Dona ora!
Chi siamo
Mission
Storia
Organizzazione
Ufficio di presidenza
Consiglio direttivo
Gruppi di lavoro
Statuto
Bilancio sociale
Trasparenza
Cosa facciamo
Accoglienza
Biblioteca
Cultura
Convegno di Settembre
Altri eventi
Lettera di Natale
Notiziario
Diritti
Rete DASI FVG
Giustizia
Carcere
Cooperazione internazionale
Fondatore
Biografia
Galleria
Riflessioni
Pubblicazioni
Agenda eventi
Come aiutarci
Diventa socio
Volontariato
Servizio Civile
Donazioni
Contributi
Cibo e vestiario
5 per mille
Lasciti testamentari
Contatti
Contattaci
Dove siamo
Iscrizione newsletter
Sala Petris
Dati tecnici e regolamento
Prenotazione
Parrocchia
Orari Messe
Eventi parrocchiali
Foglio della domenica
Siti amici
Cerca nel sito…
Contiene
Inizia per
E' uguale a
Visualizza
10 records
25 records
100 records
Tutto
Dona ora!
Evento
Cambiamenti climatici, migrazioni e conflitti
Incontri con Giorgio Gallo
Udine, 19 e 21 novembre 2016
Cambiamenticlimatici, migrazioni e conflitti
Incontri con Giorgio Gallo
Udine, 19 e 21 novembre 2016
Giorgio Gallo
,presidente del corso di laurea in scienza della pace, Università diPisa, sarà a Udine nel mese di novembre per due incontri:
SABATO 19 NOVEMBRE ORE 18.30
presso
LaBiblioteca dell'Africa
-
Via Cesare Battisti7/a, Udine
Cambiamenti climatici, migrazioni econflitti
I fattori ambientali legati al clima e alle sue variazioni sono statistoricamente all’origine di molteplici conflitti. I meccanismi cheportano a conflitti sono diversi e complessi. In alcuni casi interepopolazioni, spinte da difficili condizioni ambientali e alla ricercadi condizioni di vita migliori, si spostano invadendo nuovi territoried entrando in conflitto con le popolazioni che vi vivono. Questo fu,ad esempio, il caso delle invasioni degli Unni nel quarto secolo. Inaltri casi migrazioni esterne o interne, motivate da cambiamenticlimatici, creano o contribuiscono a creare situazioni di instabilitàsociale da cui scaturiscono violenze e conflitti. Questo è, almeno inparte, il caso dell’attuale conflitto in Siria. Attraverso l’analisi didiversi casi reali, nel seminario verranno analizzati i meccanismi chelegano cambiamenti climatici, migrazioni e conflitti.
LUNEDI' 21 NOVEMBRE ore 18.30
Circolo ArciMissKappa
,
via Bertaldia 38,Udine
Rendere pensabile l'impensabile
Per potere fare la guerra bisogna prima essere capaci di immaginarla, ènecessario che sia resa familiare, accettabile, normale e perfinonobile. Se questo vale per ogni guerra, vale in modo particolare per laguerra nucleare, che in un certo senso è il “completamente altro”,qualcosa di impensabile. Nel seminario si tratterà del tema dellapianificazione della guerra nucleare, con una particolare attenzione alversante psicologico, cioè alla costruzione di narrazioni capaci direndere, nella popolazione civile, accettabile, pensabile, l'idea diguerra nucleare e sopportabili i suoi effetti. Si farà anche vederecome ancora oggi, e anche nel nostro paese, narrazioni che rendanonormale o nobilitino la guerra vengano usate perché non si mettano indiscussione le enormi spese militari.
IMMAGINAREE COSTRUIRE UN MONDO DI PACE
Viviamo in un mondo dove, forse mai come ora, la pace è al centro deldibattito politico. Gli interventi umanitari, le missioni militari e leguerre sono fatte in nome della pace. Nonostante ciò, le persone cheancora oggi vivono in condizioni che difficilmente potremmo definirepacifiche, non è sono mai state così numerose.
Dobbiamo ripensare il significato di “pace”. Negli Studi per la Pace, ècomune la distinzione fra “pace negativa”, intesa come l’opposto dellaguerra e della violenza diretta, e la “pace positiva”, una condizionesociale in cui lo sfruttamento è eliminato o minimizzato, dove l’equitàe la giustizia caratterizzano le relazioni umane, così come l’armoniafra gli essere viventi e con la natura nel suo complesso.
L’opposto della “pace positiva” è ancora una volta la violenza maintesa in un’accezione più ampia come “qualunque azione o condizioneche impedisca alle persone di godere delle libertà delle quali hannoragione di apprezzare”(Amartya Sen). Una violenza, dunque, che assumemolteplici forme.
La condizione di povertà estrema nella quale vivono in molti: secondola FAO, in un mondo dove oggi si producono più beni alimentari che mai,le persone che vivono con meno di un dollaro al giorno sono oltre unmiliardo. Il divario tra ricchi e poveri , che è cresciuto in più deitre quarti dei paesi membri dell’OECD negli ultimi vent’anni. Lamancanza di accesso al cibo, a rifugi, all’assistenza sanitaria, checolpisce fra gli altri, anche moltissime persone nei paesi ricchi. Einfine, gli effetti delle variazioni climatiche a livello globale che,secondo l’IPCC, inaspriranno le condizioni di vita di coloro che giàvivono nei paesi poveri, acuendo i drammatici fenomeni di migrazioni dimassa e la sofferenza e i conflitti che ne conseguono.
La costruzione di un mondo di pace, certamente l’obiettivo piùambizioso e più difficile che l’umanità affronta oggigiorno, implica ildover far fronte a tutti questi problemi. Richiede non solo un forteimpegno, ma anche la capacità di immaginare una nuova e diversa societàcaratterizzata dalla convivialità e dalla condivisione, basata sullalibertà, la giustizia, la democrazia e la solidarietà.
Nato a Palermo il 27 luglio 1942,
Giorgio Gallo
è Professore di Ricerca Operativa presso l’Università di Pisa.
La sua ricerca si è concentrata prevalentemente sui modelli e i metodidi decision making, etica, scienza e analisi dei conflitti. Oggiinsegna il corso di “Simulazione e Logistica”, “Decisioni in situazionidi complessità e conflitto” e “Modellistica ambientali”.
Nel 1988 Giorgio Gallo ha fondato insieme ad altri il CentroInterdipartimentale “Scienze per la Pace” dell’Università di Pisa e neè stato il primo Direttore. Dal novembre 2001 sino all’ottobre del 2009è stato il Preside del Corso di Laurea in Scienze per la Pace, unprogramma dell’Università di Pisa orientato alla cooperazioneinternazionale, alla mediazione e alla risoluzione dei conflitti.
Ora svolge ricerche nell’area della risoluzione dei conflitti presso ilCentro “Scienze per la Pace”: la risoluzione/trasformazione di unconflitto può essere visto come un processo decisionale complesso, e visi possono dunque applicare alcune metodologie di analisi ideate per leorganizzazioni complesse.
Giorgio Gallo è attualmente impegnato nello studio delle “Dinamiche disistema” come strumento di analisi dei comportamenti dinamici deiconflitti. In particolare, le sue ricerche riguardano ilconflitto israelo-palestinese. È un membro del Comitato Scientifico del“Center for Conflict Resolution and Reconciliation” di Betlemme.
Dal 1994 al 2000 è stato portavoce nazionale della
Rete Radié Resch di solidarietàinternazionale.
Vedi anche