DOMENICA 27 SETTEMBRE 2009 Vangelo di Marco 9, 28-48
27/09/2009
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Non contribuire alla perdita della fede, della fiducia  e della speranza

(Marco 9, 38-48)

Giovanni disse a Gesù: “ Maestro abbiamo visto un uomo che  usava il tuo nome per scacciare i demoni. Noi abbiamo cercato di farlo smettere , perché non è uno dei nostri.” Ma Gesù disse: “Lasciatelo fare, Perché non c’è nessuno che possa fare un miracolo in nome mio, e poi subito si metta a parlare male di me . Chi non è contro di noi è con noi. E se qualcuno vi darà anche soltanto un bicchiere da’acqua , per il fatto che siete  discepoli di Cristo, vi assicuro che riceverà la sua ricompensa. Se qualcuno fa perdere la fede  a una di queste persone più semplici che credono in me, sarebbe meglio per lui essere gettato in mare con una pietra da mulino legata al collo”. “Se la tua mano ti fa commettere il male, tagliala: è meglio entrare  per te nella vera vita  senza una mano piuttosto che  avere tutt’e due  le mani e andare all’inferno, nel fuoco senza fine . Se il tuo piede fa commettere il male, taglialo:è meglio entrare zoppo nella vera vita, piuttosto che  essere gettato all’inferno con due piedi. Se il tuo occhio fa commetter il male, strappalo via. È meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, piuttosto che avere due occhi ed essere gettato nell’inferno, dove si soffre sempre e il fuoco non finisce mai”.


E’ sempre in agguato la tentazione di attribuire  alle proprie azioni, a quelle del proprio gruppo, della propria appartenenza religiosa , della Chiesa qualità e significati particolari, come se la vicinanza delle persone, il prendere a cuore  e il prendersi cura delle loro storie si debbano rivestire di contenuti e di pregnanza   speciali, a motivo, ad esempio, dell’ispirazione, del riferimento ad una fede religiosa .
 In realtà il bene compiuto, come al contrario il male,  sono tali comunque, senza evidenziare le possibili differenze  nel rapporto tra motivazioni ed effetti. Una vicinanza solidale tra le persone  con ispirazione evangelica o senza resta tale, se è tale.  Che l’una o un’altra ispirazione esprimano  dimensioni comuni con amore e dedizione dovrebbe diventare motivo di incontro, dialogo, approfondimento. Alle volte invece forme di competizione, di confronto di gelosia, di volontà di emergere e distinguersi portano a definire la propria azione  come la migliore .
Eloquente il passaggio iniziale del vangelo di questa domenica (Marco9,38-48). Il discepolo Giovanni dice di avere  fatto smettere un uomo che stava compiendo il bene nel nome di Gesù “Perché non è uno dei nostri”.Gesù insegna “Lasciatelo fare. Perché non c’è nessuno che possa fare un miracolo in nome mio e poi subito si mette a parlare male di me. Chi non è contro di noi è con noi”.
Appunto chi compie il bene  dovrebbe essere unito agli altri che compiono il bene, senza dichiarazioni di ispirazioni che potrebbero dividere  e senza riferimenti che potrebbero allontanare.

 In questo orientamento e in queste decisioni per il bene  vengono valorizzati  e assurgono a grande importanza  anche i gesti piccoli, che sembrerebbero scontati e insignificanti. “E se  qualcuno vi darà un bicchiere d’acqua per il fatto che siete  discepoli di Cristo, vi assicuro che  riceverà la sua ricompensa”. Non si apre una contraddizione rispetto al messaggio precedente  con il riferimento ai discepoli di Cristo. Si può ampliare  il significato, commentando il Vangelo con i Vangelo. Ogni gesti di vicinanza  anche piccolo, fatto ai discepoli rimanda  al Maestro  che si identifica in chi ha  fame e sete, in chi è ammalato e carcerato; in chi è straniero e senza vestiti. Ogni gesto umano assume significato per l’uomo e per Dio, in una congiunzione inscindibile.
E poi Gesù ammonisce riguardo agli scandali, cioè agli ostacoli che si pongono sulla strada di un cammino umano: “Se qualcuno fa perdere  la fede ad una di  queste persone  semplici che credono in me,sarebbe meglio per lui essere gettato in mare con una grossa pietra legata la collo”.Tutte e tutti noi, possiamo essere stati protagonisti  e anche vittime di atteggiamenti, decisioni, parole ,  azioni che hanno scosso, hanno incrinato o fatto perdere  fede, fiducia, speranza. Del resto il Concilio Vaticano II ha indicato fra le cause dell’ateismo l’incoerenza di coloro che si considerano credenti. Gesù  usa poi il paradosso simbolico e linguistico per affermare che è preferibile”tagliare una mano, o tagliare un piede, o cavare un occhio se ci fanno commettere il male”.
Stando all’indicazione e avvertendola come coinvolgimento positivo le nostre mani possono aprirsi a gesti di umanità, di accoglienza, di fraternità, di condivisione, di tenerezza ; i nostri piedi possono condurci ad annunciare la buone notizie per l’umanità  come dice il profeta Isaia: ”Quanto è bello  vedere arrivare sui monti un messaggero di buone notizie che annuncia la pace, la felicità, la salvezza…, il Signore ha confortato il suo popolo”. I nostri occhi possono esprimere  la sensibilità del cuore , la consapevolezza della coscienza, l’apertura dell’intelligenza , la trasparenza interiore .
Tutte noi e tutti noi abbiamo bisogno di crescere in spiritualità, in cultura,in disponibilità; di superare i momenti di perplessità, di sfiducia,
I passaggi personali e indispensabili possono essere favoriti dalle relazioni e dalle esperienze positive che incoraggiano qui fra noi e provenienti da diverse parti del mondo.

 

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