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Da Cutro un’onda di umanità
Non disperdiamola, facciamola crescere
Il comunicato di RETE DASI del 7 marzo 2023
Comunicati Stampa
IMMIGRAZIONE
DaCutro un’onda di umanità
Non disperdiamola, facciamola crescere
Il comunicato di RETE DASI del 7 marzo 2023
La RETE DASI FVG ha diramato un comunicato con il quale invita adaderire alla manifestazione di Cutro dell’11 marzo e a mettere unastoffa bianca al braccio "Fermare la strage, subito".
A seguire il comunicato stampa del 9 marzo.
A Cutro, in Calabria, oltre 70 morti (tanti bambini e ancora tantidispersi) ci hanno dolorosamente fatto riscoprire di esser…. “rimaste/iumani”.
“
Se la nostra spiaggia di Steccatonon ha accolto i vostri figli per la vita, ma per la morte perdonateci.Donne e madri di Steccato di Cutro (KR)
”. Così il cartelloall’ingresso del palazzetto con le bare, intriso di dolore e disolidarietà fraterna, vergato da mani popolari.
Sono parole che ci mettono di fronte alle nostre responsabilità nelmancato salvataggio. Non è stato una fatalità perché ostacoliburocratici, decreti e leggi di questi mesi, e negli ultimi anni, sonostati finalizzati a ostacolare le operazioni di soccorso e adelegittimare, denigrare chi faceva qualcosa sopperendo alle carenzedell’intervento pubblico.
Abbiamo assistito attoniti ad una alternanza di dichiarazioni sullaresponsabilità nel naufragio degli stessi migranti o sul “
volevamo salvarli ma non potevamo,andateci voi, l’Europa non ci ha avvisato, nessuno ci ha chiesto aiuto
”,abbinate a silenzi e fughe all’estero, evitando confronti ocontestazioni.
“
Gentile Presidente Meloni, abbiamoaspettato una settimana, la comunità crotonese colpita da un doloreenorme, ha aspettato un suo messaggio….Venga in questa città che haespresso fortissimo il sentimento di restare umani. Di guardare allepersone come tali e non come numeri...L’aspettiamo
”.
Le paroledel Sindaco di Crotone riassumono compostamente la rabbia, il dolore,il grido di giustizia ma anche la scelta di “
restare umani
”, di affrontare ildramma delle migrazioni forzate (oltre 100 milioni di persone costrettea spostarsi dalla propria terra, con provvedimenti che proteggano e noncolpevolizzino donne, uomini e bambine/i che, sulle rotte del mare eterrestri, scappano e, a volte, fuggono per giungere fin sotto lafortezza Europa.
Ora Gorgia Meloni, costretta a rincorrere le critiche, convocherà ilGoverno a Crotone.
Per decidere cosa?
Ancora misure per difendere iconfini minacciati da “orde” di persone che “ci invadono” o per megliofermare chi li aiuta?
Per costringerle, con ogni mezzo, a restare acasa loro?
Per, scusate il crudo ma necessario cinismo, farli restare amorire a casa loro e non qua, “
mettendo a rischio la nostra sicurezza
” ?
C’è in particolare un disperato Paese che, invaso da russi eoccidentali, ha subito per quasi mezzo secolo occupazioni, invasioni,guerre, distruzioni, attentati: l’Afghanistan.
Anche noi abbiamo mandato lì il nostro esercito per “portare pace edemocrazia”. Poi un bel giorno, assieme agli americani, siamo scappatilasciando la popolazione in mano ai talebani.
Oggi per tante e tanti afghani non c’è futuro: o si “sottomettono” eaccettano radicalizzazioni islamiche, discriminazioni di genere eoppressioni per le varie minoranze, con il rischio di carcere e morte,o fuggono. Le promesse occidentali di protezione sono rimaste letteramorta.
Anche la cosiddetta “
Rotta balcanica
ӏ percorsa dalle stesse persone afghane, siriane e da altre rifugiatedopo tante peripezie e violenze fisiche e ogni giorno arrivano nellezone di Trieste, Gorizia, Udine.
Come le accogliamo per consentire loro una vita migliore, garantendo ildiritto costituzionale e quello internazionale all’asilo?
Invece di allestire programmi adeguati di accoglienza, redistribuendolisul territorio nazionale anche l’attuale Governo si affida “alleriammissioni informali” alla frontiera pur sapendo che non sono legalie magari “si lamenta” perché non riesce a farlo come vorrebbe, perchéla Slovenia non collabora ripristinando i respingimenti a catena:dall’Italia in Slovenia, poi in Croazia per respingerli fuoridell’Europa, in Bosnia.
La Regione Friuli Venezia Giulia vuole contrastare la“radicalizzazione” e il mancato rapporto paritario uomo/donna ma nullafa per sostenere chi fugge da quelle condizioni, o peggio finanzia fototrappole e ogni utile congegno per rendere impossibile il transitolungo i confini, cercando di sovvenzionare azioni di contrastoall’ingresso “illegale”, mettendo queste persone nelle mani deitrafficanti , non avendo altri canali d’acceso al nostro Paese.
Come per chi è scappato dall’Ucraina, sarebbe invece possibile attivareprocedure che permettano ingressi regolari per chi fugge da guerre ediscriminazioni, ad esempio dall’Afghanistan o dall’Iran o è vittima ditrafficanti vestiti da governanti come in Libia o ha perso ogni cosa,vittima ora di un immane terremoto che ha colpito la Turchia e il nordSiria, dopo aver subito prima guerre e distruzioni.
Il nostro Governo a Crotone prenderà provvedimenti in tal senso,compreso il ripristino di procedure e attività di soccorso, chiamandoanche l’ Europa a fare altrettanto, o semplicemente “si volteràdall’altra parte” in attesa che passi quest’onda di umanità e sperandonon arrivi subito una nuova tragedia?
Per questo aderiamo tutte e tutti allamanifestazione nazionale che si terrà a Cutro (Crotone) sabato 11marzo: sabato a Cutro COME OVUNQUE in tutta Italia manifestiamoper chiedere, con uno straccio bianco al braccio, di “Fermare lastrage, subito!”.
Rete DASI FVG
COMUNICATO STAMPA
Sabato 11 marzo 2023:
“Fermare la strage, subito!”
Con una stoffa bianca al braccio, alle ore 16.00, in coincidenza con la manifestazione nazionale a Cutro, invitiamo a Trieste all’inizio del Molo Audace per un momento di riflessione e raccoglimento per le tante vittime del recente naufragio e delle varie rotte a cui noi condanniamo i migranti senza garantire ingressi legali.
Metteremo poi in mare un mazzo di fiori con la stessa scritta delle donne calabri “Perdonateci”.
Poi alle ore 17.00 sul Ponte Rosso, dove ogni giorno porteremo dei fiori sulle ringhiere in segno di lutto perché nessuno dimentichi: custode di quel ponte è James Joyce anche lui straniero a Trieste.
A Cutro, in Calabria, oltre 70 morti (tanti bambini e ancora tanti dispersi) ci hanno dolorosamente fatto riscoprire di esser... “rimaste/i umani”.
“Se la nostra spiaggia di Steccato non ha accolto i vostri figli per la vita, ma per la morte perdonateci. Donne e madri di Steccato di Cutro (KE)”: così il cartello all’ingresso del palazzetto dello sport con le bare, intriso di dolore e di solidarietà fraterna, che è stato vergato da mani popolari.
Sono parole che ci mettono di fronte alle nostre responsabilità nel mancato salvataggio.
C’è un Paese che ha subito per quasi 50 anni occupazioni, invasioni, guerre, distruzioni, attentati: l’ Afghanistan. Anche noi abbiamo mandato lì il nostro esercito per “portare pace e democrazia”. Poi un bel giorno, assieme agli americani, siamo “scappati” lasciando la popolazione in mano ai talebani.
Anche la “Rotta Balcanica” è percorsa da persone afghane, siriane e di altre nazionalità che per mesi e anni, con tante perizie e violenze fisiche, oltrepassano i confini e arrivano a Trieste, Gorizia, Udine.
Come le accogliamo per consentire loro una vita migliore, garantendo il diritto costituzionale e quello internazionale all’asilo?
Zugliano (UD), 9 marzo 2023
Comitato Pace Convivenza Solidarietà "Danilo Dolci" di TS
Rete DASI (Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale) FVG
Centro di Accoglienza "Ernesto Balducci" di Zugliano - UD
ICS (Consorzio Italiano Solidarietà) di TS
Vedi anche