Un commento attualizzato del Vangelo che provoca ad una riflessione sull’avere, sul possedere, sul denaro porta direttamente a considerare la grave crisi in cui versa la nostra società, dentro a quella mondiale; soprattutto a partecipare al dramma della mancanza di lavoro, a cominciare dalla percentuale da sgomento del 40% dei giovani senza prospettive; e insieme alla chiusura delle fabbriche, ai licenziamenti, alla condizione di crescente povertà.
Pare proprio trattarsi della crisi del sistema capitalista, di una concezione e attuazione quantitativa e materialistica dello sviluppo e del progresso, del benessere di una società verificato in base al PIL, non al benessere qualitativo della vita e delle relazioni che metta insieme gli aspetti materiali e quelli umani, culturali, etici, spirituali, relazionali fra le persone e con tutti gli esseri viventi, con l’intero ambiente vitale.
Il Vangelo di questa domenica (Matteo 6,24-34) dichiara in modo netto e inequivocabile che nella vita “nessuno può servire due padroni: perché, o amerà l’uno e odierà l’altro; oppure preferirà il primo e disprezzerà il secondo. Non potete servire Dio e i soldi”. Se Dio è il riferimento fondamentale della vita non possono esserlo i soldi, perché nel caso prendono il posto di Dio, diventano un idolo, un assoluto sul cui altare si immolano tutto e tutti: la coscienza, il cuore, la sensibilità, le persone, le relazioni.
La rincorsa ossessiva all’accumulo del denaro coinvolge le situazioni più terribili e disumane: l’illegalità, le diverse forme di corruzione e di organizzazioni mafiose e criminali, la produzione e il commercio delle armi e delle droghe; il traffico degli esseri umani, delle donne in particolare costrette alla prostituzione; l’illusione del guadagno con il gioco, con conseguenze di dipendenza e di devastazioni economiche e umane. Per l’accumulo del denaro si umilia, si ricatta, si uccide; si distrugge, si devasta, si inquina l’ambiente…
Il riferimento a Dio e la fede in lui portano a valutare il denaro come un mezzo, non come il fine della vita, delle attività umane, dell’organizzazione della società; la Chiesa formata da noi tutti, dovrebbe essere annuncio e segno di questa libertà dal denaro e dal potere, essere la Chiesa povera e dei poveri, dandone esempi visibili.
I passaggi successivi del Vangelo potrebbero risultare “irritanti” per chi vive la preoccupazione e anche l’angoscia di una condizione insostenibile.
L’ossessione dell’accaparramento del mangiare e del bere porta a disuguaglianze. L’invito a guardare gli uccelli del cielo leggeri e liberi, non è per una fuga dalle responsabilità storiche, ma ad assumerle con sapienza interiore insieme alle competenze necessarie; e così l’invito a guardare la bellezza dei fiori dei campi, ineguagliabile anche dai sarti più famosi. “Voi cercate il Regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto vi sarà dato in più”. E la volontà di Dio è la giustizia per tutti i suoi figli e le sue figlie.