La laicità è dimensione fondamentale della vita e della storia, l'autentica laicità che non ha nulla a che vedere con il laicismo, è garanzia di fede autentica e la fede autentica è garanzia di laicità. Questa comune condizione umana ci sollecita a riconoscere l'uguale dignità di ogni persona come valore intrinseco e costitutivo, non attribuito per concessione da qualcuno, in modo estrinseco, nello stesso tempo, vincola ad una etica irrinunciabile e vincolante su questioni di fondo: il diritto alla vita, al cibo, all'istruzione, alla terra, al lavoro, ad una sicurezza condivisa. Il pensiero, la scienza, la tecnologia hanno avuto ed hanno una importanza straordinaria, a patto che accettino la verifica dell'etica per sfuggire alla tentazione di onnipotenza e di azioni svincolate dall’impegno per il bene comune.
Nel nostro mondo il processo di secolarizzazione si può considerare positivo per aver liberato da preventive ipoteche religiose di chiusura e affermato la libertà e la responsabilità delle persone e delle realtà del mondo; negativo per la presunzione di superiorità, per l'irrisione della dimensione spirituale, per la cancellazione del riferimento al Mistero come ambito di accoglienza della complessità, della globalità e dell' ulteriorità.
Il Mistero chiede silenzio, attenzione, interiorità profondi, non è una dimensione sconosciuta a cui possono accedere alcuni per spiccate doti di intelligenza e di indagine, escludendo tanti altri che non potrebbero usufruire di queste possibilità. È dimensione che riguarda tutti nelle situazioni più importanti nella vita.
Qualche indicazione: il mistero dell'amore; quella della nascita di un figlio; il mistero dei cieli: del sole e della luna, delle stelle, delle acque, delle piante, degli animali; il mistero della vita nelle espressioni più piccole e delicate e della potenza della natura che anche colpisce e impaurisce. Il mistero del rapporto di interdipendenza e di connessione di tutti i viventi. Il mistero dell'anima e della mente umana che si esprimono in modo inatteso e sorprendente sia nel bene, nella dedizione gratuita, nella fedeltà e perseveranza ammirevoli, sia nel male, nell'aggressività, nella violenza più subdola e più terribile; il mistero della morte nella concretezza in cui si attua e nel dolore che suscita. Il mistero del dopo morte: una fine chiusa o l'apertura alla possibilità della vita che continua oltre la morte fisica, nel mistero di Dio?
Nell'ambito di questa riflessione si può collocare il Vangelo di questa domenica, quarta di Avvento (Matteo 1,18-24).
Si racconta della nascita misteriosa e straordinaria di Gesù e del vissuto di Giuseppe, fidanzato di Maria attraversato da incertezze e dubbi e dalla decisione di interrompere il rapporto con lei, escludendo però anche la minima evidenza pubblica. Il Vangelo racconta dell'esperienza dell'apparizione in sogno di un angelo che lo esorta a superare le titubanze e le paure a continuare a stare accanto a Maria, a vivere con lei; così desidera quel Dio che è all'origine di questa nascita.
Si potrebbe dire che il mistero di Dio che rende possibile l'incarnazione di Gesù nella storia si rende presente nell'amore che unisce Giuseppe a Maria. In fondo Giuseppe resta con Maria per amore. E è il Mistero e la concretezza dell'amore che salvano e rendono vive le relazioni e le situazioni della storia.