ESSERE AL SERVIZIO
Vangelo di Marco 9,30-37
30 Partiti di là,
attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. 31
Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo
sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma
una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà». 32 Essi però non
comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.
33 Giunsero
intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa
stavate discutendo lungo la via?». 34 Ed essi tacevano. Per la via
infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. 35 Allora,
sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo,
sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti». 36 E, preso un bambino, lo
pose in mezzo e abbracciandolo disse loro:
37 «Chi
accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie
me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Il Vangelo di questa domenica (
Marco
9,30 – 37) propone alla nostra riflessione la questione cruciale
del potere. Gesù di Nazareth per la seconda volta annuncia ai suoi
discepoli quale sarà la sua prossima sorte: " Sarà consegnato nelle
mani delle autorità religiose e politiche che lo uccideranno; tre
giorni dopo la morte risusciterà”. Una fine violenta ma non definitiva
perché l'amore che anima la sua vita e la sua disponibilità a favorire
la vita di tutte le persone è più forte della morte e continua oltre ad
essa. Si possono ricordare con viva memoria le persone che compongono
il popolo immenso di donne e uomini che come Gesù hanno avvertito che
le conseguenze del loro parlare ed agire sarebbero state la violenza
contro di loro e la morte da parte del potere organizzato che viola i
diritti umani, favorisce le disuguaglianze e le ingiustizie che loro
denunciavano e per il cui superamento si battevano con coraggio. Fra
loro possiamo ricordare Meena Keshwar Kamal attivista afgana impegnata
nella difesa dei diritti delle donne, fondatrice del movimento di Rawa
(Associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan) assassinata
nel 1987 a 31 anni. Come lei tante donne sotto tutti i cieli del
Pianeta coraggiose, certo non senza timore e tremore, convinte
intimamente che il loro sentire, parlare, agire e organizzarsi sarebbe
continuato dopo la morte per l'amore e il senso profondo delle loro
vite, vissute con amore alle persone nelle loro concrete condizioni
esistenziali, sociali culturali, politiche religiose. Vite impegnate e
donate per la vita, poi risorte nella continuazione delle vite a cui si
sono dedicate e per cui sono state uccise. Gesù domanda ai discepoli di
che cosa stavano discutendo lungo la strada. La risposta riguarda la
questione di chi è più importante degli altri, di chi assume maggior
prestigio e così può essere influente e comandare.
Questo l'orientamento chiaro di Gesù:" Se uno vuole essere il primo,
deve essere l'ultimo di tutti e il servitore di tutti". L'umiltà è una
straordinaria virtù umana, culturale, etica, spirituale, politica. Non
significa abbassare la testa e subire bensì aver coscienza delle
proprie possibilità di bene acquisite, arricchite con disponibilità ed
impegno, da mettere al servizio della propria famiglia e comunità, del
bene comune nell'ambito della propria professione, competenza, incarico
pubblico. Insieme aver coscienza dei propri limiti, da cercare di
migliorare e far evolvere in modo positivo. Cercare il proprio
prestigio è per il proprio ego e spesso comporta l'umiliazione, la
mortificazione, il ricatto di chi è vicino, sia nei rapporti più
personali che in quelli pubblici. Essere “ultimi” non è umiliante,
tutt'altro: è sentire la vita nel suo profondo significato: comunicare
amore e contribuire al bene. Significa essere primi sovvertendo i
criteri del potere.
DOMENICA 19 SETTEMBRE 2021.pdf
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Celebriamo l’Eucarestia durante la settimana martedì e giovedì alle ore
8 in chiesa.
La domenica alle ore 8 e 10.30 in Sala Petris.
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Mercoledì 15 settembre alle ore 20.30: Presentazione libro “Quello che
possiamo imparare in Africa. La salute come bene comune” - Don Dante
Carraro, direttore di MEDICI CON L’AFRICA CUAMM. Sala Petris. Dialogano
Don Dante Carraro, Pierluigi Di Piazza e Giuseppe Ragogna.
INCONTRI
DI PIERLUGI
Lunedì 13 settembre alle ore 18.30 sarò ospite al Teatro Pasolini di
Cervignano del Friuli per l’evento: “Il gioco letale”