Beati i costruttori di pace di
Pordenone e Padova • Centro di accoglienza “E. Balducci” Zugliano
Comunità “S. Martino al campo” Trieste • Emergency
Comboniani Padova • ACLI Regionale FVG • Casa di accoglienza Oasi 2
Pordenone
La Via Crucis partirà alle ore 14.00 dalla piazzetta San Marco di
Pordenone, davanti alla cattedrale. L'arrivo sarà davanti alla Base di
Aviano alle 18.30. Alla fine del cammino, un bus-navetta riporterà al
punto di partenza.
Continuiamo a camminare, a cogliere e a porre segni, lasciandoci
coinvolgere dalle situazioni della storia e cercando di rispondere alla
permanente e illuminante provocazione del Vangelo di Gesù di Nazareth a
diventare più umani e a contribuire alla realizzazione di un mondo di
giustizia, di accoglienza, di pace, di custodia della terra e di tutti
gli esseri viventi.
Viviamo la Via Crucis come un segno di fede incarnata nella storia di
oggi, partecipando al dolore delle vittime e invocando luce, forza
interiore, coraggio, resistenza e perseveranza, sentendoci parte
dell’umanità in cammino e della chiesa del Vangelo che papa Francesco,
a cui siamo profondamente grati, quotidianamente ci propone.
Diverse sono state le proposte per vivere la memoria del primo
conflitto mondiale che papa Benedetto XV aveva definito una “inutile
strage”, una “orrenda carneficina”. La memoria è autentica e credibile
quando diventa progetto, dedizione e impegno perché le situazioni
drammatiche dì morte e distruzione non si ripetano. Da cento anni
invece le “inutili stragi” e le “orrende carneficine” si sono
susseguite e oggi continuano in modo drammatico con gravissime
responsabilità personali e collettive. Siamo dentro alla terza guerra
mondiale in
atto, a pezzi come ripete papa Francesco.
Le cause sono strutturali, le responsabilità personali, prima di
diventare condivise. Nel cammino della Via Crucis ci proponiamo di
riflettere con le persone che saranno disponibili a condividere il
percorso dalle inutili stragi della storia attuale a una nuova
concezione delle relazioni tra le persone e le nazioni.
1 – Quelle causate dalla violenza, dittatura, oppressione, dalla guerra
e dalle diverse forme di terrorismo, soffermandosi a considerare la
produzione e il commercio delle armi che arricchiscono una minoranza e
sterminano moltitudini. Non dimentichiamo la Base Usaf di Aviano, con
le sue bombe atomiche pronte a essere usate. Continuiamo il nostro
impegno per la riconversione in laboratorio di pace di questa e delle
altre simili strutture di guerra in tutto il mondo.
2 – Le migrazioni forzate di milioni di persone spesso diventano le
“inutili stragi” ed evidenziano la povertà culturale ed etica, e la non
volontà e l’incapacità della politica di progetti e soluzioni di
accoglienza e accompagnamento delle persone, a livello internazionale,
europeo, nazionale, regionale. Il merito di salvare decine di migliaia
di persone nel Mar Mediterraneo non può di certo farci dimenticare i
tanti morti nel deserto, nelle montagne, nelle prigioni e soprattutto
in quel mare diventato un immenso cimitero (5 mila i morti nel 2016).
Riconoscendo ogni migrante come parte della famiglia di ciascuno,
facciamo appello ai legiferatori nazionali oltre che regionali e
soprattutto ai Sindaci perché accettino con convinzione la proposta di
un’accoglienza diffusa nei nostri paesi e nelle nostre città, per
favorire il diritto di cittadinanza di tutti, in particolare di chi
fugge dalla fame, dalle persecuzioni e dalle guerre.
3 – Sono quotidiane su tutto il pianeta le inutili stragi provocate
dall’economia di morte: che nella logica del capitalismo e della
massimizzazione dei profitti arricchiscono una piccola parte e
impoveriscono, uccidono di fame di sete moltitudini e nello stesso
tempo innumerevoli presenze di vita. Tutto e tutti infatti diventano
oggetti del mercato globale. A ogni livello si sente la mancanza di
un’autentica politica. Don Lorenzo Milani, del quale ricordiamo
quest’anno il 50mo anniversario della morte, amava sottolineare che
“ognuno è responsabile di tutto” e che la politica è “uscire insieme
dai problemi”. Ci impegniamo a riconoscere l’autentica pace come
fondamento di ogni cultura e politica degne di questo nome e chiediamo
ai rappresentanti eletti di uscire dalle stucchevoli diatribe basate
sulla difesa degli interessi di parte per servire veramente il bene
comune e la tutela dei beni comuni.
4 – Le “inutili stragi” in una realtà globale interdipendente in cui le
parti sono fra loro interconnesse a formare il “tutto” della vita,
riguardano la Madre Terra, l’acqua, le piante, in molteplici ecosistemi
che formano il grande ecosistema in cui stiamo e ci muoviamo in
relazione. Queste quotidiane, innumerevoli stragi di diverse forme di
vita si interromperanno in proporzione alla liberazione dal paradigma
della padronanza, del dominio, dell’usurpazione da parte dell’uomo per
assumere in modo definitivo il paradigma della relazione, della
custodia, della premura e della cura. Vorremmo aderire a stili di vita
compatibili con quella che papa Francesco ha definito la spiritualità
dell’ecologia. Chiediamo ai gestori dell’economia e a chi ha potere
decisionale di fermare l’incredibile consumo del suolo che ha
trasformato anche il territorio delle nostre regioni del Nord Est
d’Italia in distese di cemento e di asfalto, selve di tralicci di
inutili elettrodotti, campi e colline impregnati di veleni imposti
dalla globalizzazione del commercio dei prodotti agricoli.
Si tratta di riflessioni e impegni di ogni giorno che nel cammino della
Via Crucis saranno ripresi, approfonditi, rilanciati con il rinnovo
personale e comunitario della disponibilità e dell’impegno per la vita,
nelle sue diverse presenze ed espressioni
Vi invitiamo a
camminare insieme...