MANIFESTAZIONE
Sabato 9 luglio - ore 16.30
Piazza CAVOUR -Pordenone
1. Lavoro
La crisi economica colpisce i
migranti in modo particolare. Essi sono costretti a lavorare per legge,
altrimenti non possono rimanere in Italia, anche se vivono e lavorano
qui da
anni. Oggi è difficile trovare un lavoro a tempo indeterminato per gli
italiani, lo è ancora di più per i migranti. Vogliamo che
sia cambiato il collegamento diretto tra lavoro e
soggiorno in Italia e che i permessi in attesa di occupazione siano più
lunghi.
2. Documenti
Lavoro significa permesso di
soggiorno, cioè documenti: dozzine di carte e timbri da esibire in ogni
momento
per giustificare la loro presenza. I documenti sono uno dei problemi
più
importanti, ma ci sono sempre ritardi e complicazioni. Vogliamo
un rapido disbrigo delle pratiche, ma il problema non può
essere risolto solo con la Questura. È necessario
cambiare la legge Bossi-Fini, responsabile di tutti i problemi per i
documenti.
3.
Migranti irregolari
La legge sull’immigrazione non
solo crea problemi ai migranti in generale, ma crea divisioni tra gli
stessi
migranti: al vertice ci sono i migranti regolari con permesso di
soggiorno di
lunga durata (carta di soggiorno), poi vengono quelli con permessi di
soggiorno
di due anni, poi migranti con permesso più breve, poi quelli che
diventano
irregolari perché perdono il lavoro; in fondo ci sono irregolari e
clandestini
che, quando vengono presi dalla polizia, sono detenuti in pessime
condizioni
nelle carceri chiamate CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) E il governo italiano vuole ora rinchiuderli
fino a 18 mesi! Questo sistema di livelli diversi mira a dividere i
migranti,
così ognuno è spinto a pensare per sé e non si interessa degli altri.
Al
contrario, dobbiamo cercare di unire tutti i migranti.
4. Assistenza medica
Circa 200 migranti hanno ricevuto
il rifiuto per la regolarizzazione del 2009 e sono ora senza
l’assistenza
medica dopo la chiusura dell’ambulatorio per irregolari a Pordenone. A
questi
si aggiungono quelli che diventano irregolari per la perdita del
lavoro. Ci sono perciò alcune centinaia di migranti
che non possono avere l’assistenza medica che pure la legge prevede.
Vogliamo la riapertura dell’ambulatorio per
irregolari.
5. Welfare
Proprio
quando la crisi morde i
migranti, nessun aiuto viene dal welfare. La legge regionale, che la Comunità Europea
l’ha già respinto, introduce discriminazioni non solo per i migranti,
ma anche
per gli italiani: prevede che solo i cittadini EC, gli italiani e i
migranti
con permesso di soggiorno di lungo periodo (carta di soggiorno) e con
due anni
di residenza in regione - una piccola minoranza - abbiano diritto a
baby bonus,
sostegno per gli affitti, sostegno alla famiglia e altri sussidi. I migranti producono il 10% della ricchezza
nazionale e pagano più di 3,5
miliardi di € per tasse e contributi, ma
il governo italiano spende meno di 600 milioni di € all’anno per i
migranti. Lo
stesso in Friuli-VG: il governo regionale incassa circa 60 milioni di €
dai
migranti, ma spende 4 milioni all’anno per loro. I migranti hanno
finanziato e
finanziano un welfare da cui ricevono in cambio ben poco. Vogliamo un
welfare
che sostenga i migranti nel periodo attuale di difficoltà.
6.
Giovani stranieri e scuola
In regione ci sono bambini nati
in Italia – che non dovrebbero essere chiamati migranti ma italiani –
che
frequentano scuole regolari, e gli stranieri che arrivano di età
diverse e in
momenti diversi. Entrambi hanno problemi a scuola: i primi, anche se
parlano
bene italiano, sono spesso costretti a frequentare scuole che
permettano di
avere subito un lavoro, perché le loro condizioni economiche non
consentono di
progettare scuole a lungo termine; il problema dei secondi è
essenzialmente la
lingua italiana: anche se sono intelligenti e bravi, a causa della
scrsa
conoscenza della linua, non riescono a seguire le normali lezioni a
scuola e
spesso sono costretti a cambiare scuola (per es. dal Liceo a un
Istituto
professionale) con conseguenze negative sul loro futuro. In
Italia si sta creando una selezione per gli studenti stranieri: molti
di loro devono frequentare scuole a breve termine e questo non è bene
per il
loro futuro. Vogliamo più corsi per l’apprendimento della lingua e per
lo
studio.
7.
Casa
Per quel che riguarda la casa,
alcuni migranti hanno comprato casa e pagano prestiti alle banche,
altri vivono
in affitto, altri condividono la casa con altri. In tutti
e tre i casi la crisi economica crea gravi problemi perchè gli
interessi sono alti, gli affitti anche, così molti sono costretti a
vivere
insieme in case sovraffollate, con tutti i problemi che ne derivano.
Vogliamo
sostegno per la casa.
8. Spazi sociali
Molti migranti si riuniscono
nelle loro chiese la domenica nei capannoni della Comina o in altri
luoghi
all’esterno della città, perchè non ci sono spazi in città. Tuttavia,
si
incontrano solo tra di loro e non possono comunicare e interagire con i
locali,
così è difficile superare i pregiudizi e le idee sbagliate sui
migranti. Vogliamo spazi dove migranti e italiani
possano incontrarsi e conoscersi. È importante uscire dall’isolamento e
chiamare gli italiani che condividono le richieste dei migranti a
unirsi a
loro.
9.
Donne
In
realtà questo dovrebbe essere il primo punto, perché l’attuale condizione delle donne migranti riassume
tutte le difficoltà del vivere da migranti. Metà dei
migranti sono donne che lavorano e/o hanno cura delle famiglie
e la loro vita è segnata da estrema precarietà, perché la
legge
sull’immigrazione è sempre in agguato. Il lavoro, quando c’è, è quasi
sempre
dei peggiori e saltuario e l’esistenza delle donne è assillata dalla
ricerca di
un nuovo lavoro; dall’amministrazione di scarse risorse per la
sopravvivenza
della famiglia; dalla cura dei figli; da corse avanti e indietro per
gli
appuntamenti con la
Questura
e per i documenti in uffici diversi, così gli uomini possono avere
tempo per
cercare lavoro; dalla gestione dei rapporti con le famiglie dei paesi
di
provenienza e in Italia, in modo da avere un minimo di vita sociale
senza di
cui non si può vivere; dalla ricerca di un nuovo alloggio quando nasce
un
figlio perché quello in cui si sta non è più conforme alla legge; dalla
coabitazione forzata, a causa degli affitti alti, con altre famiglie o
persone
in case sovraffollate, con tutti i problemi che ne derivano. E molte donne devono dipendere dal lavoro
dei mariti per i documenti. Vogliamo che il doppio lavoro delle donne
venga
riconosciuto.
Chiamiamo tutti, donne e uomini, stranieri e italiani, a
sostenere l’indignazione
del movimento dei migranti
Associazione Immigrati di Pordenone - Associazione Ivoriani -
Ghana
Nationals Association Associazione Burkinabè - Associazione Nigeriani -
Associazione
Mondo Tuareg