DOMENICA 25 Giugno 2017 Vangelo Matteo 10, 26-33
25/06/2017

DOMENICA 25 GIUGNO 2017
Come la fede può sostenere nelle paure
Vangelo di Matteo 10, 26-33

Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

Le paure sono una esperienza ed un vissuto che noi tutti conosciamo. Ci pare di capire che alcune paure sono parte della struttura della nostra esistenza: quella primordiale e continua che può emergere in noi dalla nascita alla morte è di non essere accolti, amati, considerati, di risultare insignificanti agli altri con il pericolo che a poco a poco questo possa diventare anche per se stessi. A questa pare strettamente legata la paura della morte, di recidere e annullare le relazioni così decisive nella nostra vita, di scomparire nel nulla, nel vuoto, dell'insignificanza.
Ci abitano altre paure: quella di ammalarsi, di essere inadeguati, di non essere apprezzati e stimati, di non valere, di non contare.
E possono essere certamente forti le paure per i nostri cari, i nostri amici: che si ammalino, che soffrano, che incontrino avversità e tribolazioni dolorose. Sullo stesso piano amplificato si possono vivere le paure per le situazioni di povertà, di oppressione, violenza, schiavitù; le paure delle guerre; delle diverse forme di terrorismo; dell'umanità che si comporta in modo disumano: che discrimina, colpisce, allontana, abbandona. 
E ancora paura che la terra e tutti gli esseri viventi continuino a subire violenza, sfruttamento, inquinamento, morte. Ci sono ancora paure favorite, anche determinate, dalla situazione sociale, culturale e religiosa.            La società in cui viviamo favorisce le paure per la concomitanza di alcune situazioni: una incertezza diffusa anche a motivo di profondi e accelerati cambiamenti avvenuti e in atto: sul piano dei riferimenti etici e religiosi, su quello politico che nella crisi attuale non conferma, come ieri, il senso di appartenenza ad una parte, ad un partito, si pensi riguardo all'etica in particolare sull'inizio e il fine vita, sull'amore, la famiglia e diversi legami di amore; per quanto riguarda la dimensione religiosa la convivenza di diverse fedi religiose può creare alcune incertezze e paure.
 Una paura forte è data dalla mancanza di lavoro, soprattutto per i giovani, dall'incertezza per il presente e per il futuro; è la condizione di povertà assoluta di 5 milioni di italiani. In questo contesto di incertezze e paure il fenomeno dei migranti le amplifica per la presenza dell'altro diverso e sconosciuto; per la vastità e la continuità dei flussi percepite però ben oltre la realtà a causa di un'informazione tendenziosa e delle strumentalità politiche a cui le paure giovano per cui vengono amplificate e poi usate elettoralmente, senza esprimere nessun contributo significativo alla soluzione dei problemi irrisolti. 
Si diffonde così un'emotività irrazionale e le paure diffuse determinano chiusure, diffidenze e sospetti; favoriscono atteggiamenti difensivi e aggressivi, inducono a percepire l'altro come competitore, avversario, nemico. 
Nel Vangelo di questa domenica (Matteo 10,26-33) Gesù esorta non avere paura “di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l'anima”…, che Dio, nostro Padre conosce anche il numero dei nostri capelli… che noi valiamo più di due passeri che vengono venduti ad un soldo ma dei quali Dio conosce la sorte… .
Due esempi molto semplici dell'ambiente in cui Gesù parla per esortare alla confidenza, alla fiducia, all'affidamento a Dio, con l'attenzione al nostro essere interiore, a chi siamo veramente nella profondità del nostro animo. In fondo si tratta soprattutto di non avere paura delle nostre paure, di non lasciarsi da esse ossessionare e sottomettere ma invece di riuscire a convivere con le paure, a cercare di capire motivazioni e dinamiche, a provare a liberarsene, senza entrare in quel corto circuito che ci rende prigionieri, con decisione e insieme con pazienza continua, con il sostegno di incontri con persone ed esperienze positive. 
La fede nel Dio di Gesù non tiene lontano da noi le paure, non ci libera da esse in modo automatico e miracolistico: la confidenza , la fiducia, l’abbandono in Lui può contribuire alla pacatezza e al rasserenamento interiori, perché in fondo la fede è questa fiducia di essere accolti da Lui in ogni situazione e condizione della nostra vita.


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