Ho conosciuto personalmente Margherita Hack il 23 giugno 1993 quandol’ho invitata nella chiesa di Zugliano per una riflessione sul rapportopossibile fra fede e ateismo, piú direttamente fra persone che siconsiderano credenti e altre non credenti.
La motivazione che mi sollecitava partiva dalla percezione che,contrariamente a situazioni considerate definitive e congelate, lestorie delle persone sono in movimento e che certo fideismo e certoateismo specularmente si contrappongono nell’immobilità; che invecedalle due dichiarazioni il discorso, il dialogo, il confronto possonoiniziare, approfondirsi, riscontrare differenze e convergenze.
In realtà, in quale Dio si crede o non si crede? Dio troppo spessonella storia è stato ed è utilizzato strumentalmente per legittimaresituazioni contrarie al messaggio del Dio di Gesú di Nazaret:capitalismo, neoliberismo, ingiustizia, armi, guerre, discriminazioni erazzismo, inquinamento e distruzione dell’ambiente vitale. Il messaggioautentico che chiede coerenza coinvolge nella costruzione dellagiustizia, della nonviolenza attiva e della pace, dell’accoglienza edel rispetto di tutti gli esseri viventi.
Con Margherita ci siamo visti poi in altri momenti significativi,fino ai diversi incontri dell’estate scorsa nella casa di Triesteraccolti nel libro Io credo, dialogo fra un’atea e un prete. Si èdichiarata atea, ritenendo la fede una risposta comoda, ingenua, troppofacile e nello stesso tempo ha ribadito che la sua vita è stataorientata dal “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fattoa te” e “ama il prossimo tuo come te stesso”.
Ha considerato Gesú, che per lei non era Figlio di Dio, uno dei piúgrandi, forse anche il piú grande maestro dell’umanità; con il suo dirediretto lo ha definito “grande socialista della storia” ammirevoleperché si è preoccupato dei poveri, degli affamati, dei deboli, degliemarginati…
Nel nostro dialogo ci siamo reciprocamente comunicati una sintoniadi fondo sull’etica del bene comune, sull’impegno per la giustizia, lapace, l’accoglienza, la dignità di ogni persona, comunità e popolo, lalibertà di coscienza esigita per sé e riconosciuta per tutti; ilrispetto per gli animali e per tutti i viventi. Lei laica e atea, iolaico, umile credente sempre in ricerca e anche prete.
La sento vicina per la sua vita piena, dedicata, impegnata,determinata; per il suo impegno civile che l’ha contraddistinta finoall’ultimo; davvero esemplare e commovente che continuasse a girarel’Italia, a rilasciare interviste, a scrivere libri per ribadire ifondamenti della Costituzione e dei diritti umani, sempre disponibile aogni richiesta. E poi semplice, sobria, essenziale.
Diceva di non riuscire a capire la grande ammirazione e il tantoaffetto nei suoi confronti perché riteneva d’aver compiuto solo quelloche l’impegno le chiedeva. Ha affascinato anche i ragazzi e i giovaniperché scienziata autorevole e donna autentica, diretta, senzaretoriche, né infingimenti, vicina al messaggio del Vangelo molto piúdi sedicenti cattolici che smentiscono con il loro comportamento lafede che dichiarano a parole.
Vicina al Vangelo per il rapporto con Aldo, il marito; la tenerezzafra loro mi ha commosso: un esempio di amore. Il Vangelo di Gesú diNazaret ci dice che saremo giudicati se lo abbiamo o non abbiamoriconosciuto e accolto nell’affamato, nell’assetato, nel denudato divestiti e di dignità, nel carcerato, nell’ammalato, nel forestiero e inogni altra persona nel momento del bisogno: chissà allora come la fedee l’ateismo potranno configurarsi in considerazioni e situazioniinedite, nuove.
Margherita ha detto che con la morte rientriamo nel ciclo dellamateria e della vita; nel dialogo, sempre con grande rispetto, ledicevo di una fede che si affida a una Presenza, quella di Dio che ciaccoglie nel suo mistero: è una fiducia, una confidenza, appunto unaffidamento. Lei concordava che non si può dimostrare che Dio esista,né che non esista; e che la fede è fede…
Poi continuavo: “Margherita, di fatto ambedue nella morte entreremoin una dimensione misteriosa. Comunque sarà stato importante, decisivoavere vissuto in modo umano, degno, lasciando segni, semi buoni diumanità positiva”. Lei ora è entrata in questo mistero e ci lascia unsegno di umanità davvero speciale e significativo.
Margherita ti saluto con stima, gratitudine e affetto
Zugliano, 29 giugno 2013