Il Vangelo entra continuamente in profondità nella vita e nella storia. Don Luigi Ciotti è fondatore del gruppo Abele che quest’anno compie 50 anni di presenza e di impegno condividendo la condizione degli ultimi; è presidente di Libera l’Associazione che raccoglie 1600 associazioni che con le loro diversità apportano il loro importante contributo alla lotta contro la mentalità e le pratiche mafiose.
Nel suo appassionato intervento nel 23^ Convegno promosso dal Centro Balducci e da Libera nei giorni 24-27 settembre scorso ha, fra l’altro, motivato il riferimento della sua vita al Vangelo e alla Costituzione per saldare continuamente terra e cielo, spiritualità e incarnazione nella storia.
Ha detto che il messaggio del Vangelo sollecita alla dimensione politica, nel senso dell’impegno per il bene comune e che nella Costituzione si trovano i suggerimenti del Vangelo che riguardano alla dignità di ogni persona, alla giustizia, alla pace, alla fratellanza.
Queste due dimensioni così imprescindibili vengono riproposte anche nel Vangelo di questa domenica (Vangelo di Marco 10,17-31). Gesù incontra un tale che gli pone la domanda su quale strada seguire “per ottenere la vita eterna”, cioè per trovare il senso profondo della vita che continua anche dopo la morte. Nella sua risposta Gesù gli indica la strada di un’etica responsabile, quella proposta dalle grandi parole (comandamenti) della tradizione religiosa più profonda.
Il giovane dice di avere seguito fino da piccole queste indicazioni.
E Gesù, guardandolo con grande simpatia, gli dice: “Ti manca soltanto una cosa: vai a vendere tutto quello che possiedi e i soldi che ricavi dalli ai poveri. Allora avrai un tesoro in cielo. Poi vieni e seguimi!” Il giovane si trova a disagio e si allontana triste perché è molto ricco.
L’incontro fra Gesù e quest’uomo rivela una situazione diffusa nella storia di sempre: si può essere religiosi esteriormente, anche osservanti di un comportamento corretto, ma questo può coprire il riferimento profondo della propria vita diverso in questo caso alla grande ricchezza.
Di seguito si sviluppa un dialogo fra Gesù e i suoi discepoli nel quale il Maestro afferma che è molto difficile per un ricco entrare nel regno di Dio, cioè condividere la prospettiva della vita come Dio ci propone. E’ più facile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago… Di fronte al loro stupore afferma che “quello che per gli uomini è una cosa impossibile, per Dio non lo è, perché a lui tutto è possibile”. Una fede autentica conduce sulla strada della giustizia, della sobrietà, della condivisione.
Papa Francesco continua a sorprenderci e incoraggiarci con il suo insegnamento e con i segni che lo confermano e lo rendono credibile. Nel suo straordinario discorso all’ONU del 25 settembre scorso ha riproposto l’alternativa chiara alla logica della massimizzazione della ricchezza, di una finanza impazzita, di un’economia malata, dei gruppi di potere e di dominio dei privilegi inaccettabili. Terra, casa, lavoro: questo è il “minimo assoluto” che deve essere assicurato a tutti; lui aveva già condiviso questo impegno nell’incontro mondiale con i rappresentanti dei movimenti popolari, nell’ottobre 2014 in Vaticano e il 9 luglio scorso a Santa Cruz in Bolivia. Terra, casa, lavoro sono diritti sacri. Il grido dei poveri e il grido della terra colpita e sfruttata sono un unico grido a cui siamo chiamati a dare una risposta di cuore, di intelligenza, d’azione.