Padre Ernesto Balducci così si è espresso: “I profeti minacciano le false ideologie, le false teologie, le istituzioni tese a difendere il proprio prestigio; questo perché sono amici dell’uomo e non hanno patria che non sia l’uomo e non hanno passione che non sia quella per l’uomo che è privato dai suoi diritti. L’amore da cui nasce questa profezia di verità, denuncia, annuncio, prospettiva divide continuamente”.
Il Vangelo di questa domenica (Luca 12,49-53) propone proprio questi contenuti e questa prospettiva: “Pensate che io sia venuto a portare pace fra gli uomini? No, ve lo assicuro, non la pace, ma la divisione”.
Non c’è quindi pace vera senza tensioni e lacerazioni; la pace che si concepisce come apparenza, formalità, copertura delle diversità e delle tensioni; che si confonde con uno star in pace chiuso, indifferente, localista e privilegiato, con un irenismo fasullo, non è pace autentica perché falsifica la realtà. Gesù per eccellenza è il maestro, il promotore e il costruttore di pace: smaschera le ipocrisie e le falsità, accoglie le persone, abbatte i muri di discriminazione ed esclusione, propone la liberazione dell’inimicizia; proclama beati i non violenti e i costruttori di pace riconoscendoli figli di Dio.
Questa prospettiva chiede decisioni che provocano contrasti e divisioni.
Costruiscono la pace coloro che accettano il capitalismo, il sistema strutturalmente ingiusto di questo mondo che impoverisce, affama, opprime, umilia la dignità delle persone e dei popoli interi o coloro che invece denunciano questa situazione, diffondono sensibilità e cultura alternative, sperimentano esperienze di economia di vita, pongono segni positivi nel cammino del difficile cambiamento?
Costruiscono la pace coloro che ritengono che per raggiungerla e garantirla siano necessarie le armi, anche quelle atomiche, i cacciabombardieri, le basi che li custodiscono? O coloro che cercano di vivere la non violenza attiva e si impegnano nella costruzione della pace nelle varie situazioni e nei diversi ambiti, sollecitando le istituzioni e la politica a farsene carico, perché la pace è la grande questione dell’umanità?
Costruiscono la pace coloro che con colpevole indifferenza continuano a distruggere l’ambiente, la casa comune, a sfruttare, a inquinare, a favorire l’innalzamento della temperatura o coloro che, e i giovani sono d’esempio, sollecitano l’urgenza di una sensibilità radicalmente nuova e di realtà e comportamenti conseguenti?
Costruiscono la pace coloro che diffondono inimicizia, disprezzo nei confronti delle persone diverse, xenofobia e razzismo nei confronti dei migranti o coloro che si impegnano a diffondere e a praticare concretamente esperienze d’accoglienza?
Nessuna divisione manichea; il Vangelo è inequivocabile nella sua proposta.
A ciascuna e ciascuno di noi la sua scelta.