Accoglienza dei richiedenti asilo

L'analisi e le proposte del GrIS

Chiesto tavolo permanente su Protezione Internazionale
Accoglienzadei richiedenti asilo
L'analisi e le proposte del GrIS
Richiesto un tavolo permanente sulla Protezione Internazionale

Sono 107.917 i cittadini stranieri residenti in regione di cui 56.532donne, secondo i dati Istat 2014: anche nella nostra regione, ledinamiche della immigrazione sono venute modificandosi in questi ultimianni: rispetto al periodo antecedente la crisi, i flussi d'ingresso dinuovi lavoratori sono diminuiti e la crescita della popolazionestraniera è legata principalmente ai ricongiungimenti familiari e allenuove nascite: i nuovi nati, che conservano la cittadinanza stranieradei loro genitori, negli ultimi anni sono oltre 1500 ogni anno. E' inquesto contesto che il costante arrivo di stranieri richiedentiprotezione internazionale è stato descritto come “emergenza profughi”soprattutto in alcuni momenti che apparivano di maggior criticitàsociale, anche se in realtà la nostra regione fin dai tempi delleguerre balcaniche non è nuova a questi fenomeni.

E’ ben noto che nella nostra regione sono due le vie di ingresso daparte dei richiedenti una protezione internazionale:
  1. Richiedenti asilo arrivati in Italia attraverso il Mediterraneo(operazione Mare Nostrum, poi Triton) e sbarcati sulle coste siciliane,quindi trasferiti nelle varie regioni italiane tra cui anche il FVG,secondo indicazioni ministeriali;
  2. Richiedenti asilo che fanno ingresso in Italia via terra,provenienti principalmente dall’Afganistan e in minor misura dalPakistan, dopo viaggi altrettanto lunghi e pericolosi; in questi casil’ingresso in area Shengen avviene evidentemente in altro paese europeoe spesso la situazione giuridica può essere più complessa.
Il GrIS Fvg non può nonevidenziare come le modalità di accoglienza per richiedenti asilodifferiscano secondo le porte di ingresso:
  1. I primi vengono giustamente soccorsi già in mare e qui ricevonouna prima assistenza sanitaria a cui fa seguito un successivo controlloall’arrivo sulla terra ferma e un altro ancora all’arrivo in regione(area di emergenza dell’ospedale di Palmanova); infine, all'interno deiprogetti di accoglienza e con la collaborazione degli operatori deglienti gestori, nelle provincie di Udine e Trieste, i Dipartimenti diPrevenzione si fanno carico degli accertamenti e dei percorsi sanitari,secondo protocolli condivisi e collaudati da molti anni che comprendonol'affidamento ai medici di medicina generale.
  2. I secondi entrano in regione solitamente dall’Austria,singolarmente o a piccoli gruppi; e non possono usufruire di nessunpercorso predefinito e così ripetutamente si ricade nella logicadell’emergenza. Dalle zone di confine (dove magari, se individuati,ricevono un foglio di via) raggiungono comunque in breve tempo le cittàcapoluogo sede di questura e quindi luogo di potenziale avvio dellaprocedura di riconoscimento, probabilmente richiamati dal passaparola.A Trieste esiste un percorso accettabile di primissima accoglienza: noncosì a Gorizia, a Udine e a Pordenone, dove con l'arrivo in cittàinizia un periodo di durata indeterminata (dalle settimane, al mese opiù) di sopravvivenza con mezzi di fortuna, in luoghi assolutamenteinidonei ad accogliere chichessia (fabbriche o case abbandonate,improbabili tende o baracche, pensiline o stazioni), privi di serviziigienici, con sovraffollamento e condizioni di vita inaccettabili e cheinevitabilmente possono favorire anche l’insorgere e il diffondersi dimalattie sociali. Quando i numeri e la conseguente visibilità fannoscattare l’allarme sociale allora viene attivato un piano di emergenzaper trovare collocazione più adeguata a queste persone, che fino a quelmomento hanno potuto contare solo sul sostegno spontaneo dei cittadini.
Il GrIS Fvg sottolinea chequeste situazioni sono inaccettabili e insostenibili anche dal punto divista sanitario: è fondamentale ridurre al minimo la fase del disagiosociale, quella più a rischio anche per la salute; è indispensabile chele persone possano accedere da subito, senza pregiudiziali, adun’accoglienza minima ma dignitosa, che fornisca loro un letto eservizi igienici , in attesa di un’accoglienza più strutturata.

Il GrIS Fvg ribadisce chequesta primissima accoglienza richiede logisticamente di inviduare perogni area territoriale (ad esempio per ogni azienda sanitaria) un luogospartano ma dignitoso: un tetto, un letto, una doccia, un pasto sonoprerequisiti irrinuniciabili per la tutela della salute dei “profughi”e la sicurezza di tutta la popolazione. Gli operatori addetti a questaprimissima accoglienza valuteranno la eventuale necessità di unintervento infermieristico e/o medico: è fondamentale che sia garantitoe facilitato l'accesso ai servizi sanitari, superando anche le barriereburocratiche e amministrative sia attraverso l'assegnazione in primaistanza del codice STP sia accelerando i tempi per il rilascio delladocumentazione necessaria per l'iscrizione al Servizio SanitarioRegionale così come previsto dalle normative vigenti.
I problemi più frequenti (come dimostrano i dati derivantidall’esperienza locale ma non solo), strettamente dipendenti dallecondizioni di vita, sono rappresentati da infezioni respiratorieintercorrenti, dolori osteoarticolari, disturbi psicosomatici. Poi c'èla scabbia: patologia dovuta proprio alle cattive condizioni igienicheche si evita avendo a disposizione una doccia, vestiti e letto puliti.Durante questa fase transitoria che non dovrebbe superare un paio disettimane, l’assistenza sanitaria potrebbe essere garantita dalladisponibilità di un supporto infermieristico territoriale e/o da unmedico convenzionato con l’ASS territorialmente competente (un medicodi medicina generale o di continuità assistenziale) oppure da uninfermiere o un medico volontario di una associazione coinvolta neiprogrammi di accoglienza, che garantiscano la reperibilitàdiurna/notturna con visite all’interno del centro, in analogia conquanto già avviene, ad esempio, nei centri di accoglienza per minorinon accompagnati. Secondo il GrIS Fvg è opportuna una adeguata attivitàdi informazione e formazione sulle questioni sanitarie ed è necessariodefinire percorsi
chiari e condivisi qualora sia necessario ricorrere alle strutturesanitarie per una valutazione dello stato di salute in presenza disegni o sintomi di malattie acute o di situazioni di rischio per glioperatori o per l'immigrato stesso: tempi, modi, orari, accessi,operatori di riferimento dei centri di accoglienza e delle strutturesanitarie sia ospedaliere per il pronto soccorso sia territoriali persuccessive prese in carico ma anche per una valutazione di eventualimisure preventive o solo di una rapida consulenza telefonica.
Superata questa fase transitoria di primissima accoglienza, il GrIS Fvg condivide le proposte diuna accoglienza diffusa secondo il modello dello SPRAR che coinvolgaenti e comunità locali e che permetta attività di inclusione sociale,civile e culturale. Con l'ingresso nei programmi di accoglienzastrutturati è possibile realizzare appropriati percorsi di accoglienzasanitaria con una gestione ordinaria e non emergenziale, in un’otticamultidisciplinare, in rete con il territorio, con interventi diprevenzione secondaria e con azioni finalizzate a “prendersi cura”della salute dei migranti, degli operatori e della collettività.
Grazie anche al lavoro del GrIS Fvg,degli enti dello SPRAR della rete “voikrucigo/crocicchio”, delleCaritas diocesane, e dei Centri di accoglienza, coinvolgendoDipartimenti di Prevenzione e Distretti Sanitari e MMG, da molti anniquesti percorsi sono concretamente realizzatti nei diversi contestiterritoriali, contribuendo prevenire accessi inappropriati ai ProntoSoccorso, a evitare allarmismi, incomprensioni ed eccesso diprestazioni, migliorando serenità e sicurezza delle comunità, capacitàrelazionali degli operatori,appropriatezza delle scelte cliniche emodalità di accesso ai servizi sanitari, superando barriereburocratiche e culturali, stereotipi, paure e pregiudizi.
Partendo dalla considerazione che i numeri non giustificano alcunallarmismo né sociale né sanitario, l'accoglienza anche degli arrivivia terra dal confine nord-orientale e dalla rotta balcanica, potrebbeessere affrontata con una programmazione condivisa da Regione,Prefetture, Questure, Enti locali, Aziende sanitarie, Caritas,associazioni, centri di accoglienza e volontari, iniziando da unamappatura costantemente aggiornata dei servizi di rete chepermetterebbe di conoscere in tempo reale le disponibilità di risposteconcrete alle necessità e ai bisogni.

Il GrIS Fvg ha deciso diindirizzare alle autorità competenti proposte concrete e formalirichieste di intervento affinchè:
  • in ogni area territoriale dei cinque enti del servizio sanitarioregionale, sia previsto l'allestimento in tempi brevi di una idoneastruttura deputata alla “primissima accoglienza”, dotata di serviziigienici e gestita da operatori in grado di riconoscere i bisogniprimari e di lavorare in rete, come prerequisito essenziale per latutela della salute e della sicurezza  sia garantito un costantecoinvolgimento degli enti locali per una accoglienza diffusa einclusiva, condivisa con le comunità ampliando i posti diponibili nelmodello SPRAR
  • la Direzione centrale Salute della Regione emani direttive chiareper le modalità di fruizione del diritto alla salute, previsto dallenormative in vigore, dei richiedenti protezione internazionale, ondeevitare disomogeneità territoriali e difficoltà per gli operatori
  • l'Assessorato regionale alla Salute ribadisca l'opportunità diapplicare diffusamente e omogeneamente, seppur con modalità operativedifferenti a seconda delle diverse organizzazioni territoriali, iprotocolli regionali per percorsi sanitari di screening e diaccoglienza sanitaria, a tutela della salute del singolo e dellacomunità, sperimentati fin dall'avvio del progetto Codroipolis eulteriormente condivisi e consolidati nelle circolari regionali nel2011 in occasione della cosidetta emergenza nord-Africa
  • venga riattivato quanto prima presso la Direzione centrale Salutee Protezione sociale un Gruppo di LavoroTecnico per la salute dei migranti a cui partecipino operatorisociosanitari che in questi anni hanno maturato esperienza sul campo,designati da ciascun ente del Servizio sanitario regionale e che rilevie analizzi le diverse problematiche proponendo soluzioni pratichederivanti anche dalle buone pratiche già in atto, ascoltando ancheassociazioni ed enti competenti sulla tutela e la promozione dellasalute dei migranti.
  • in attesa di conoscere i tempi dell'iter della nuova leggeregionale sull'immigrazione, presso l'Assessorato regionale competentevenga comunque attivato subito, senza indugi un tavolo permanente sullaProtezione internazionale e umanitaria costituito dairappresentanti degli Enti Locali, delle Prefetture, delle Questure,delle Aziende Sanitarie, degli enti gestori del Sistema SPRAR e delleassociazioni aventi pluriennale e comprovata esperienza nella gestionedei servizi di tutela, accoglienza e mediazione culturale deirichiedenti asilo e dei rifugiati.
Il Consiglio Direttivo del Gruppo Immigrazione Salute Friuli VeneziaGiulia della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni
Zugliano di Pozzuolo del Friuli, 22 gennaio 2015

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