Anche il Vangelo di questa domenica (Giovanni 10,1-10) si pone in
profonda sintonia con la situazione dolorosa che stiamo vivendo e con
il desiderio della ripresa come del resto avviene nei diversi contesti
storici a cui il Vangelo parla.
Gesù di Nazaret liberato dalle sovrastrutture ideologico-sacrali o
peggio dalle strumentalizzazioni con scopi di potere religioso e
politico può esprimere la sua proposta di vita a tutte le persone,
partendo proprio dalla sua laicità.
Osservando il potere, la violenza, la corruzione di quanti
pretendevano di essere guide spirituali e politiche del popolo, Gesù
afferma: “Quelli che sono venuti prima di me sono ladri e banditi…Il
ladro viene soltanto per rubare, uccidere e distruggere…”.
A proposito si può ricordare il contenuto impressionante della
trasmissione televisiva Report su Rai 3 del 20 aprile in riferimento
alla ultra destra economica, politica e religiosa di Usa ed Europa con
i protagonisti della destra politica e religiosa italiana, in contrasto
con papa Francesco ritenuto il nemico principale.
In alternativa Gesù propone la sua persona, le sue parole e i suoi
atteggiamenti come qualità e caratteristiche del pastore buono; entra
dalla porta dell’ovile, chiama le pecore per nome, cammina davanti a
loro e le porta a mangiare in pascoli erbosi, a dissetarsi con acqua
pulita.
Le pecore lo seguono perché conoscono la voce, dato che vivono
insieme, condividono le situazioni, anche quelle di pericolo di fronte
alle quali il pastore non fugge, come fa un mercenario, ma rimane,
disponibile a proteggere la vita delle pecore, fino a dare la propria
vita.
Dentro e oltre all’immagine Gesù condivide la vita della gente,
mosso da continua compassione, cioè vibrazione dell’anima per le loro
situazioni.
Sta in mezzo, accoglie, ascolta, incoraggia, guarisce, perdona,
insegna, infonde continua fiducia, si accorge ed evidenzia
l’oppressione e l’umiliazione che subiscono dal potere, primo quello
religioso.
Essere e imparare ad essere con profondità di riferimento sempre,
in una situazione particolare come quella che stiamo vivendo.
Genitori e nonni nelle case con i bambini e i ragazzi, insegnanti
collegati con i loro alunni; medici e infermieri coinvolti pienamente
con gli ammalati; volontari di varie associazioni e istituzioni;
responsabili delle Istituzioni e degli Enti locali, papa, vescovi e
preti.
Per tanti c’è stato e c’è un coinvolgimento in piena sintonia con
il pastore del Vangelo.
Tanti medici, infermieri, preti, religiosi e religiose sono morti;
numeri che fanno impressione e inducono a riflessione.
Presenza, coinvolgimento, disponibilità e dedizione, attenzione
agli altri sono le caratteristiche di pastori, dinne e uomini,
credibili.