CIE di Gradisca d'Isonzo: situazione sempre più grave

La denuncia della Tenda per la Pace e i Diritti

Il 2 novembre un altro episodio di violenza
Un altro episodio di violenza al CIEdi Gradisca d’Isonzo. Il 2 novembre, denunciano i familiari di alcunidetenuti, durante la tentata fuga di tre persone dal centro una squadradi poliziotti avrebbe manganellato indistintamente un piccolo gruppo dimigranti che sostava nell’area dei distributori automatici del caffè,stavolta colpevoli di non rispettare l’ordine di rientrare tutti nelleproprie stanze vista la situazione di “emergenza” in corso.
L’episodio arriva dopo la notizia di un massiccio tentativo di fugaavvenuto il 1 novembre, quando una cinquantina di detenuti avrebbecercato di scappare dal centro salendo sul tetto dell’edificio: nessunaconseguenza drammatica in quel caso, grazie alla mediazione di un“poliziotto buono”. Mediazione che non si ripete la sera del 2novembre, quando un gruppo di rappresentanti delle forze dell’ordine,tra cui ci sarebbero stati pure alcuni volti della squadra responsabiledel pestaggio del 15 agosto, di cui Tenda per la Pace e i Diritti hagià dato notizia, si è presentato di fronte ai detenuti, che si sonoopposti all’ordine di rientrare nelle proprie stanze, poichè tre diloro stavano nuovamente tentando la fuga. Una repressione forsepreventiva, per evitare altri tentativi di fuga? Ricordiamo che inquesto momento la struttura di Gradisca ospita diverse persone chevivono in una condizione di salute non idonea (per regolamento) allapermanenza nel centro: anche per queste persone tuttavia, è scattata la“punizione”. Manganellate anche per il detenuto che sta perdendo lavista a causa di una cataratta, visitato in ospedale solo una manciatadi giorni e poi riportato “al sicuro” al CIE, dove dipende dai suoicompagni per qualsiasi azione quotidiana. Sarebbe stato il primo adessere colpito. Botte anche per il ragazzo che aveva tentato il suicidouna decina di giorni fa.
Aspetto grottesco di questo drammatico episodio sono le scuse chesarebbero state fatte ai migranti sia da un responsabile dellastruttura che da un rappresentante delle forze dell’ordine, segnoevidente che si è trattato di un’azione brutale, che è andata ben oltrele “semplici” misure preventive.
Interpellata, la vigilanza ha confermato il fatto che in questi giornici sono state delle dimostrazioni di malcontento da parte degliimmigrati, così come pure alcuni tentativi di salire sui tetti, ma negaqualsiasi azione violenta nei confronti delle persone.
Tenda per la Pace e i Diritti continua a denunciare gli episodi diviolenza che avvengono nel costante silenzio mediatico e politico nelterritorio di Gradisca d’Isonzo. Le notizie che riescono a superare lacoltre del silenzio sembrano dimostrare in modo sempre più lampante cheil CIE rappresenta una sorta di “zona franca” dei diritti umani,diritti in parte sanciti anche dalla nostra Costituzione, maevidentemente non patrimonio di tutti. Ci chiediamo quanti altriepisodi di violenza dovranno essere resi noti prima che si realizzi cheè in corso una vera e propria emergenza democratica all’interno delCIE, che riguarda tutta la cittadinanza, nessuno escluso.

Tenda per la Pace e i Diritti,
5 Novembre 2012

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