DOMENICA 4 MAGGIO 2008 - VANGELO MATTEO 28, 16-20
04/05/2008
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ASCENSIONE DEL SIGNORE:

CON LO SGUARDO AL CIELO E PIEDI IN TERRA

 

Gli undici discepoli andarono in Galilea, su quella collina che Gesù aveva indicato. Quando lo videro, lo adorarono. Alcuni, però, avevano dei dubbi. Gesù si avvicinò e disse: “ A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Perciò andate, fate diventare miei discepoli tutti gli uomini del mondo; battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; insegnate loro a ubbidire e a tutto ciò che vi ho comandato. E sappiate che io sarò sempre con voi, tutti i giorni, sino alla fine del mondo”.

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La vicenda personale di ciascuna e ciascuno di noi, quelle delle nostre famiglie, delle comunità di appartenenza, della nostra società, delle comunità e dei popoli del Pianeta procedono fra luci e ombre, slanci e disincanti, coerenze e infedeltà, acquisizioni e sconferme. Le conquiste riguardo ai diritti umani, alla libertà, alla giustizia e alla pace, in alcune situazioni, si mescolano alla violazione dei diritti, alle oppressioni e alle violenze che si attuano in altri luoghi. Le acquisizioni scientifiche e tecnologiche riguardano una parte della popolazione mondiale mentre la gran parte a causa dell’ingiustizia strutturale è impoverita, soffre e muore per fame, sete, malattie. La globalizzazione del mercato dei prodotti, della logica e della pratica del consumismo colpisce cuore, coscienza, sensibilità, cultura e spiritualità. Esperienze positive di cooperazione internazionale si mescolano con nuove forme di colonialismo e sfruttamento. Nelle nostre società ricche, anche se con qualche area di precarietà, il benessere materiale spesso non è stato accompagnato da una crescita di sensibilità e di cultura, di coscienza e di intelligenza nella comprensione dell’umanità, nella considerazione della crescita globale delle persone. Un esempio di questo ultimo periodo: il papa nel suo discorso alle Nazioni Unite ha parlato del rispetto dei diritti umani; nello stesso tempo la Corte Suprema degli USA ha legittimato l’uso della iniezione letale per eseguire la pena di morte, come se le dichiarazioni del papa non avessero significato; d’altra parte il papa non ha per nulla commentato quella dichiarazione: così si è verificata un’altra dissociazione molto grave fra dichiarazioni di principio e loro clamorosa smentita nella storia. Considerazioni pessimistiche? No, tutt’altro; veritiere proprio per esprimere sempre una ragione in più di speranza e di impegno, guardando alle situazioni disumane e insieme cogliendo i tanti segni di umanità sensibile, disponibile, solidale. In questa domenica si vive la memoria dell’Ascensione del Signore, cioè del suo “rientrare” nel mistero di Dio, affidando a noi la responsabilità dell’annuncio e della testimonianza del suo Vangelo, buona notizia di una nuova umanità di giustizia e di pace. Il saluto avviene in Galilea su una collina sulla quale lui stesso ha convocato i suoi discepoli; queste le sue parole: “ Perciò andate, fate diventare miei discepoli tutti gli uomini del mondo; battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; insegnate loro a ubbidire e a tutto ciò che vi ho comandato. E sappiate che io sarò sempre con voi, tutti i giorni, sino alla fine del mondo”. La nostra lettura e comprensione di queste parole risentono della loro attuazione storica perchè in troppe situazioni non solo non sono state rispondenti, ma opposte all’indicazione del Signore: sono diventate una religione coinvolta nell’ideologia della conquista, dell’imposizione, dell’oppressione e non una fede del riconoscimento, dell’incontro, della valorizzazione, della liberazione edella vita. L’annuncio e la testimonianza del Vangelo di Gesù quando sono autentici contribuiscono in modo del tutto significativo a un percorso di profondità spirituale e di impegno concreto nella storia per una umanità di giustizia, di pace e di fraternità. La percezione e l’esperienza, pur fra dubbi e incertezze, che Lui cammini “ sempre con noi, tutti i giorni, siano alla fine del mondo” può contribuire in modo significativo a procedere nella storia senza assoluti, senza la pretesa di risultati immediati ed evidenti, condizione per non abbandonare l’impegno; senza esaltazioni e senza depressioni; senza entusiasmi contingenti e senza facili abdicazioni. Camminare nella logica del seminatore, nella pazienza attiva che non è attendismo ma che racchiude in sé una forte idealità, una continua disponibilità, la sapienza del saper accettare anche le sconferme e le sconfitte contingenti della storia; collocandoci fra il già concretizzato e il non ancora raggiunto; alimentando continuamente una ragione in più per operare e dedicarci; lasciandoci coinvolgere dal calore dell’utopia dei “luoghi” non ancora raggiunti, ma verso cui si continua a camminare; non lasciandoci determinare dalla logica della quantità che produce il senso di inadeguatezza e anche di impotenza di fronte alla vastità delle urgenze e delle necessità; vivendo la logica della goccia che unita ad altre forma il ruscello e poi il fiume e l’oceano della giustizia, della pace e della fraternità; sentendo viva la rete di migliaia e migliaia di comunità, di milioni di persone coinvolte in questo cammino. Con lo sguardo ben orientato nel cielo per comprendere profondità e speranza e con i piedi ben piantati per terra.

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