IL
CRITERIO DELLA PICCOLEZZA E QUALITA’
Vangelo
di Marco 4,26-34
Diceva: «Il
regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; 27 dorma o
vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli
stesso non lo sa. 28 Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo
stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29 Quando il
frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la
mietitura».
30 Diceva: «A
che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola
possiamo descriverlo? 31 Esso è come un granellino di senapa che,
quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che
sono sulla terra; 32 ma appena seminato cresce e diviene più grande di
tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo
possono ripararsi alla sua ombra».
33 Con molte
parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che
potevano intendere. 34 Senza parabole non parlava loro; ma in privato,
ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
Per tante
situazioni e diversi aspetti siamo provocati da una drammaticità
diffusa sulla faccia del Pianeta appena siamo attenti a guardare,
ascoltare e partecipare con umanità. Il
fenomeno delle migrazioni riguarda 80 milioni di persone in movimento
all'interno dei loro paesi e in fuga dagli stessi. In dissenso con la
politica che a tutti i livelli non lo affronta con l'urgenza necessaria
è il fenomeno più importante e dirimente perché assume in se stesso
altre situazioni decisive che sono di fatto le cause strutturali delle
forzate migrazioni. L'ingiustizia strutturale che provoca
impoverimento, fame, morte di milioni di persone ogni anno; mancanza di
acqua potabile; malattie endemiche curabili, oppressioni, violazioni
sistematiche dei diritti umani, incarcerazioni, torture; guerre con le
armi fabbricate e vendute in modo crescente da tanti paesi, compreso il
nostro; disastri ambientali provocati dalla logica dello sfruttamento
dell'ambiente.
Queste
situazioni drammatiche di morte e sofferenza per tanta parte
dell'umanità chiederebbero interventi di prevenzione e di cambiamento
che di fatto non ci sono o sono minimi rispetto alle vastità e alle
urgenze. Le immagini dei corpi delle persone con attenzione particolare
ai bambini, avvolti dalla sabbia sulle rive della Libia e i pensieri
del cuore alle decine di migliaia sepolte nell'immenso cimitero del
Mediterraneo dovrebbero sollecitare in modo permanente, non come
emozioni occasionali, le coscienze di tutti. Invece parole e
atteggiamenti di tanti esprimono aggressività, distanze, rifiuto,
mancanza completa di riflessione e una certa politica manifesta
ostilità e negazione. Ci sono poi gli estesi fenomeni dell'evasione,
della corruzione, delle mafie; le discriminazioni ed emarginazioni, le
trascuratezze e gli abbandoni. E ancora le tribolazioni personali e
familiari, di gruppi e di comunità; le malattie e il dolore per la
perdita delle persone care.
Possono subentrare momenti di avvilimento, angoscia, perdita di senso,
fiducia e speranza. Di fronte a tanto male e alle responsabilità nel
determinarlo può subentrare un senso di impotenza, insignificanza,
inutilità, scoraggiamento anche per la constatazione del loro perdurare
nonostante l'impegno per modificarle.
Il Vangelo di questa domenica (Marco 4,26 – 34) ci comunica speranza e
fiducia con due parabole. Gesù si chiede a che cosa somiglia il Regno
di Dio, cioè il mondo che Dio vuole caratterizzato da giustizia,
uguaglianza, pari dignità, accoglienza, fratellanza e pace. Fra gli
aspetti e le caratteristiche diversi che lo caratterizzano c'è la
piccolezza iniziale che riguarda la disponibilità, l'impegno e le
azioni considerati come la semente che si sparge in terra. Certo il
contadino se ne prende cura ma la crescita avviene anche per dinamica
interiore, in modo misterioso e affascinante, fino a formare la spiga e
il grano maturo. E ancora è come un piccolo seme piantato in terra che
a poco a poco cresce con rami così grandi che gli uccelli del cielo
possono fare il nido alla sua ombra. Queste due parabole intrecciate
non intendono certo attenuare l'importanza della disponibilità e
dell'impegno personali sempre protesi a formare quel NOI indispensabile
per i cambiamenti positivi, né a distanziare gli aspetti strutturali.
Nello stesso tempo esortano alla fiducia. Una scelta e un'azione
piccole sono indispensabili e molto importanti, gocce che si uniscono a
tante altre gocce. Quello che può fare ciascuno di noi non può essere
fatto da nessun altro. Fondamentale è proseguire con la profondità
delle convinzioni e con la percezione che il bene si diffonde anche con
un dinamismo silenzioso e che la sua pratica tante volte non è
misurabile con i criteri della quantità e dell'evidenza riscontrabile.
AVVISI
Nella prossima settimana (6-13 giugno) non si celebra l’Eucarestia
martedì e giovedì alle ore 8 in chiesa;
Domenica 13 giugno: celebrazione dell’Eucarestia alle ore 8 alle ore
10.30 in Sala Petris con il matrimonio di Martina e Stefano.
DOMENICA 13 GIUGNO 2021.pdf