DOMENICA 13 APRILE 2014 Vangelo di Matteo 27, 45-56
13/04/2014
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DOMENICA 13 APRILE 2014
Delle Palme o degli ulivi
GESU’: PASSIONE E MORTE 
PER LA GIUSTIZIA E LA PACE
Vangelo di Matteo 27, 45-56

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la regione, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre Gesù gridò molto forte: “Elì, EIì, lemà sabactàni”, che significa “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Alcuni presenti non capirono bene queste parole e dissero: “Chiama il profeta Elia!”.
Subito, uno di loro corse a prendere una spugna, la bagnò nell'aceto, la fissò in cima a una canna e la diede a Gesù per farlo bere. Ma gli altri dissero: “Aspetta! Vediamo se viene Elia a salvarlo!”.
Ma Gesù gridò ancora, forte, e poi morì.
Allora il grande velo appeso nel tempio si squarciò in due, da cima a fondo. La terra tremò; le rocce si spaccarono, 1e tombe si aprirono e molti credenti tornarono in vita.
Usciti dalle tombe dopo la risurrezione di Gesù, entrarono a Gerusalemme e molti li videro.
L'ufficiale romano e gli altri soldati che con lui facevano la guardia a Gesù si accorsero del terremoto e di tutto quel che accadeva. Pieni di spavento, essi dissero: “Quest'uomo era davvero il Figlio di Dio!”.
Si trovavano là anche molte donne, che guardavano da lontano. Erano quelle che avevano seguito e aiutato Gesù fin da quando era in Galilea. Tra le altre, c'erano Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.

Meditiamo sulle passioni dolorose delle persone, dai bambini agli anziani, dagli uomini alle donne e sulla passione di Gesù di  Nazaret. Perché è stato arrestato, processato in modo farsesco, torturato in modo impressionante e ucciso con il supplizio della croce?
Perché se ha percorso i villaggi  e incontrato le persone; se ha annunciato che Dio è vicino, presente; se ha ascoltato, confortato, guarito; se ha abbattuto tutti i muri di separazione e discriminazione? Qual è il motivo di fondo? E’ la presentazione nella sua persona, nelle sue parole, nei suoi gesti di un dio diverso, alternativo al Dio della religione del tempio e della sinagoga, chiuso nell’ortodossia dottrinale; nell’osservanza ossessiva delle leggi anteposte alla storia delle persone; venerato nel culto dei sacrifici del tempio gestiti dalla classe sacerdotale; un Dio che premia e castiga, che garantisce l’ordine esistente, un ordine apparente che copre ingiustizie, discriminazioni e violenze, soprattutto nei confronti dei poveri, dei deboli, degli orfani, delle vedove, degli ammalati, degli scomunicati, degli stranieri. Il Dio umanissimo di Gesù di Nazaret, il Dio della vicinanza, della compassione, del perdono; il Dio che insegna ad accogliere e perdonare, che entra a Gerusalemme su un puledro d’asina per annunciare la pace, viene avvertito come sovversivo dalle classi dirigenti, in modo particolare da quella sacerdotale con il supporto dei notabili dell’ordinamento dottrinale e legislativo, con il supporto politico e militare locale e di quello dell’impero romano, la potenza occupante.
Gesù ha manifestato la presenza e l’amore incondizionato di Dio  e per questo è stato considerato come insopportabile; quell’amore infatti rimette continuamente in discussione ogni persona, ogni comportamento, ogni organizzazione sociale, politica e religiosa perché verifica la disponibilità a donare, a farsi prossimi, a contribuire ad una umanità più umana, quella che Dio desidera.
Gesù condivide in tutto la nostra condizione umana; nel dibattito interiore è angosciato nel Getsemani e chiede al Padre se sia proprio necessario seguire quella strada, fra senso del fallimento e  paura della sofferenza; appeso al legno della croce, morente chiede al Padre se davvero esiste, se c’è, se ha l’ha abbandonato; e dall’abisso dell’angoscia si affida radicalmente a  lui. Dov’è il Dio onnipotente? Dio si manifesta in Gesù crocifisso sulla croce, vittima fra le vittime, fra le persone e i popoli crocifissi di sempre; la sua croce è eretta fra le nostre innumerevoli croci; così Dio ci è vicino e condivide pienamente la nostra condizione umana; da quella croce ci dice che l’amore incondizionato può portare a dare la vita per gli altri; che l’amore è più forte del male e della morte; che l’amore semina nella storia umana i semi buoni di una umanità di giustizia, di accoglienza, di pace; che l’amore svela e denuncia il male e propone le strade e la pratica del bene; che su queste strade il Dio di Gesù ci precede, ci accompagna e ci sostiene.

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