DOMENICA 20 Maggio 2018 Vangelo Giovanni 15,26-27; 16,12-15
20/05/2018

DOMENICA 20 MAGGIO 2018
LO SPIRITO DI DIO SUSCITA LIBERTÀ E DIVERSITÀ
Vangelo di Giovanni 15,26-27;16,12-15

Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà..

Le esperienze spirituali autentiche sono parte intima della storia, non fuga, non evasione da essa. Nello stesso tempo non sono determinate dalla storia, prigioniere delle sue situazioni contingenti: esprimono infatti quell’ulteriorità a cui ispirarsi, a cui attingere luce e forza interiore in una considerazione globale dell’essere umano, con la unicità e l’irriducibilità di ogni persona. 
Queste considerazioni riguardano quindi anche la memoria e l’attualità dell’esperienza dello Spirito con riferimento alla Pentecoste che oggi si celebra nelle comunità cristiane. (Vangelo di Giovanni 15,26-27;16,12-15).
Le narrazioni della Bibbia esprimono dimensioni antropologiche ed esperienze storiche che riconosciamo nella nostra realtà. 
Il libro della Genesi racconta le fasi iniziali dell’umanità, l’equilibrio originario, la storia di una donna e di un uomo Adamo ed Eva, rappresentanti delle nostre esperienze umane. L’armonia fra loro, con Dio e con tutti gli esseri viventi si rompe quando emerge la bramosia dell’onnipotenza. La domanda di Dio ad Abramo: “Dove sei?” è rivolta anche a noi e si riferisce alla nostra posizione e direzione nella storia. La logica della competizione e dell’avversione fino a considerare l’altro un nemico porta Caino a uccidere suo fratello Abele.
La bramosia dell’onnipotenza e l’avversione colpiscono dunque la diversità dell’altro fino alla sua eliminazione. Quando un gruppo di concentrazione dei poteri, oggi diremmo un gruppo di multinazionali spregiudicate, si stabilizza nella città di riferimento di un immenso territorio impone il suo dominio economico e di pensiero unico; cancella ogni traccia di spiritualità e fa intendere che non c’è alcun riferimento al di sopra di sé. Nel racconto della Bibbia questo viene rappresentato da una torre di mattoni altissima elevata verso il cielo fino al massimo delle possibilità: la torre di Babele.
Le conseguenze sono la omologazione culturale e in essa la ricerca individualista o di gruppo di occasioni, possibilità, vantaggi da sfruttare per sé stessi con la perdita di ogni sensibilità per un progetto comune, di ogni preoccupazione per il bene di tutti dove ciascuna persona sia riconosciuta, rispettata, sostenuta.
La conseguenza è l’incomunicabilità, la Babele delle lingue. 
Lo Spirito di Dio presente nell’esperienza della Pentecoste e nelle diverse Pentecosti attuali è totalmente alternativo: valorizza e anima le qualità diverse di ciascuna persona e comunità da esprimere reciprocamente come arricchimento reciproco. 
L’esperienza storica di oggi fa emergere un’urgenza particolare dello Spirito…
Siamo in rapporto diretto, quotidiano, con le diversità di persone che provengono da diversi luoghi del Pianeta quasi sempre per necessità drammatiche, di culture e fedi religiose diverse.
L’appartenenza alle comunità locali non può diventare localismo; essere in questa parte del Pianeta non significa ribadire un’affermazione grossolana e disumana: “prima noi e dopo gli altri”, dato che tutti siamo ugualmente parti dell’unica famiglia umana. 
Lo Spirito di Dio sollecita ad esprimere le diversità di cultura e di fede religiosa per l’arricchimento comune; è la prospettiva dell’uomo planetario che padre Ernesto Balducci già diversi anni fa ha delineato in modo ammirevole. 
Fra l’altro del “prima noi e dopo gli altri” il nostro mondo occidentale è stato nella storia prepotente protagonista con colonialismi, oppressioni, guerre, sfruttamenti di diverso genere.
L’esperienza dello Spirito nella Chiesa dovrebbe favorire le diversità di presenze, di pensiero, di liturgie, perché ogni timore e ogni freno delle diversità è contrario allo Spirito che continuamente suscita libertà, reciprocità e responsabilità.


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