu piena”. I servi uscirono nelle strade e radunarono tutti quelli che trovarono, buoni e cattivi: così la sala del banchetto fu piena. Quando il re andò nella sala per veder gli invitati, vide un tale che non era vestito con l’abito di nozze. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza avere l’abito di nozze?”. Quello non rispose nulla. Allora il re ordinò ai servitori: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori, nelle tenebre. Là piangerà come un disperato”». Poi Gesù aggiunse: «Perché molti sono chiamati al regno di Dio, ma pochi vi sono ammessi».

L’esperienza della mensa, della tavola è fondamentale nell’esperienza umana di tutti, perché il cibo è indispensabile ed anche perché lo sono gli incontri umani, l’esigenza di accogliere, essere accolti, condividere.
Immediatamente, per drammatico contrasto, si evidenziano le situazioni in cui non c’è la tavola perché manca il cibo; ed altre in cui il cibo è così sovrabbondante da avanzare e da essere gettato via, fra i rifiuti.
Le prime riguardano l’80% dell’umanità; le seconde il 20%; e in queste si concentra l’80% del cibo sottratto, per meccanismi di ingiustizia, quindi derubato a gran  parte dell’umanità.
La parabola del Vangelo di questa domenica (Matteo 22,1-14) ci sollecita a comprendere il significato della tavola e del cibo nel Regno di Dio, cioè nella sua sensibilità, visione, progetto, esigenze. Si racconta di un re che ha preparato un grande banchetto per le nozze di suo figlio. Manda i suoi servi a chiamare gli invitati, ma quelli non vogliono venire. Li rimanda di nuovo a sollecitare la presenza, sottolineando che tutto è già stato predisposto per la partecipazione alla festa, “ma gli invitati non si lasciarono convincere e andarono a curare i loro affari: alcuni nei campi, altri ai loro commerci. Altri ancora, presero i servi del re, li maltrattarono e li uccisero.
Il re reagisce in modo violento: manda il suo esercito, fa morire quegli assassini e incendia la loro città. Le immagini di violenza non sono certo proprie del messaggio del Vangelo della nonviolenza attiva e della costruzione della pace e sono da intendere come parte del racconto che intende evidenziare l’importanza dell’invito e la gravità del rifiuto.
Il re invia nuovamente i suoi servi: “Il banchetto è pronto, ma gli invitati non erano degni di venire. Perciò andate per le strade e invitate al banchetto tutti quelli che trovate”. Così la sala del banchetto si riempie delle persone più diverse “buone e cattive”. Quando il re entra per vedere e salutare gli invitati, si accorge di uno che non è vestito con l’abito di nozze, che cioè non è disponibile a sedersi e a condividere la mensa con tutti gli altri; quando poi non risponde alla sua domanda, ordina ai suoi servitori di gettarlo fuori. Anche in questo passaggio la durezza delle immagini che contrastano con il messaggio del Vangelo è finalizzata a sottolineare l’importanza della situazione, l’esigenza della disponibilità all’incontro con gli altri e alla condivisione del cibo.
Quale il possibile messaggio?
Nel regno di Dio che è o dovrebbe essere qui tra noi, la mensa è sempre per tutti, senza esclusione di nessuno.
E’ la mensa a cui si siede con gli stessi diritti: bambini e anziani; giovani e adulti, uomini e donne; sani e ammalati, persone di colore, cultura, fede religiosa diversa; disabili; carcerati… Si condivide lo stesso pane, per cui si è compagne e compagni (cum-panis); è la mensa dell’invito e dell’accoglienza; della fatica e della gioia; del dolore e della festa, della sobrietà e semplicità! Concretizza ed esprime il cammino della libertà, della liberazione dalla pigrizia, dalla paura, dalla viltà; della uguaglianza nel riconoscimento dei diritti di ogni persona e comunità; della fraternità nell’incontro con le storie diverse. Sedersi alla tavola di Dio significa partecipare d parte di tutta l’umanità alle risorse della terra in relazione e armonia; ringraziare, prendere forza e speranza. La celebrazione dell’Eucarestia dovrebbe essere segno di questa sensibilità di questa scelta, di questo stile.

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