Un’altra parabola di Gesù di Nazaret per aiutarci a percepire la realtà del Regno di Dio”, cioè del progetto di Dio per l’umanità che lui è venuto ad annunciare e ad iniziare e a proporci di coinvolgerci per la sua realizzazione.
Per descrivere questa realtà le indicazioni che emergono con forza riguardano la giustizia, la nonviolenza attiva e la costruzione della pace, l’accoglienza di ogni altro diverso, il perdono, la fratellanza, l’autentica solidarietà, il rapporto di custodia, premura e cura nei confronti di tutti gli esseri viventi: persone, piante, animali, acqua, aria, ogni espressione di vita.
Siamo chiamati a far parte di questo progetto e a collaborarvi con disponibilità, dedizione e impegno, con pazienza attiva e perseveranza.
Per questo ci è richiesto di scegliere e di partecipare.
La parabola descrive una delle situazioni dell’esperienza umana più presente e significativa: quella del sedersi insieme a mensa per condividere il cibo a conferma di una sintonia di motivazioni, finalità, impegni.
Un re prepara un grande pranzo per le nozze di suo figlio e poi manda i suoi servi a chiamare gli invitati, ma quelli non vogliono venire. Manda altri a rinnovare l’invito, evidenziando lo sforzo organizzativo per una preparazione adeguata alla festa. La razione di rifiuto permane con l’alibi di altri impegni e altre preoccupazioni, in modo incredibile poi alcuni maltrattano questi messaggeri fino ad ucciderli.
L’attualità del messaggio è immediata: di fronte all’invito di Gesù di Nazaret di collaborare a costruire un’umanità fraterna ci sono coloro che mostrano indifferenza, perplessità e rifiuto e anche, come è avvenuto tante volte nella storia, contrasto, esclusione, isolamento, uccisione degli annunciatori, profeti e testimoni, coerenti costruttori di questa nuova umanità.
Il re assume un atteggiamento severo; giudica indegni coloro che hanno espresso il rifiuto.
E anche per ribadire che nel progetto della nuova umanità nessuno deve essere escluso manda i suoi messaggeri per le strade a invitare tutti quelli che incontrano, senza alcun pregiudizio, alcuna scelta preventiva, o peggio esclusione. Così la sala del banchetto festoso si è riempita. Il re entra per salutare e si accorge che uno dei presenti non ha l’abito nunziale: cioè non è disponibile a stare assieme agli altri in modo cordiale e collaborativo e lo fa allontanare, a ribadir l’importanza fondamentale della disponibilità a condividere il cibo con amicizia e fraternità.
La più grande tragica smentita di questa convivialità planetaria è che il 20% della popolazione del mondo consuma l’80% delle possibilità di vita e che per questo milioni di persone ogni anno, a cominciare dai bambini muoiono per fame.
E ancora una terribile smentita di questa convivialità planetaria è costituita da tutte le discriminazioni e le emarginazioni di persone per le loro diversità: di provenienza, di cultura, di fede religiosa, di sesso, di condizione esistenziale come i disabili, i sofferenti nella psiche, i carcerati. C’è veramente disponibilità con evidenza per coloro che celebrano l’Eucarestia che è il momento conviviale con Gesù di Nazaret a condividere la mensa con tutte le persone senza differenze, pregiudizi, rifiuti?