DOMENICA 13 GIUGNO 2021 - Vangelo di Marco 4,26-34
13/06/2021
IL CRITERIO DELLA PICCOLEZZA E QUALITA’
Vangelo di Marco 4,26-34

Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; 27 dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. 28 Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29 Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».
30 Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31 Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; 32 ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».
33 Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. 34 Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
Per tante situazioni e diversi aspetti siamo provocati da una drammaticità diffusa sulla faccia del Pianeta appena siamo attenti a guardare, ascoltare e partecipare con umanità.      Il fenomeno delle migrazioni riguarda 80 milioni di persone in movimento all'interno dei loro paesi e in fuga dagli stessi. In dissenso con la politica che a tutti i livelli non lo affronta con l'urgenza necessaria è il fenomeno più importante e dirimente perché assume in se stesso altre situazioni decisive che sono di fatto le cause strutturali delle forzate migrazioni. L'ingiustizia strutturale che provoca impoverimento, fame, morte di milioni di persone ogni anno; mancanza di acqua potabile; malattie endemiche curabili, oppressioni, violazioni sistematiche dei diritti umani, incarcerazioni, torture; guerre con le armi fabbricate e vendute in modo crescente da tanti paesi, compreso il nostro; disastri ambientali provocati dalla logica dello sfruttamento dell'ambiente.
Queste situazioni drammatiche di morte e sofferenza per tanta parte dell'umanità chiederebbero interventi di prevenzione e di cambiamento che di fatto non ci sono o sono minimi rispetto alle vastità e alle urgenze. Le immagini dei corpi delle persone con attenzione particolare ai bambini, avvolti dalla sabbia sulle rive della Libia e i pensieri del cuore alle decine di migliaia sepolte nell'immenso cimitero del Mediterraneo dovrebbero sollecitare in modo permanente, non come emozioni occasionali, le coscienze di tutti. Invece parole e atteggiamenti di tanti esprimono aggressività, distanze, rifiuto, mancanza completa di riflessione e una certa politica manifesta ostilità e negazione. Ci sono poi gli estesi fenomeni dell'evasione, della corruzione, delle mafie; le discriminazioni ed emarginazioni, le trascuratezze e gli abbandoni. E ancora le tribolazioni personali e familiari, di gruppi e di comunità; le malattie e il dolore per la perdita delle persone care.

Possono subentrare momenti di avvilimento, angoscia, perdita di senso, fiducia e speranza. Di fronte a tanto male e alle responsabilità nel determinarlo può subentrare un senso di impotenza, insignificanza, inutilità, scoraggiamento anche per la constatazione del loro perdurare nonostante l'impegno per modificarle.
Il Vangelo di questa domenica (Marco 4,26 – 34) ci comunica speranza e fiducia con due parabole. Gesù si chiede a che cosa somiglia il Regno di Dio, cioè il mondo che Dio vuole caratterizzato da giustizia, uguaglianza, pari dignità, accoglienza, fratellanza e pace. Fra gli aspetti e le caratteristiche diversi che lo caratterizzano c'è la piccolezza iniziale che riguarda la disponibilità, l'impegno e le azioni considerati come la semente che si sparge in terra. Certo il contadino se ne prende cura ma la crescita avviene anche per dinamica interiore, in modo misterioso e affascinante, fino a formare la spiga e il grano maturo. E ancora è come un piccolo seme piantato in terra che a poco a poco cresce con rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra. Queste due parabole intrecciate non intendono certo attenuare l'importanza della disponibilità e dell'impegno personali sempre protesi a formare quel NOI indispensabile per i cambiamenti positivi, né a distanziare gli aspetti strutturali. Nello stesso tempo esortano alla fiducia. Una scelta e un'azione piccole sono indispensabili e molto importanti, gocce che si uniscono a tante altre gocce. Quello che può fare ciascuno di noi non può essere fatto da nessun altro. Fondamentale è proseguire con la profondità delle convinzioni e con la percezione che il bene si diffonde anche con un dinamismo silenzioso e che la sua pratica tante volte non è misurabile con i criteri della quantità e dell'evidenza riscontrabile.

AVVISI
Nella prossima settimana (6-13 giugno) non si celebra l’Eucarestia martedì e giovedì alle ore 8 in chiesa;
Domenica 13 giugno: celebrazione dell’Eucarestia alle ore 8 alle ore 10.30 in Sala Petris con il matrimonio di Martina e Stefano.


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