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DOMENICA 14 MARZO 2021 - Vangelo di Giovanni 3, 14-21 |
14/03/2021 |
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LA RICERCA DELLA
VERITA’
Vangelo di
Giovanni 3, 14-21
14'Nel
deserto Mosè alzò su un palo il serpente di bronzo. Così dovrà essere
innalzato anche il Figlio dell'uomo, 15perché chiunque crede in
lui abbia vita eterna. 16'Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo
unico Figlio perché chi crede in lui non muoia ma abbia vita eterna.
17'Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma
perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede nel
Figlio non è condannato. Chi non crede, invece, è già condannato,
perché non ha creduto nell'unico Figlio di Dio. 19E questo è il
motivo della loro condanna: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini
hanno preferito le tenebre alla luce, perché fanno il male. 20'Chi fa
il male odia la luce e ne sta lontano perché la luce non faccia
conoscere le sue opere a tutti. 21Invece chi ubbidisce alla verità
viene verso la luce, perché la luce faccia vedere a tutti che le sue
opere sono compiute con l'aiuto di Dio'.
Il Vangelo di questa domenica (Giovanni
3, 14-21) può diventare paradigma di ogni incontro motivato dal
desiderio di ricercare e capire. I protagonisti sono Gesù di Nazareth e
Nicodemo, un uomo appartenente al gruppo dei farisei, affascinato dal
maestro proveniente da Nazareth. Per non suscitare inutili
incomprensioni e critiche nel suo gruppo viene a cercare Gesù di notte.
E’ eloquente per noi tutti e di profondo insegnamento l'immagine di un
uomo che mosso dalla ricerca cammina, arriva, bussa e trova un altro
che apre, accoglie, ascolta, entra in dialogo. Padre Davide Turoldo
quando scelse di andare a vivere a Sotto il Monte proprio perché paese
di origine di Giovanni XXIII il papa del Concilio Vaticano II così
diceva: “Di lui fra le infinite cose di cui conservo memoria, avevo
scelto come nuovo modo di essere –cattolico- queste parole: "Se nella
notte non sai dove andare, sappi che alla mia finestra c'è sempre un
lume acceso: bussa, bussa io scenderò ad aprirti, né ti chiederò se sei
cattolico o no”". Gesù parla a Nicodemo di Dio, della necessità di una
continua rinascita non facile da capire per quell’interlocutore legato
ai dettami della legge, ma nello stesso tempo interiormente inquieto.
Gli comunica un Dio che si fa presente nella storia, che dona la sua
vita per comunicare amore e fratellanza; ancora della necessità della
luce che sconfigga le tenebre del male nelle varie forme in cui si
manifesta. Ormai diversi anni fa un profeta come padre Balducci, in
verità troppo poco ricordato ma i cui scritti sono così illuminanti
anche la storia e attuale andrebbero da noi studiati e proposti anche
nei seminari, così come le sue omelie domenicali trascritte e raccolte
sono ancora di stimolo per molti, diceva: "Ho riscoperto in tante
relazioni ed esperienze una presenza evangelica che non è quella
limitata in maniera rigida e dogmatica dalla Chiesa. La distinzione fra
credenti e non credenti si è molto attenuata in me e si è creata una
solidarietà, una convergenza, una collaborazione anche con molte
persone esterne alla Chiesa dotate di una percezione molto viva
dell'alternanza evangelica". Il cardinale di Milano Carlo Maria Martini
con queste parole apriva la prima cattedra dei non credenti nel 1987:
"Io ritengo che ciascuno di noi abbia in sé un non credente e un
credente che si parlano dentro, si interrogano a vicenda, si rimandano
continuamente interrogazioni pungenti e inquietanti l'uno all'altro; il
non credente che è in me inquieta il credente che è in me e viceversa”.
“Tanti e molto partecipati sono stati gli incontri in successione per
ben quindici anni fino al 2002: un'esperienza straordinaria
nell'ascolto reciproco fra non credenti e credenti sulle grandi
questioni della vita, della storia, dei diversi aspetti della
convivenza, del cosmo, di altre situazioni fondamentali”. “L’importante
-diceva Martini- è che impariate ad inquietarvi: se credenti sulla
vostra fede, se non credenti sulla vostra non credenza. Solo allora le
vostre posizioni saranno veramente fondate”. Sarebbe auspicabile perché
necessità di molti che quando questa pandemia lo renderà possibile si
possano aprire luoghi e ambiti di ascolto e riflessione più diverse fra
le persone che lo desiderano sui diversi aspetti di questa difficile e
dolorosa esperienza per momenti di condivisione e di aiuto e sostegno a
proseguire.
DOMENICA 14
Celebrazione dell’Eucarestia alle ore 8.00 e alle ore 10.30 in Sala
Petris
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