Acqua, scuola, sanità in Benin

Il racconto di un'esperienza

Centro Balducci - lunedì 6 febbraio ore 18.00
CentroBalducci - lunedì 6 febbraio 2012 ore 18.00

…“Ora sento che devo tornare da quella gente, da quei bambini, daquelle instancabili suore della "Provvidenza"… e cercare di aiutarlisenza sconvolgere la loro vita o imporre il nostro modellooccidentale…”           
Marco Bolzon


Marco Bolzon
Già da tempo mi ero accorto di una presenza nuova alla messadomenicale. Un signore coi capelli bianchi e oggi con lui c'erano altredue persone sconosciute. A fine messa uno di questi due presenta allanostra comunità (i Rizzi) il gruppo missionario "Amici di Udine" equanto ha fatto e ha in programma di fare in Costa d'Avorio e in Benin.Il mio "desiderio d'Africa" che da tempo covava in me era statosvegliato. Li rividi - Roberto, Danilo e Gastone - al ritorno del loroultimo viaggio africano e lì mi innamorai dei loro racconti, deipaesaggi e delle persone immortalate nelle diapositive che cimostrarono. Mi affascinò il loro progetto di costruire un pozzo d'acquapotabile in un villaggio del Benin… Non fecero in tempo a dire chedesideravano allargare il gruppo che io mi ero già proposto di partirecon loro l'anno seguente, il 2008.
Nei mesi successivi il mio slancio prese concretezza grazie anche alcontinuo sostegno e incitamento di Cristina, mia moglie. Per ora leisegue i nostri viaggi da casa tramite i nostri SMS, i racconti, le fotoma forse domani…
Poi finalmente sono arrivato in Africa! È stato un amore a prima vista!Tutto nuovo: il clima, i paesaggi, la gente, le usanze, gli sguardi, isorrisi… ma soprattutto la semplicità e la tranquillità della loro vitanonostante il tenore sia molto basso. Ora sento che devo tornare daquella gente, da quei bambini, da quelle instancabili suore della"Provvidenza"… e cercare di aiutarli senza sconvolgere la loro vita oimporre il nostro modello occidentale. Sappiamo che sono gocce nelmare, anzi nel deserto, ma sono gocce di tante persone che sostengonoquesta nostra missione, di tanti benefattori grazie ai quali riusciamoa dare a quella gente non il superfluo ma il necessario: l'acqua, lasanità e l'istruzione.
Quando parlo dei miei viaggi con qualcuno rivedo solo le cose belle e imomenti emozionanti, le difficoltà e i notevoli disagi sopportatipassano subito in secondo piano. Mi dicono che mi cambia la voce, gliocchi mi brillano… So che la gente lo chiama il "mal d'Africa" ma iosono proprio contento d'essermi "ammalato"… grazie a Dio!

Cristina Bulfon
La mia esperienza dell'Africa è più che altro un accompagnamentospirituale e posso parlarne solo indirettamente non essendoci mai stata.
Nel 2008 mio marito Marco è partito per questa avventura: da un latoero felice perché noi abbiamo molto: ci amiamo, abbiamo una famiglia,una casa, un lavoro e crediamo sia giusto condividere tutto ciò con chinon ha o che da secoli viene sfruttato a vantaggio di pochi. D'altraparte ero anche preoccupata perché il viaggio è lungo, verso una terramolto diversa dalla nostra e - questa è solo una mia sensazione - piùpericolosa.
In realtà il Signore ha premiato la nostra fiducia in Lui e Marco èsempre tornato a casa con molto più di quello con cui era partito: laporta che abbiamo aperto ha fatto entrare nella nostra vita tanti nuoviamici, un modo nuovo di guardare chi ha la pelle scura e un modo nuovodi guardare le cose che abbiamo.

Amici di Udine: sito www.amicidiudine.it - indirizzo mail: info@amicidiudine.it-  altricontatti

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