Noi tutti possiamo raccontare esperienze di tras-figurazione, nelle quali cioè siamo andati oltre la figura conosciuta, anche se così spesso con approssimazione.
Esperienze positive di amore profondo, di amicizia sincera, di dedizione gratuita sperimentate che portano anche l’espressione degli occhi, la comunicazione del volto a un cambiamento, a diventare più luminose ed espressive.
Sguardo e volto possono esprimere anche dolore, tristezza profonda dell’animo, angoscia, e per questi vissuti mutare nella “figura”.
La donna in attesa di un figlio si trasfigura rispetto a prima; una malattia devastante e distruttiva modifica in modo evidente la figura di una persona.
Avviene che una persona in modo inatteso si dimostri diversa nel praticare il bene; al contrario in modo negativo si dimostri diversa da prima nel compiere il male; si considerino i numerosi fatti di violenza fino ad uccidere i familiari, le persone care, le donne a cui prima si è dichiarato amore, ma quale amore?
La complessità del cuore e della psiche umana portano dunque a trasfigurazioni nel bene e nel male, anche inattese, sorprendenti e sconvolgenti.
Anche la terra e tutte le espressioni della vita si trasfigurano, modificano cioè le loro figure conosciute; questo avviene soprattutto per due motivi: le sorprendenti trasformazioni ed espressioni della vita per le dinamiche intrinseche alla vita stessa e purtroppo a causa della spregiudicatezza, della violenza, della volontà di dominio e sfruttamento dell’uomo.
Si avverte l’esigenza profonda di trasfigurazioni positive: di esperienze di giustizia, pace, accoglienza, delle persone di ogni condizione esistenziale, custodia della terra e di tutte le espressioni di vita.
Nessuno vorrebbe più vedere le città distrutte dalle guerre, le persone uccide e ferite; ed ugualmente i morti in mare e ancore le persone maltrattate perché deboli, disabili, anziane, straniere, carcerate, nomadi.
Si avverte l’esigenza profonda di trasfigurazioni positive del nostro sentire profondo, dei nostri sentimenti, dei nostri pensieri del cuore, delle nostre relazioni con gli altri.
Il Vangelo di questa domenica (Matteo 17,1-9) ci racconta l’esperienza della trasfigurazione di Gesù che i tre discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni hanno vissuto del monte. La luce intensa, la nube segno della presenza di dio, la voce dal cielo indica in Lui il Figlio da ascoltare, sono segni che indicano l’esperienza sorprendente di Dio. I tre discepoli intuiscono in modo più profondo che è veramente quel Gesù di cui giorno dopo giorno ascoltano le parole, osservano i gesti negli incontri con le persone. Probabilmente non si tratta solo di percepire con maggior profondità ma insieme di essere coinvolti dalla sua straordinaria umanità che rivela una dimensione di ulteriorità, di riferimento al divino: per seguirlo nella disponibilità a vivere come lui vive: totalmente per gli altri.
La memoria della trasfigurazione coincide oggi, 6 agosto, con quella terrificante delle migliaia di vittime di Hiroshima: 70.000 nei primi 5 minuti, 140mila entro il dicembre di quell’anno e tre giorni dopo di altre decine di migliaia a Nagasaki e decine di migliaia a lungo negli anni successivi.
La trasfigurazione più terribile e devastante nella storia dell’umanità: per alcune persone la trasfigurazione è consistita nello sparire completamente, lasciando solo un’ombra là dove si trovavano. Delirio di onnipotenza distruttiva dell’uomo. La forza dell’amore si pone come alternativa a operare trasfigurazioni di vita.
Domenica 6 AGOSTO: Unica celebrazione dell’Eucarestia alle ore 9.30 (così sarà per i mesi di luglio e agosto; le due celebrazioni riprenderanno domenica 3 settembre).