Acque nostre, kilowatt e soldi loro!

Comunicata stampa

L'energia prodotta in regione supera la richiesta
Comunicatostampa

Recentemente si è assistito ad una intensificazione di prese diposizione sulle infrastrutture energetiche nella nostra regione.Infatti:
  • Terna spa ha accentuato la sua morsa coloniale sul Friuli;
  • il presidente Tondo ha dichiarato “vogliamo fare ilrigassificatore a terra e realizzare due elettrodotti, verso Somplago everso il Friuli centrale, anche a costo di giocarci una parte delconsenso”;
  • l’ABS ha calato un pesante ricatto occupazionale minacciando diandarsene in Serbia;
  • il triestino segretario regionale della CGIL, Belci, ha fatto dabattistrada per far complicemente passare il ricatto di ABS,dimenticando di lavorare al Sindacato e non in Confindustria e che lalinea filopadronale sua, dei Moretton e dei Sonego ha portato allasconfitta la sua parte politica nelle regionali;
  • mentre il neosegretario della Lega Piasente chiede l’interramentodell’elettrodotto Redipuglia-Udine, l’assessore regionale Seganti,leghista triestina, sostiene invece il progetto aereo e promettesoldi  pubblici ad ABS;
  • persino il riservato ing. Benedetti, presidente della Danielispa, incassata la variante aerea dell’elettrodotto Redipuglia-Udine, inuna dichiarazione a Il Sole 24 Ore apre il caso delle linee elettricheche dall’Austria servono il Nord del Friuli. Il pensiero correnaturalmente al megaelettrodotto privato Wurmlach-Somplago attraversola Carnia avversato da Comuni e popolazione.  Popolazione giàesacerbata da una politica predatoria sempre più aggressiva, sorda eottusa, che sta portando alla chiusura di servizi essenziali e deltribunale di Tolmezzo, che rende la situazione ogni giorno piùesplosiva.
Ebbene, a tutti questi signori, smemorati, è il caso di ricordarealcuni fatti. 

L’approvigionamento elettrico del Norddel Friuli.
Dovrebbero sapere che poco distanti dalla zona industriale di Osoppo,oltre a una miriade di piccole centrali idroelettriche, sono infunzione quelle grandi di Ampezzo e di Somplago, costruite dalla SADEnegli anni ’50 succhiando indiscriminatamente tutte le acque dellaCarnia centro-occidentale, lasciando desertificati 80 km.di alvei,mentre la corrente elettrica prodotta è portata lontano da noi. Acque nostre,kilowatt e soldi loro!
La privatizzazione delle centrali
Dov’erano i nostri industriali, i sindacalisti alla Belci, i nostribanchieri, la nostra Regione, i nostri rappresentanti istituzionaliquando lo Stato pose in vendita queste due centrali e non solo queste?Assenti! Privi di una visione strategica! Avrebbero potuto e dovutocomprarle ed invece  hanno lasciato che  finissero,attraverso Edipower spa, nelle mani di potentati foresti i quali ora sicomportano da colonialisti sul nostro territorio, grazie allacomplicità delle stesse Istituzioni. Se le avessero comprate allora,oggi non avrebbero bisogno, ammesso che di bisogno si tratti e non dispeculazione, di giganteschi elettrodotti scaricandone i costi sociali,ambientali e sanitari sulla popolazione e sul territorio, con lapretesa di realizzarli aerei per risparmiare sui loro costi anzichéinterrati, come già si fa nei paesi civili e richiesto dai Comuni,dalle popolazioni e non solo dagli ambientalisti.
L’esempio del Trentino Alto Adige.
Tutti questi signori della nostra Regione Autonoma a Statuto Specialenon hanno avuto neppure il buon senso di copiare quello che nel settoreenergetico è stato realizzato dalle Province, pure Autonome, di Trentoe di Bolzano, le quali  sono titolari di società elettriche,Dolomiti Energia e Sel ripettivamente, i cui azionisti sonoprevalentemente enti pubblici nella prima e soltanto pubblici nellaseconda.   
Esse possono garantire in tal modo una politica energetica autonoma avantaggio di tutti gli utenti. Hanno così attuato il principio “padronia casa nostra”, dimenticato dai leghisti nostrani alla Fontanini, proni agli interessi della padana multiservizi A2A proprietaria dellacentrale di Monfalcone e, attraverso Edipower, della gran partedell’idroelettrico nella nostra regione. Principio dimenticato anchedagli esponenti del centrosinistra, anche anch’essi pronti adallinearsi agli interessi della “amica” multiservizitorinese-genovese-emiliana IREN.
Cui prodest?  Tutti questisignori hanno la pretesa di realizzare degassificatori, elettrodotti,la centrale a pompaggio sul lago di Cavazzo, disseminano di centralinegli ultimi rii rimasti desertificandoli, tutto in assenza di un pianoenergetico regionale. Vien da pensare al pericolo che si correrà direstare fulminati da una scossa alzando un dito in aria se si dovesserorealizzare tutte queste infrastrutture energetiche!
Inoltre, vogliono realizzare tutto questo nonostante, secondo datiTerna, nel 2010 l’energia qui prodotta superi la richiesta, le centralitermoelettriche di Toviscosa e di Monfalcone funzionino di gran lungaal di sotto del loro potenziale, mentre il pompaggio sul lago diCavazzo, di cui provocherà la morte, assorbendo dalla rete più energiadi quanta ne produca, serve ai padroni foresti di Edipower, con lacomplicità dei “sorestanz” locali, a produrre non più energia bensì piùsoldi grazie trucchetto delle sovvenzioni pubbliche pagate in bollettadagli utenti. Un’assurdità dal momento che nella centrale di Somplago èpossibile produrre più energia senza il pompaggio.
La privatizzazione del settore elettrico ne ha fatto un’ampia prateriaper il business speculativo in cui a guadagnare sono i produttori e aperderci le utenze civili. Gli industriali ricattano i lavoratoriminacciando di delocalizzare sapendo che mamma Regione,indipendentemente dal suo colore politico, ben intende ciò che essi inrealtà vogliono: più che la corrente elettrica, il solito flusso disoldi pubblici, che hanno sempre ricevuti e… tanti.  Soldi che, asentir loro, si devono ricavare tagliando sempre più profondamentenella carne viva della gente.
Non sarebbe ora che tali finanziamenti pubblici, qualora giustificatida vere analisi costi-benefici, fossero erogati alla ferma condizionedella loro restituzione in caso di delocalizzazione della produzione?
Altro che ricatti! Altro che Belci!

10 luglio 2012

Comitato per  la tutela delle acque del bacino montano delTagliamento. Tolmezzo
Comitato “Per altre Strade”. Val Tagliamento
Comitato per la difesa e lo sviluppo del lago. Val del Lago
Comitato Acqualibera. Paluzza – Val del But
Legambiente. Circolo della Carnia-Canal delFerro-Valcanale    
  


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