10 dicembre Giornata mondiale dei diritti umani

Appello delle Donne in Nero

10 dicembre 2022
10dicembre Giornata mondiale dei diritti umani
Appello delle Donne in Nero
10 dicembre 2022

Appello perché i Paesi dell’UnioneEuropea offrano accoglienza e protezione ai disertori e agli obiettoridi coscienza di Russia, Bielorussia, Ucraina

A dieci mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, mentre ladevastazione del Paese non conosce tregua e decine di migliaia sono imorti tra la popolazione civile e tra i soldati arruolati nei dueeserciti contrapposti, in occasione della Giornata mondiale dei dirittiumani rivolgiamo un appello agli Stati dell’Unione Europea affinchéoffrano accoglienza e tutele giuridiche a tutti gli uomini e le donneche, chiamati a combattere, scelgono di non impugnare le armi e di nonesercitare violenza sui propri simili.

Secondo l’Ufficio Europeo per l’Obiezione di Coscienza (EBCO-BEOC) ealtre reti internazionali per la pace e il disarmo, sarebbero 300.000le persone che nei mesi scorsi hanno lasciato la Russia a causa dellaguerra. Tra queste ci sono migliaia di uomini - obiettori, renitentialla leva, disertori - che non vogliono raggiungere il fronte econtestano una guerra considerata illegittima dal dirittointernazionale. Nello stesso periodo, circa 20.000 uomini sono fuggitidalla Bielorussia per sottrarsi al reclutamento e alla partecipazione aoperazioni militari accanto all’alleato russo.

In Ucraina, quasi 5000 sono i giovani che si sono dichiarati obiettoridi coscienza, ma la legge marziale introdotta con la guerra nega ilriconoscimento della loro scelta e la possibilità di svolgere unservizio civile utile ai bisogni della popolazione, in alternativa allaleva. Dall’inizio del 2022, secondo le valutazioni del Movimento per lapace ucraino, le persone incriminate per aver scelto di non arruolarsisono 971 e le pene a cui vengono sottoposte variano fra i tre e icinque anni di carcere. Si stima inoltre che circa 3.000 ucrainiabbiano chiesto asilo nella sola Moldavia.

In Ucraina come in Russia, chi si sottrae al servizio militare èconsiderato un criminale e un traditore della patria.

Tante sono le istituzioni internazionali che considerano l’obiezione dicoscienza al servizio militare un diritto fondamentale della persona.Il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite lo associa “aldiritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione” e neproibisce la violazione perpetrata con atti coercitivi. Analoghedichiarazioni sono state espresse dal Consiglio per i Diritti Umanidelle Nazioni Unite UNHCR, dalla Corte Europea dei Diritti Umani edalla Convenzione Europea dei Diritti Umani. Il Parlamento Europeo el’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa nel corso degli annisono intervenuti ripetutamente con delibere e raccomandazioni asostegno di tale materia. Lo hanno fatto anche nel 1993 e 1994, conrisoluzioni riferite ai disertori e ai renitenti alla leva dellerepubbliche della ex Jugoslavia.

Alla luce di queste vincolanti disposizioni giuridiche,

chiediamo

ai Paesi dell’Unione Europea di accogliere prontamente entro i propriterritori gli obiettori di coscienza, i disertori, i renitenti allaleva in fuga dalla Russia, dall’Ucraina e dalla Bielorussia, concedendoloro protezione, in virtù della situazione di pericolo in cui versano edelle vessazioni a cui sono sottoposti nei loro Paesi d’origine per lascelta di non imbracciare le armi e di praticare la nonviolenza attiva.

Considerato che la protezione temporanea nell'Unione Europea èattualmente concessa ad ogni cittadino/a registrato/a in Ucraina entroil 24 febbraio 2022, ci chiediamo cosa accadrà agli eventuali obiettoridi coscienza ucraini presenti nei Paesi UE quando questa disposizione,di durata annuale, scadrà, salvo possibili proroghe decise dalConsiglio dell’Unione. Chiediamo che a queste persone, per laparticolare condizione in cui si trovano, sia riconosciuto un permessopermanente di soggiorno.

Anche per gli obiettori russi e bielorussi, per i quali è ben piùdifficile superare i confini dell’Unione Europea e che non godono dellaprotezione temporanea, chiediamo sia attivata la protezioneinternazionale, per tutelare la loro sicurezza e la loro vita.

Come attiviste di una Rete di Donne che ripudiano la guerra e credonoche tutti i conflitti armati possano essere prevenuti con gli strumentidella politica, della diplomazia, della presenza di donne impegnate inpercorsi di pace ai tavoli delle trattative, esprimiamo la nostravicinanza e la nostra solidarietà agli obiettori, disertori, renitentialla leva che hanno scelto la strada impervia della nonviolenza.

Rete italiana delle Donne in Nero

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