Il Vangelo delle Beatitudini è il progetto dell’umanità del Dio di Gesù di Nazaret (Matteo 5, 1-12).
In esso si delineano e si prospettano sensibilità, qualità, disponibilità, scelte e azioni che rendono le persone veramente umane. Partecipi e attive a questo progetto. Riguarda tutti.
La beatitudine è la rispondenza interiore positiva per l’orientamento di fondo e per le scelte conseguenti.
Riguarda la “povertà di fronte a Dio”, cioè l’umiltà, la consapevolezza delle proprie qualità e possibilità dei propri limiti; senza subire, con la sensibilità che il rapporto con Dio pone in relazione di vicinanza e collaborazione con gli altri.
E’ l’esatto contrario della presunzione, superbia, arroganza così diffuse in questo mondo con continue manifestazioni di violenza.
Paradossale è ascoltare: “beati quelli che sono nella tristezza, Dio li consolerà”. Non significa certo la legittimazione di povertà, violenze, marginalità; delle varie esperienze di dolore, delle lacrime, ma indica invece la forza interiore per affrontare queste situazioni, per farle evolvere, per cercare di dare loro un senso. Come? E’ un itinerario difficile: affidandosi al Signore nel dubbio e nell’interrogativo; con l’aiuto discreto e gratuito di qualcuno, ritrovando le energie interiori, poco a poco. Diventa importante nella vita la consolazione della fede, dell’amore e dell’amicizia.
Si dichiarano beati i “non violenti” e in stretta relazione “quelli che diffondono la pace” accolti da Dio come sue figlie e suoi figli. La scelta della nonviolenza attiva è interiore, spirituale e poi su un altro piano diverso ma non separato, culturale, istituzionale e politico. È’ quella di tante donne, uomini, comunità nella storia conosciuti o meno, una scelta che diventa obiezione di coscienza, protesta, sit-in, sciopero, coinvolgimento in progetti che riguardano la vita delle persone e la cura della casa comune.
Essere costruttori, artigiani attivi della pace comporta la liberazione dall’inimicizia, rapporti interpersonali positivi, obiezione di coscienza alla produzione e al commercio delle armi per riconvertirle in strumenti di pace, liberazione dalla convinzione della necessità della guerra, l’impegno ad abitare i conflitti per contribuire a farli evolvere in esperienze di riconciliazione; la fermezza contro ogni forma di discriminazione e razzismo.
La beatitudine che riguarda quelli che desiderano ardentemente quello che Dio vuole” risponde all’impegno per affermare la giustizia per tutti, di essere giusti per poter pretendere giustizia per i poveri dei questa società e del Pianeta e per contrastare ogni cultura e pratica di illegalità, corruzione e mafia.
La beatitudine delle persone che vivono la compassione, riguarda la vibrazione interiore che diventa prossimità. Accompagnamento e sostegno alle persone fragili, affaticate dalle vicende della vita, malate, migranti, carcerate e tante altre ancora.
La compassione è il contrario dell’indifferenza che è l’atteggiamento più disumano.
La beatitudine della “purezza di cuore” riguarda la trasparenza, l’espressione con gli occhi di quello che c’è nel cuore, nelle parole e nei gesti di quello che c’è nella coscienza; è il contrario dell’ipocrisia, della falsità, della doppiezza, della menzogna.
L’ultima beatitudine sull’incomprensione e persecuzione caratterizza le persone che per seguire con fedeltà e coerenza gli ideali di giustizia, pace, accoglienza, verità, cura della casa comune attraversano situazioni di isolamento, contrasto, avversione. La coerenza è qualità decisiva della vita e sostiene la credibilità: più facile dirsi credenti, più difficile essere credibili.
Mi permetto un cenno ad un’esperienza personale: 40 anni fa, il 1^ novembre del 1980, in un momento per me difficile nella Chiesa mi sono trovato un pomeriggio per la prima volta a Barbiana, con un piccolo gruppo di amici. Abbiamo incontrato la Eda che in tutta quell’esperienza è stata presente in modo molto significativo. Quando le ho detto di essere prete, lei subito mi ha invitato a celebrare l’Eucarestia, perché per la prima volta dopo la morte di don Lorenzo nessuno era andato fino lassù nei giorno dei Santi per la celebrazione. Di fronte alle mie comprensibili reticenze lei mi ha sollecitato in modo deciso. Si possono solo immaginare i miei vissuti durante quella celebrazione e la commozione più profonda nel leggere il Vangelo delle beatitudini e nel balbettare qualche parola di commento in quel luogo dove le beatitudini erano state vissute e attuate in modo straordinario da don Lorenzo Milani, profeta e maestro con i suoi alunni.
Celebriamo l’Eucarestia il martedì e giovedì alle ore 8.00 in Chiesa; la domenica alle ore 8.00 e 10.30 in Sala Petris.
Gli orari e le giornate degli incontri di catechismo sono indicati nel foglio della domenica.