Un tale chiede a Gesù se “sono pochi quelli che si salvano”, cioè che trovano quel significato profondo della vita che orienta, sollecita atteggiamenti e decisioni in sintonia con il progetto di Dio sull’umanità che corrisponde a giustizia, uguaglianza, libertà, verità, accoglienza, fratellanza, pace; che traduce nella storia quella spiritualità autentica che non è separata dalla vita.
Gesù risponde indicando una porta stretta da attraversare come scelta di fondo, non adattandosi alla strada larga percorsa da tanti con conformismo, fatalismo e superficialità.
Per esemplificare indica l’atteggiamento di un signore che a una certa ora chiude la porta di casa, dopo che una parte delle persone invitate sono entrate; chi arriva dopo resta fuori e chiede con insistenza, battendo ripetutamente alla porta, di poter entrare. La risposta dall’interno: “Non vi conosco, di dove venite?”
La parabola allude al rapporto con Dio, all’incontro con Lui e al dialogo di verifica della nostra vita. Questa è la presentazione presuntuosa di queste persone: “Noi abbiamo mangiato e bevuto con te, e tu sei passato nei nostri villaggi parlando di Dio”.
Questa una possibile traduzione attuale: “Noi siamo cristiani, cattolici; siamo stati battezzati, abbiamo partecipato al catechismo, alla domenica frequentiamo la messa, anche se non sempre; creduto nelle radici cristiane, nella cultura e identità cattolica; l’abbiamo sempre difesa; non è mancato il nostro contributo all’organizzazione di qualche festa parrocchiale, né quello economico…; abbiamo difeso la famiglia e la vita dalla sua origine alla sua fine naturale…!”.
Questa la risposta: “Non vi conosco andate via da me, gente malvagia!”.
Attualizzando: siete sati presuntuosi e vi siete comodamente sentiti coperti da questa appartenenza; di fatto avete smentito il riferimento al Vangelo con la vostra condotta di vita: siete stati coinvolti dalla cupidigia, dalla bramosia dell’avere, vi siete lasciati corrompere dal consumismo e dall’apparenza; non siete stati attenti, accoglienti e solidali con le persone sessualmente diverse, povere, mendicanti, nomadi, carcerate; avete disprezzato i migranti acconsentendo all’avversione e all’inimicizia nei loro confronti; voi stessi vi siete espressi con parole contrarie all’insegnamento del Vangelo; vi siete coperti dell’ipocrisia di una adesione religiosa di facciata, ma di fatto avete tradito il messaggio del Vangelo”.
La voce di Dio dice ancora che “verranno molti dal nord e dal sud, dall’est e dall’ovest e parteciperanno tutti al banchetto nel regno di Dio”. Si percepisce la profonda sintonia con le parole del profeta Ernesto Balducci: “E’ venuto il tempo di dirci che il vero ecumenismo non è quello che mira alla riconciliazione dei credenti e con i credenti, è quello della riconciliazione dell’uomo con l’uomo. Da qui bisogna incominciare, qui si dovrà finire”.
E così il Vangelo conclude: “Alcuni di quelli che ora sono i primi finiranno agli ultimi posti”.
La verifica è tra umanità e disumanità.
I potenti e prepotenti di oggi privi di umanità sono già ultimi; coloro che invece esprimono umanità, accoglienza, dialogo, anche se minoranza, oggi considerati ultimi, sono in realtà i primi. Questo sarà pienamente rivelato. Ma già oggi è ben constatabile.