ASCENSIONE DEL SIGNORE.
RAPPORTO CONTINUO FRA TERRA E CIELO
Vangelo di Marco 16,14-20
14 Alla
fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per
la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a
quelli che lo avevano visto risuscitato.15 Gesù disse loro:
«Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni
creatura. 16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi
non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che
accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni,
parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e,
se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani
ai malati e questi guariranno».19 Il Signore Gesù, dopo aver
parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di
Dio.20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il
Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi
che l'accompagnavano.
La memoria dell'ascensione del Signore (Vangelo di Marco 16, 14–18) ci
sollecita a riflettere sul rapporto fra i nostri sguardi rivolti alla
terra e quelli che si alzano verso il cielo, cioè sul senso ultimo del
nostro vivere, amare, relazionarci, disperare e sperare, soffrire e
morire nell'intento che queste esperienze si svolgano nel modo più
umano possibile, soprattutto riducendo e umanizzando il dolore che
nelle diverse cause e intensità è la questione più difficile e
tribolata dell'esperienza umana.
Gesù, poco prima dell'Ascensione, cioè del ritorno nel Mistero della
vita di Dio, affida ai suoi discepoli con le diversità di recezione e
accoglienza il compito di "portare il messaggio del Vangelo a tutti gli
uomini".
È un messaggio di liberazione in parole e azioni da tutte le condizioni
di disumanità: discriminazioni, violazioni dei diritti umani,
ingiustizie, armi, guerre, razzismo, usurpazione dell’ambiente. Nel
racconto dell'Ascensione degli Atti degli Apostoli si legge che due
angeli domandano: "... Uomini di Galilea perché ve ne state lì a
guardare il cielo? Questo Gesù un giorno ritornerà". Precedentemente
quelli che si trovano con Gesù gli domandano: "Signore è questo il
momento nel quale tu devi ristabilire il regno di Israele?" Gesù
risponde: "Non spetta a voi saperlo ma riceverete su di voi la forza
dello Spirito Santo e allora diventerete miei testimoni in tutto il
mondo".
Durante la storia del Cristianesimo spesso il Vangelo è stato
trasformato da messaggio rivoluzionario di liberazione in intreccio e
supporto alla mentalità e alle pratiche di dominio, colonialismo,
usurpazione e violenza; oppure in un messaggio e in pratiche di
spiritualismo disinteressato ai gemiti e alle aspirazioni degli
oppressi e alla loro liberazione, alla giustizia, uguaglianza, pace,
fratellanza.
Questo purtroppo continua, pur essendoci tanti esempi e testimonianze
positive e luminose. Nelle chiese spesso non si chiamano le cose con il
loro vero nome è così si abbandona la profezia per paura di perdere
compiacenza e vantaggi con i diversi poteri. Papa Francesco parla
chiaro e per questo alcuni lo accusano di fare politica e di essere
comunista; lui risponde che annuncia e cerca di attuare il Vangelo.
Guardare in stretta continuità la terra e il cielo coinvolge
nell'impegno a trasformare positivamente la storia. Ad esempio guardare
oggi con gli occhi del cuore alle persone morte a causa della pandemia,
accanto a quelle causate continuamente dalla fame, dalle guerre, dalla
violazione dei diritti umani, dagli incidenti sul lavoro, dalle
migrazioni; ascoltare il grido dei poveri e insieme il grido della
terra come un unico grido, come ci ricorda papa Francesco nella
“Laudato sii”. Ascoltare per rispondere positivamente e attivamente.
Guardare certo alla recovery plan con la speranza che non si trasformi
in un'altra occasione per arricchire i già ricchi ma diventi
un'attuazione caratterizzata da giustizia, uguaglianza, possibilità di
salute, lavoro, istruzione per tutti, salvaguardia dell'ambiente
vitale. Guardare il cielo significa ispirare le motivazioni più
profonde e autentiche, trovare luce, forza interiore coraggio per un
impegno che ponga sempre su questa terra a fondamento in modo
irrinunciabile la uguale dignità di ogni persona umana.
AVVISI
Celebrazione dell’Eucarestia alle ore 8.00 e 10.30 in Sala Petris
Nei giorni feriali, martedì e giovedì: alle ore 8.00 in chiesa.
Alle 7.45 si pregherà il rosario.
DOMENICA 16 MAGGIO 2021.pdf