La seconda domenica di Avvento coincide oggi con la festa dell'Immacolata e ci dona la possibilità di riflettere su Maria di Nazareth, possibilmente al di là degli stereotipi scontati e dei devozionalismi troppo facili e staccati dalla realtà nei confronti della Madonna, termine abituale, ma a ben riflettere lontano dalla realtà di Maria perché derivante dal ceto sociale dalla ricchezza e nobiltà.
È importante chiamare Maria con il suo nome e con la sua provenienza, appunto Maria di Nazareth. È una povera e umile ragazza del Popolo, vive in un villaggio insignificante per le classi dominanti, anzi noto nella tradizione per la composizione ibrida e poco ortodossa della sua popolazione.
Il Vangelo (Luca 1,26-38) ci narra l'annunciazione, un evento così coinvolgente e significativo da suggerire straordinarie espressioni letterarie ed artistiche nei diversi periodi della storia. Ne deriva la sollecitazione ad una ricerca umile il più possibile e profonda del significato per noi, nella storia che stiamo vivendo.
La scelta di Maria da parte del Dio dei poveri e degli umili, della liberazione e della vita, sovverte i criteri della cultura e della religione di questo mondo che portano a scelte basate sul potere, sulla ricchezza, sul prestigio.
Dio sceglie i poveri e gli umili, una giovane ragazza che si trova in questa condizione perché ne conosce la sensibilità e la disponibilità dell'animo. L'annuncio sconvolge il suo progetto di vita; lei vive la profondità dell'amore che la unisce a Giuseppe, un giovane retto, giusto che lavora come falegname. Hanno deciso di sposarsi. Non vivono ancora insieme e hanno deciso di sposarsi. L’angelo annuncia a Maria che diventerà madre del Messia, che sarà insieme figlio di Dio e dell'umanità che lei rappresenta. Lei non capisce né la portata, né il senso, né la modalità di questo evento di attesa e di nascita. Non è compiaciuta, non è esaltata, è turbata, perché avverte l'eccezionalità del compito a cui è chiamata. Per analogia si possono raccontare diverse esperienze della nostra vita in cui ci siamo sentiti interpellati profondamente, nelle dimensioni più positive e in quelle maggiormente dolorose da situazioni così inattese, sorprendenti, concrete e insieme misteriose che ci hanno provocato turbamento e incertezza profondi e ci hanno chiamati a rispondere.
L’angelo cerca di tranquillizzare Maria invitandola a fidarsi di Dio, del suo Spirito creatore.
A lei pare impossibile quello che le viene proposto; a noi nella vita specie alle volte ci è sembrato proprio impossibile ma “nulla è impossibile a Dio”.
Ci viene comunicata una fede come forza interiore che si nutre nella confidenza, nella fiducia e nell’affidamento al Dio umanissimo di Gesù. Una forza di resistenza e di prospettiva che riguarda le dimensioni personali, le relazioni, le situazioni della storia. Sembrerebbe impossibile, specie in certe situazioni, realizzare la giustizia, la pace, la cura della casa comune; infatti le povertà, le armi, le guerre, le devastazioni dell'ambiente sembrano prevalere.