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Appello
Per una immediata riapertura dei confini lungo i Paesi della rotta balcanica
Chiusi i confini della Macedonia
IMMIGRAZIONE
Appelloper una immediata riapertura dei confini lungo i Paesi della rottabalcanica
Chiusi i confini della Macedonia
29 novembre 2015
In questi giorni, dal confine greco-macedone di Idomeni fino a tutti iconfini dei Paesi della cosiddetta ‘rotta balcanica’ (Macedonia,Serbia, Croazia e Slovenia), stiamo assistendo a grandi cambiamenti perle migliaia di persone che tentano disperatamente di raggiungere laFortezza Europa.
Mentre l’attenzione dei media è tutta concentrata sull’allarmeterrorismo, dal 19 novembre i confini della Macedonia sonoufficialmente chiusi per tutti coloro che non possono provare di esseresiriani, afgani o iracheni. Cio’ in spregio all’art. 3 dellaConvenzione di Ginevra che sancisce espressamente il divieto didiscriminazione (‘Gli Stati Contraenti applicano le disposizione dellapresente Convenzione ai rifugiati senza discriminazioni quanto allarazza, alla religione o al paese d’origine).
Calato da settimane il sipario sulla rotta balcanica, i governi deipaesi che da mesi gestiscono l’attraversamento dei confini da parte dimigliaia di persone hanno semplicemente deciso di tracciare una linea,dividendo ‘chi ha diritto all’asilo’ da coloro che arbitrariamentevengono definiti ‘migranti economici’ (definizione, quest’ultima,improvvisamente portata alla ribalta da tutti i governi dei Paesieuropei coinvolti).
Ad oggi, stando a quanto sta succedendo a Idomeni, confinegreco-macedone, sono da considerarsi ‘migranti economici’ coloro cheprovengono dalla Palestina, dalla Somalia, dall’Eritrea, dall’Iran emolti altri paesi così come tutti/e coloro che non possono dimostraredi provenire dalle tre nazionalità “selezionate”.
Nonostante per ora le organizzazioni internazionali sul posto - il cuioperato e il cui raggio di intervento sono stati negli ultimi mesi nonadeguati - siano molto caute nel definire ciò che sta succedendo (siparla di persone ‘bloccate ai confini’, di ‘situazione molto tesa’),appare invece evidente che quanto sta accadendo è una vergognosa formadi respingimento di massa sotto forma di separazione su base etnica enazionale (per altro coordinata anche da Paesi quali Serbia eMacedonia, che l’UE in teoria considera ‘non sicuri’ per i richiedentiasilo). Davanti ai confini chiusi ci sono famiglie con bambini, ci sonocentinaia di persone esposte al freddo e alle intemperie che sperano -a quanto pare inutilmente - che il confine riapra anche per loro, ormai‘profughi di serie B’. Desta molta preoccupazione, a tal proposito, ilcomunicato diramato da UNHCR, IOM e UNICEF nel quale si esplicitano le“categorie” di migranti: “(...)to identify those who are in need ofprotection, those to be relocated to other European countries, andpeople who do not qualify for refugee protection and for whom effectiveand dignified return mechanisms have to be put in place” legittimandoimplicitamente le procedure di discriminazione su base etnica enazionale appena introdotte
Chiediamo immediatamente la riapertura dei confini sulla rottabalcanica e la cessazione immediata di questa arbitraria e criminale‘selezione del migrante’ che viola esplicitamente il dirittointernazionale ed europeo, che garantisce il diritto di chiedere adasilo a chiunque ed indipendentemente dalla nazionalità.
Chiediamo che i profughi bloccati al confine greco-macedone possanoproseguire il loro viaggio verso l’Europa, e che nessuno dei paesibalcanici blocchi i migranti lungo la rotta.
Ricordiamo che la Convenzione di Ginevra sancisce il divieto diespulsione e di rinvio al confine: ‘Nessuno Stato Contraente espellera’o respingera’, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini diterritori in cui la sua vita o la sua liberta’ sarebbero minacciate amotivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza,della sua appartenenza o a un gruppo sociale o delle sue opinionipolitiche’ e che la stessa UNHCR con un comunicato del 30 gennaioscorso ribadiva la raccomandazione del 2008 di non rimandare irichiedenti asilo in Grecia.
Invitiamo le organizzazioni internazionali presenti sul posto adocumentare i respingimenti e a portare avanti immediate azioni legali,perchè quanto sta succedendo non resti impunito.
In un momento in cui le libertà e i diritti sembrano dover essere messiin secondo piano in nome della lotta al terrorismo, ribadiamo che sonoproprio quei diritti e quelle libertà l’arma più efficace e duraturacontro il terrore.
Invitiamo a firmare e condividere questo appello perchè le massicceviolazioni dei diritti dei rifugiati e dei richiedenti protezione incorso lungo la rotta balcanica cessino immediatamente.
Primi firmatari:
ADIF- Associazione Diritti e Frontiere
Progetto Melting Pot Europa
Garibaldi 101
Ospiti in Arrivo
Campagna LasciateCIEntrare
Tenda per la Pace e Diritti
Rete Solidale Pordenone
Associazione Immigrati Pordenone
Coordinamento Welcome Refugees FVG
Altre adesioni
Dalla Parte dei Bambini Onlus
Le Mafalde- Associazione Interculturale
Associazione SOS diritti Venezia
Scuola di italiano Liberalaparola- Marghera
Rete della Conoscenza, Link - Coordinamento Universitario eUnione degli Studenti
Anomaliaparma.org
Comitato "chiamata contro la guerra"-Parma
Migr-Azioni a.p.s
Redazione di NotizieMigranti.EU
Rete Antirazzista Catanese
Accoglienza Degna, Bologna
Laici Missionari Comboniani di Palermo
Progetto Rebeldia- Pisa
Archivio delle Memorie Migranti
Associazione Cinema e Diritti
Legacoopsociali FVG
Associazione Compare
Associazione la Kasbah
Ambasciata dei Diritti di Ancona
Associazione Liberacittadinanza
Inicijativa za podršku izbjeglicama "Dobrodošli"- Zagreb (Croatia)
Rise Hub a.p.s. laboratorio permanente di progettazione per l’innovazione sociale
Coop. Soc. Progetto Con-Tatto ONLUS- Pavia
Rivoltiamo la Precarieta’- Bari
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Per adesioni scrivere a
tendapace@gmail.com
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