L'Avvento, tempo di attesa quest'anno è completamente inatteso, del tutto particolare, drammatico. Le considerazioni e riflessioni per un dovuto senso di umanità e doverosa partecipazione devono sempre partire dalle decine di migliaia di morti, in Italia, quasi un milione e mezzo nel mondo, un numero impressionante di nomi, volti, storie umane, relazioni familiari e amicali.
Nelle tante famiglie dove queste lacerazioni dolorose sono avvenute, quali possono essere le attese che il tempo dell'Avvento annuncia e verifica? Come possono risuonare le parole del Vangelo di oggi (Marco 18,1-8) proprio quelle iniziali. “Questo è il Vangelo di Gesù che è il Cristo, il figlio di Dio", dato che Vangelo significa "buona notizia"? Come un annuncio può essere buono nel tempo del dolore, della preoccupazione per quello che sta avvenendo, per le serie difficoltà
nell’ affrontarlo? Probabilmente come consolazione profonda a seguito dell’affidamento a Colui che si è coinvolto nelle sofferenze e tribolazioni dell'umanità, le ha condivise e ha comunicato forza interiore e possibilità di ripresa. Negli anni scorsi si è stati considerati estranei quando si è insistito sulla semplicità, sulla sobrietà, sull' interiorità e la riflessione e su celebrazioni religiose del Natale che non diventassero un ingrediente della società dei consumi che celebrava se stessa e da cui i poveri e gli ultimi restavano esclusi con qualche recupero di occasionale bontà natalizia. Oggi la drammatica pandemia obbliga a queste scelte e speriamo a un doveroso cambiamento per il futuro. Si è chiamati a incamminarsi insieme su questo percorso ad ascoltare voci credibili come quelle del profeta Giovanni Battista: di ammalati, sofferenti, poveri, scienziati, medici, infermieri; di comunicatori di cultura e di etica; di impegnati in una politica credibile, di testimoni di una fede autentica vissuta e praticata. Papa Francesco indica i tre tempi del camminare insieme per il bene comune: vedere, scegliere e agire. Questa crisi globale esige un modo diverso di pensare e agire globali; guidato dalla Fratellanza.
Siamo chiamati a costruire una società ed un mondo più responsabili, decisamente orientati alla condivisione e alla cura, molto più accoglienti, con la pressante urgenza della giustizia. Non è possibile continuare ad accettare le disuguaglianze cresciute sistematicamente negli ultimi decenni che provocano marginalità, esclusione e morte. E' totalmente disumano e inaccettabile questo sistema! Di esso sono parte le vecchie e le nuove schiavitù che riguardano milioni di donne e di uomini, costretti a vivere in condizioni disumane nel lavoro, nel traffico di esseri umani, nello sfruttamento sessuale con il coinvolgimento di un numero impressionante di minori.
Questa esigenza di radicale cambiamento è in sintonia con l'appassionato invito di Giovanni Battista a "cambiare vita”. Il suo battesimo è con l'acqua, in attesa di quello con lo Spirito donato da Gesù. Lo Spirito riguarda l’interiorità, il cuore, la coscienza, una razionalità aperta e umanizzata. Cultura, etica, spiritualità sono decisive come orientamento e sostegno nell’impegno per la salute, la scuola, il lavoro, l'ambiente.
LA DOMENICA SOLO UNA CELEBRAZIONE: ALLE 9.30 in sala Petris.
SONO STATI SOSPESI GLI INCONTRI DI CATECHISMO.