DOMENICA 26 DICEMBRE 2021 - Vangelo di Luca 2,1-14
26/12/2021

NATALE 2021

DIO CON NOI
Vangelo di Luca 2, 1-14

1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2 Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3 Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4 Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5 per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6 Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7 Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
8 C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9 Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10 ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11 oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12 Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». 13 E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: 14 «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».

Noi cerchiamo di celebrare il Natale che è sempre lo stesso nel suo significato con un desiderio di rinnovamento, di autenticità, di significato profondo delle nostre vite, nella storia tribolata dell'umanità. Riviviamo la memoria dell’entrata nella storia di un Dio umanissimo che si mostra con concretezza e mistero in un bambino chiamato Gesù che viene partorito dalla madre Maria con la vicinanza premurosa di Giuseppe in una stalla dove vengono ricoverati gli animali: questo perché non c'era altro posto per loro nei paraggi. Un segno luminoso di vita nell'ambito di un rifiuto di ospitalità. Gesù nasce come gli altri bambini, figlio di un popolo povero e oppresso. Pensiamo oggi ai bambini e alle bambine del mondo, a quanti nascono in situazioni precarie, difficili e dolorose: nella povertà, fra le macerie delle guerre, a quanti camminano come profughi prima dentro le loro madri e poi nascono in situazioni che negano la vita richiamandola con forza con la loro presenza. A quanti bambini sono costretti a lavorare anche nelle miniere e a far parte dell'inferno, i bambini soldato. Gesù nasce nel silenzio, nell'anonimato: solo un piccolo gruppo di pastori che alloggiano nei paraggi si accorge di "qualcosa”, e viene ad esprimere vicinanza e partecipazione. 

Vivere il Natale è ripensare in profondità che Dio non è onnipotente nel senso di una potenza sopra tutte le altre: la sua potenza è quella dell'amore che da Betlemme al Golgota si fa quotidianamente presente con le persone con vicinanza, premura, ascolto, cura del corpo e dell'anima, senza distinzione alcuna tra le persone, anzi con un'attenzione immediata a chi nella sua vita fa più fatica in situazioni diverse: i bambini trascurati, le donne sottomesse, gli ammalati trascurati, chi ha sbagliato ed è scomunicato, la gente del popolo sottomessa e disprezzata dalle classi dirigenti politiche religiose. Fin dalla nascita questo Bambino sta in mezzo con discrezione; senza segni particolari eclatanti, senza armi attorno a lui. A Natale pensiamo e sentiamo vicino questo Dio con noi, non il Dio del cielo e della religione, ma il Dio che è diventato uomo nell'umanità fragile e delicata di un bambino: un segno di luce, di sostegno, di accompagnamento della nostra vita. Dio con noi è un conforto, valorizza ogni gesto di umanità, di disponibilità, di dedizione; lui è presente nei bambini e in ogni essere umano. Natale ci riporta immediatamente alla verifica dei volti, nei nomi, nelle storie delle persone: chi ha fame e sete, è denudato di dignità e di vestiti, è malato, carcerato e forestiero, contemplare il Bambino della stalla porta subito a vederlo in queste persone, centinaia di milioni in tutto il mondo. L’ incontro con noi stessi, il prossimo e Dio sono espressioni dello stesso nucleo profondo della nostra vita. Non si può guardare il Presepe e disinteressarsi dei drammi e delle speranze della storia.


 DOMENICA 26 DICEMBRE 2021.pdf



AVVISI
Venerdì 24: Vigilia di Natale                                 Celebrazione Eucarestia ore 20
Sabato 25: Natale                                                   Celebrazione ore 8 e 10.30
Domenica 26: Famiglia                                          Celebrazione ore 8 e 10.30

La richiesta personale e comunitaria di perdono sarà curata all’inizio di ogni celebrazione.

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