L'arcivescovo emerito Alfredo Battisti
L'arcivescovo emerito Alfredo Battisti
Il ricordo dei cresimati a Zugliano e di Pierluigi
Era mancato il 1° gennaio
A giugno dell'anno scorso abbiamo vissuto con gli altri ragazzi del nostro gruppo il sacramento della cresima.
Insieme a Pierluigi abbiamo voluto espressamente che a celebrare fosse l' arcivescovo emerito Alfredo Battisti, che per anni ha partecipato e contribuito in maniera attiva ai progetti della nostra comunità e del centro Balducci.
In questi giorni purtroppo ci ha lasciato... Noi vorremmo ricordarlo con una preghiera. Di lui conserviamo un bel ricordo, merito anche del dialogo che abbiamo avuto nel giorno della cresima: significative parole che sentiamo in sintonia con quelle di Pierluigi e che ancor'oggi ci guidano lungo il cammino della fede.
Carlo e Gabriele
(la foto ritrae l'arcivescovo con alcuni ragazzi nell'incontro che si è tenuto prima della funzione religiosa)

RIFLESSIONE
Una riflessione intensa in questi giorni sulla presenza, sulle parole, sugli scritti, sulle azioni dell’Arcivescovo Alfredo Battisti.
Oggi lo salutiamo con profonda gratitudine. Tante le testimonianze, per nulla occasionali unite al riconoscimento che il Friuli ha segnato la sua vita di uomo e di Vescovo e lui ha segnato la storia del Friuli dall’inizio degli anni 70 a oggi.
Il nucleo portante del suo essere vescovo fra noi è stata la fede vissuta e testimoniata nella storia; il Vangelo che diventa buona notizia di liberazione, di vita, di giustizia, di accoglienza, di pace; di una Chiesa al servizio dell’umanità, nello specifico del popolo friulano e, nello stesso tempo, aperta al mondo.
Da qui il suo spendersi dopo il terremoto. L’indicazione: prima le fabbriche, poi le case, poi le chiese, non è stato per nulla uno slogan, ma appunto un’attuazione evangelica, l’espressione di una teologia e di una ecclesiologia della vita e della storia. Dal riferimento al Vangelo è venuto quel suo gesto profetico a Gemona di stare al di qua dei cancelli con la gente che manifestava e di non entrare da solo, senza una rappresentanza, all’incontro con il Presidente del Consiglio Andreotti.
E poi, di sostenere le scelte della popolazione, delle comunità, con i propri sindaci.
Dall’ispirazione della fede che chiede giustizia è venuta la sua denuncia appassionata nel duomo di Udine appena avuto sentore che i prezzi per la ricostruzione sarebbero lievitati.
In questa fede incarnata nella storia, la promozione ed elevazione culturale sono state, per una logica intrinseca, prioritarie e la costituzione dell’Università di Udine una urgenza e una necessità.
Come convinta e continua è stata la sollecitazione e a riconoscere la lingua friulana, anche nelle celebrazioni liturgiche come espressione della vita di un popolo. Attento alle questioni sociali, alla giustizia, all’accoglienza, alla solidarietà, alla pace. E’ stato importante per la chiesa di Udine che il suo arcivescovo sia stato1976 al 1987 Presidente della Commissione della Conferenza Episcopale italiana per i problemi sociale e del mondo del lavoro.
Fra i tanti suoi scritti, le diverse lettere pastorali, è stata motivo di conforto per tanti di noi, la sua lettera pastorale del Natale 1986: “Una chiesa profetica per la pace”.
Ha promosso la Chiesa del Concilio Vaticano II, popolo di Dio, in cammino nella storia che si riunisce in modo collegiale (Sinodo) per analizzare, orientare, decidere.
Un uomo e vescovo semplice, sobrio, non appariscente, attento ai deboli, ai poveri, agli ammalati, ai semplici; non legato al potere del ruolo; a nicchie di separatezza; studioso profondo, convinto di quello che ha annunciato e scritto, non autoritario.
Ha dato la possibilità di vivere e sperimentare anche a chi ha proposto idee, orientamenti, scelte diverse da quelle ufficiali; mi riferisco anche all’esperienza di “Lettere friulane” di cui anch’io ho fatto parte dal 1976.
Assume un significato profondo la scelta come suo riferimento spirituale di don Emilio De Roia, esempio per la chiesa friulana di disponibilità e di accoglienza di chi fa più fatica a vivere. Anche lui, vescovo, attento a promuovere insieme la profondità della fede e dello spirito e la giustizia e l’uguaglianza, anche nell’attenzione agli immigrati che dagli inizi degli anni ’90 hanno chiesto accoglienza e percorsi di cittadinanza nel nostro Friuli.
Dall’inizio dell’esperienza del Centro Balducci ad oggi, ci ha sempre espresso vicinanza, sostegno e incoraggiamento negli incontri personali e in quelli pubblici. Di questo gli siamo grati profondamente.
La memoria più viva e autentica è seguirne al buona testimonianza; e nello stesso tempo impegnarsi a proporre momenti di approfondimento e riflessione sulle sue parole, i suoi scritti, le sue azioni.
Il bene va riconosciuto e ammirato per essere testimoniato e diffuso.

Pierluigi Di Piazza

“Mandi” commosso a monsignor Battisti - dal Messaggero Veneto

Calendario
<< < maggio 2024 > >>
dom lun mar mer gio ven sab
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
Promozione Culturale
Ultime Notizie
Eventi futuri
Agenda anno in corso
Storico Eventi
Convegni
Premio Honor et Dignitas
 
I nostri percorsi
Riflessioni di Don Pierluigi Di Piazza
Immigrazione
Pace
Presentazione libri
Rete di diritti di cittadinanza
Video
 
Associazione - Centro di Accoglienza "E. Balducci" ODV ETS
Piazza della Chiesa, 1 - 33050 Zugliano (Udine)
email: segreteria@centrobalducci.org