ARRESTI DOMICILIARI DEL SINDACO DI RIACE

Comunicato stampa di Mons. G.M. Bregantini

Campobasso, 3 ottobre 2018
"ARRESTIDOMICILIARI DEL SINDACO DI RIACE"
Comunicato stampa di Mons. G.M.Bregantini
già Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace per 14 anni

Davanti al fatto degli arresti domiciliari del Sindaco di Riace, MIMMOLUCANO, esprimo la mia profonda amarezza e dolore. Per lui e per tuttala comunità del paese e della Calabria tutta, dove sono stato Vescovoper ben 14 anni.
Sento perciò di dire una parola di vicinanza e di solidarietà, chepossa essere di conforto all’amico Mimmo e di luce per tutti i fedelidella zona. Infatti, ritengo che l’agire di questo sindaco, coraggiosoe tenace, sia stato fecondo di bene e fortemente progettuale. Ha coltol’occasione che gli era stata posta dai fatti, quella cioè diaccogliere anni fa un vascello di cittadini Curdi, che per caso erasbarcato sulle coste del suo paese. Ha sentito dentro un grandemovimento di umanità, che lo spingeva alla solidarietà diretta efattiva. In questo cammino, ha coinvolto progressivamente l’intero suopaese, Riace. Specie il centro storico, dove ha potuto così riattivaree riabitare tante case vuote, perché i proprietari erano emigratialtrove. Terra quindi di emigrazione, la Calabria. E perciò terra chemeglio può esprimere un cuore vivo di empatia relazionale.
Proprio su questa empatia relazionale ha poi proseguito il suo cammino,sostenuto personalmente anche dalla nostra Chiesa di Locri - Gerace. Atratti è stato un itinerario anche rischioso, spesso dovendo scontrarsicon logiche di comodità o di interessi malavitosi. Ma di certo, è statoun uomo lungimirante, un sindaco che ha capito che solo valorizzandogli immigrati si porterà beneficio ai nostri cittadini italiani. Nonuno contro l’altro, ma solo insieme. Ha creato benessere per tutti,riaperto la scuola, riattivato antichi mestieri che nessuno ormaifaceva ma che erano la salvezza economica della Calabria dando lustro aquella terra, che così diventava famosa non solo per l’arte dei bronzi,ma anche per la forza dell’umano, oggi. Ha poi sempre mantenuto unatteggiamento collaborativo, pur  dentro una forte spintaprofetica,che lo portava a guardare ben oltre gli ristretti steccatidel paese.

Confido nella magistratura perché possa far luce su tutta questadolorosa vicenda. Sento però che tutto potrà essere chiarito se sispegneranno quei toni polemici di chi cerca non la verità ma lavittoria di opinioni personali interessate. E’ in gioco il bene comunedel paese.

Chiedo alla politica di riflettere bene su questo “modello”, specie inquesto momento di grandi battaglie, per evitare che in futuro ilbinomio tra sicurezza e migranti diventi negativo e dicontrapposizione. I migranti, come si impara da Riace, sono una risorsanon un pericolo. Riattivano paesini che stanno morendo, come giàconstatiamo con tante trepidazione anche in Molise. Accoglierli consaggezza e con un buon piana di integrazione, specie insegnando loro lanostra bella lingua italiana, renderà più aperti i nostri cuori e lenostre città. Perché è vero quello che scrive papa Francesco, nella suaEvangelii Gaudium,   quasi descrivendo la piccola Riace:"Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integranoi differenti e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore disviluppo!" (EG 210).

E’ con queste parole di luce che affido al Signore questa soffertavicenda umana e sociale, certo che il Signore aprirà nuove strade disperanza e di consolazione per tutti.

Campobasso, 3 ottobre 2018, p. GianCarlo Bregantini, Vescovo

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