L'esperienza della Pentecoste è una esigenza permanente per liberarsi da pregiudizi, indifferenze, chiusure, muri, fili spinati, è l'esperienza dello "Spirito di verità", come ci comunica il Vangelo di questa domenica (Vangelo di Giovanni 14,15-26).
Tre racconti della Bibbia possono favorire la nostra comprensione sia sul rifiuto dello Spirito di verità, sia sulla sua presenza e azione e sulle conseguenze positive.
L'uomo e la donna originali rompono l'armonia e la comunicazione fra loro e con Dio perché pretendono di diventare come lui, la violenza fratricida entra nella storia per motivi di competizione, di volontà di supremazia: per questo Caino uccide suo fratello Abele. Un gruppo di uomini conquista il potere su una città e assume un dominio ed un controllo totali; le persone vivono nella paura; gran parte è succube, una minoranza si oppone; ci sono i resistenti, i collaborazionisti, i delatori, coloro che comunque cercano qualche vantaggio. Che il potere di questo gruppo pretenda di essere assoluto lo si può dedurre anche dalla torre altissima fatta da loro costruire con mattoni essiccati al sole: una sfida a qualsiasi riferimento nell’ulteriorità, anzi una sua negazione.
La conseguenza è la "Babele delle lingue": quando infatti manca un progetto comune a cui ciascuno può contribuire con la propria diversità si sperimenta l'incomprensione che prima di essere linguistica segna negativamente le relazioni perché costruisce indifferenza, competizione, separazione, esclusione.
Al potere non sta a cuore il bene comune ma unicamente il proprio vantaggio e questo divide, non unisce le persone. L'esperienza della Pentecoste, dello Spirito di Dio nella prima comunità cristiana è narrata dagli Atti degli Apostoli. A Gerusalemme sono presenti persone di diversa provenienza, cultura, spiritualità, lingua. Tutte riescono a comprendere l'annuncio del Vangelo da parte degli Apostoli; non si tratta di una impossibile conoscenza di lingue diverse, bensì della sintonia profonda del cuore, della coscienza e della mente sulle dimensioni fondamentali della vita, prima di tutte quella dell'amore.
C'è infatti un linguaggio che precede quello verbale ed è quello della autentica umanità: un gesto di vicinanza, di accoglienza, di aiuto è comprensibile in ogni luogo del pianeta.
L'indispensabile esperienza dello Spirito di verità diventa liberazione da localismi settarismi, da presunzione di superiorità, dalla uniformità, dal conformismo, da identità, culture, fedi religiose chiuse e diventa sostegno all'apertura, all'incontro, al dialogo, all'arricchimento nella reciprocità, all'attenzione alle diversità e alle loro ricchezze.
Viviamo un tempo storico nel quale stiamo sperimentando le fatiche e le ricchezze della convivenza tra diversità, esperienze positive di accoglienza e muri e fili spinati di rifiuto, avvicinabili alla torre di Babele.
Lo Spirito di verità ci educa costantemente l'attenzione ad ogni persona, comunità e Popolo, a quello che esprimono; la verifica per tutti è che le diverse manifestazioni umane, culturali e religiose tendano a costruire il bene comune, l'umanità in cui ciascuno si senta accolto è significativo.