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Dare verità al Natale - Giustizia, accoglienza, Chiesa del Vangelo
La 10^ lettera di Natale
Una riflessione sul senso del Natale
LETTERA di NATALE
VITA IN PARROCCHIA
Care amiche e cari amici,
ancora una volta, in prossimità del Natale, desideriamo ritessere ildialogo con voi, per condividere tristezze e angosce, gioie e speranze,più che mai convinti che “nulla vi è di genuinamente umano che nontrovi eco nel cuore dei discepoli di Cristo” (Gaudium et spes, 1).
Questa decima lettera, quindi, per continuare a rifettere con voi sulsenso della nostra esperienza di fede, chiamata a tradursi intestimonianza d’amore. Dieci appuntamenti a cui siamo stati fedeli nelcorso degli anni. Per noi è stata l’occasione di parlare del nostroamore alla Chiesa, popolo di Dio, voluta dal Maestro di Nazaret.
Per chi ci ha letto e ci leggerà, l’opportunità di rifettere supensieri e idee che attraversano le nostre e le vostre menti perscendere poi nei cuori e farne una vera e propria passione.
Siamo un piccolo gruppo di preti. Impegnati in parrocchia, in carcere,sulla strada, nell’accoglienza dei poveri e degli stranieri, per lagiustizia e la pace, nell’ascolto di fratelli e sorelle. Nonpresunzione ma passione, quindi, ci ha stimolato a continuare anchequando il dubbio, la perplessità e la fatica ci avrebbero sconsigliatodi scrivere e di comunicare. L’idea di incontrare il pensiero dimolti, approvazione e dissenso, per poi dibattere e persisterenel cercare la verità, ci hanno fatto immaginare anno dopo anno lalettera di Natale.
Un tempo doloroso ecomplesso.
Condividiamo con tutti voi la complessità della situazione storicapresente.
La crisi economica, causata da una finanza autoreferenziale e senzaetica, provoca ricadute drammatiche sulla vita delle persone e dellefamiglie.
Decine di migliaia sono i licenziamenti dal lavoro e manca ogniprospettiva per il futuro dei giovani in particolare. La crisicoinvolge tutta l’umanità, a partire dagli impoveriti e affamati che dasempre vivono questa condizione. La causa è strutturale ed esigeun’altra visione del mondo, un’economia di giustizia e di uguaglianzareali, una nuova regola di vita.
Ventitré paesi d’Europa hanno aderito, uniti, e in modosignificativo, alle manifestazioni di mercoledì 14 novembre nella qualesono stati evidenziati i costi perversi del mondo della finanzadichiarati come accessori per far parte della “civiltà mondiale”: ilsuperamento e lo svuotamento delle forme di democrazia come le abbiamofino ad ora sperimentate; l’irrisione del significato sociale del lavoro;l’impoverimento radicale di popoli e individui in nome del primato delmercato.
Ci uniamo a queste proteste, considerando anche come i tagli operatinel nostro Paese non abbiano riguardato denaro e immobili dei ricchi néi cacciabombardieri F 35, ma scuola, sanità e welfare, fasce dipopolazione già deboli e in difficoltà.
L’attuale crisi viene da lontano e si intensifica: spaesamento rispettoa dimensioni etiche condivise; diffuse forme di individualismo e dimaterialismo esasperati; minore appartenenza e partecipazione alla casacomune; illegalità e corruzione: ogni anno 60 miliardi di euro dicorruzione e 120 di evasione fiscale, quindi 180 miliardi di eurosottratti al bene comune; crisi della politica; chiusuraautoreferenziale delle religioni in nicchie sacrali separate dallastoria, compresa la Chiesa a cui con convinzione e consapevolezzacritica apparteniamo come preti.
Esprimiamo la nostra convinta partecipazione al movimento che siestende in tutta Europa per una riforma urgente e significativa dellaChiesa.
Ci sentiamo uniti a quanti, sacerdoti e laici, donne e uominidell’Austria e della Svizzera tedesca, movimenti ugualmentepresenti in Germania, Belgio, Olanda, Francia e Italia, operanoper una Chiesa dal volto evangelicamente più umano e con insistenzachiedono un dialogo aperto e sincero su alcune questioni fondamentalianche a partire dal Concilio ecumenico Vaticano II: una Chiesa capacedi dialogare con le religioni, le culture, soprattutto con i drammi diquesta nostra umanità, disponibile a condividere l’Eucarestia con tuttii battezzati e i fratelli riformati, impegnata a ritrovare unacomunione reale con i divorziati e risposati, attenta a valutarepresenza e partecipazione nella comunità ecclesiale di omosessuali,eterosessuali, trans-sessuali, capace di interrogarsi responsabilmentesul sacerdozio alle donne, sul celibato dei preti, sull’ordinazione diuomini sposati.
Una nuova umanità
Quotidianamente condividiamo con tante persone un interrogativo allacui risposta siamo chiamati non in modo teorico, bensì relazionale econ scelte di vita: qual è il nostro progetto di umanità?
Un’umanità nella quale sia affermata e rispettata la dignità di ognipersona, qualsiasi sia la sua condizione e situazione; nella quale siadichiarata e praticata la giustizia; uguale per tutti; la libertà e laverità siano ricercate e attuate; la pace sia vissuta ed esigita,reclamando con forza la progressiva e riscontrabile riduzione dellearmi e delle guerre; nella quale l’accoglienza di ogni altro, conattenzione a chi fa fatica, all'immigrato, al carcerato, al sofferentepsichico, a tante situazioni nascoste, diventi vissuto quotidiano; lasolidarietà non copra l’ingiustizia e l’emarginazione; la gratuità
diventi l’anima dell’agire oltre il dare e il ricevere; la spiritualitàsia dimensione della profondità dell’animo per attraversare ognisituazione della storia.
Avvertiamo oggi la necessità e l’urgenza di ridare verità a questeparole, proprio perché spesso vengono rubate, manipolate, inquinatequando la giustizia viene pronunciata con solennità da chi spessola calpesta; le dichiarazioni di pace coprono azioni di guerra; lalibertà e la verità troppo spesso diventano individualismo, omertà,impunità, menzogna; l’accoglienza è selezionata, emarginata e reclusa;la solidarietà diventa gesto occasionale e assistenziale; la gratuità èavvertita come idealismo ingenuo e perdita di efficienza; laspiritualità come spiritualismo che fugge dalla responsabilità dellastoria. Desideriamo condividere con tutti, uomini e donne, lapretesa di attribuire a queste straordinarie parole la verità dellavita e della storia delle persone; di smascherare e denunciare il lorouso strumentale e inaccettabile.
Sono le scelte e la coerenza della vita a riempire di significatoautentico le parole.
Fragilità e grandezza delnostro essere donne e uomini
Nella nostra vita di preti, ma anche dall'incontro con le storie ditante donne e tanti uomini, sperimentiamo l’ambivalenzadell’essere umano.
E’ certamente importante riflettere sul rapporto fra persona e ambientefamiliare, sociale, culturale, politico, religioso; sugli insegnamentie sui condizionamenti, in relazione alla libertà personale.
Costruire un’umanità più umana, significa assumere tutta l’umanità neisuoi diversi aspetti, senza fideismi e senza parentesi, senza sconti eomissioni, senza la presunzione di essere gli unici a praticare lacarità (come, in forma gravemente antievangelica, afferma uno spottelevisivo: “Se non noi chi?... nessuno”).
A questo proposito, così ci insegna il Concilio Vaticano II: “Tuttaviala Chiesa non pone la sua speranza nei privilegi offertigli dall'autorità civile anzi essa rinunzierà all'esercizio di certidiritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro usopotesse far dubitare della sincerità della sua testimonianza o nuovecircostanze esigessero altre disposizioni”(Gaudium et Spes 76).
La crisi della politica
Che la politica sia indispensabile lo si avverte maggiormente proprioora.
Una delle situazioni più preoccupanti, però, è la crisi dellapolitica che riguarda i contenuti, la rappresentatività, imetodi.
Noi continuiamo a credere con don Lorenzo Milani che la politica “èl’arte di uscire insieme dai problemi, perché tutto il resto è egoismo”e con papa Paolo VI che “la politica è la più alta espressione dellacarità”.
La crisi è culturale ed etica e si concretizza in un apparato diprivilegi separato dalla società; in modalità, linguaggio ecomportamenti troppo spesso offensivi della dignità, del lavoro, dellefatiche, dell’onestà dei cittadini.
Siamo a conoscenza di tante donne e di tanti uomini impegnati inpolitica in modo cosciente e disponibile, vero servizio ai cittadini.Il più delle volte la loro esemplarità viene oscurata da corruzione eillegalità che senza indugi e attenuazioni, andrebbero sempre eprontamente denunciate. Stiamo entrando in un periodo di elezioni alivello nazionale e regionale. Siamo convinti dell’urgenza di unprofondo rinnovamento della politica, a cominciare da una leggeelettorale che esprima e non mortifichi la democrazia e la libertà discelta; che concentri nel programma elettorale le questioni decisiveper la vita delle persone: istruzione, scuola, formazione, ricerca,cultura; salute; lavoro; attenzione alle persone più deboli, piùfragili; attenzione del tutto particolare ai giovani, al loro presentee al loro futuro.
Per quanto riguarda i candidati pensiamo a persone, donne e uominiappassionate, esperte o comunque disponibili ad impegnarsi perimparare; in rapporto con le storie delle persone e delle comunità;disinteressate, oneste, trasparenti, motivate dal servizio al benecomune. Dove si collocano i cattolici in politica, proprio a partire dall'insegnamento del Concilio Vaticano II a cinquant'anni dal suoinizio?
Siamo convinti che non ci possono essere confessionalismi né dicentro destra, né di centro sinistra: la laicità della politica èdimensione sempre da salvaguardare.
Chi si ispira al Vangelo e partecipa alla comunità cristiana porterànella politica tale ricchezza interiore, senza farla diventare partitoe schieramento, trasferendola come patrimonio nella intelligentee alta mediazione legislativa, mentre assume come criterio sempre ecomunque i poveri, i sofferenti, gli emarginati.
Ci pare doveroso evidenziare la pretesa impropria di una parte politicache afferma di rappresentare e di difendere i valori cattolici (adesempio, i cosiddetti valori non negoziabili) con l’approvazione dellagerarchia della Chiesa, mentre manifesta convinzioni, atteggiamenti,comportamenti riguardo al neoliberismo, ai privilegi, alla guerra, all'immigrazione, contrastanti il messaggio del Vangelo con evidenze dicorruzione e immoralità.
Le vere ricchezze dellaChiesa
Viviamo nella Chiesa come parte del popolo di Dio in cammino nellastoria, come preti e ne avvertiamo ricchezze e tribolazioni,coerenze, fragilità e paure. A cinquant'anni dall'inizio delConcilio Vaticano II rileviamo la presenza di persone e comunità chevivono con autenticità il riferimento al Vangelo di Gesù e il tentativodi attuarlo in modo coerente nella vita e nella storia.
Constatiamo anche un diffuso conformismo religioso; una gerarchiatimorosa che ripete esortazioni senza incarnarsi e assumere la storia;che riafferma in modo automatico che solo la fede può portare salvezzaad una umanità ammalata, senza approfondire quale fede, in quale Dio,in quale Gesù; senza chiedersi come si presenti la Chiesa nell'annunciare il Vangelo dell’Uomo di Nazareth.
Anche il recente Sinodo mondiale dei vescovi ha rivelato una scarsaincisività dei contenuti.
Pure nelle nostre diocesi si avverte distanza fra i vissuti di tantedonne e di tanti uomini, giovani e anziani, impegnati nelle comunitàparrocchiali, e i momenti istituzionali della Chiesa.
Ancora una volta desideriamo condividere la fede umile che, credendo,continua a ricercare profondità e autenticità nel Dio umanissimo diGesù di Nazareth che, sentiamo, può essere riferimento per tante donne euomini del nostro tempo, proprio perché ci insegna a vivere e amare,soffrire e morire nel modo più umano possibile.
Desideriamo condividere con voi l’esperienza della Chiesadell’accoglienza di ogni persona; che non consideri nessun valore“non negoziabile”, proprio perché reputa fondamentale ascoltare, equindi dialogare con le persone sulle loro storie di vita; l’esperienzadi una Chiesa povera e abitata dai poveri, liberata dall'abbraccio mortale con il potere economico, politico, militare,mediatico. Di una simile Chiesa c’è bisogno in ogni momento dellastoria.
Guardando avanti
Condividiamo una speranza che si nutra della Parola profetica delVangelo; della testimonianza coerente di tante donne e di tanti uomininella società, nelle istituzioni, nelle religioni a livello locale e sututto il Pianeta; del patrimonio dei profeti e dei martiri.
Senza attenuare la complessità e la crisi attuali, riteniamofondamentale nutrire il progetto di un’umanità veramente umana etrovare il senso stesso della vita nella dedizione e nell'impegno perattuarlo nella storia. Libertà, responsabilità, bene comune sonodimensioni costitutive e imprescindibili insieme alla fedeltà, allacoerenza e alla perseveranza. La povertà è espressione di un affidamentoradicale a Dio e si manifesta come sobrietà, essenzialità, condivisione, èatteggiamento interiore e pratica da riscoprire e da vivere nellescelte personali e familiari, comunitarie e sociali, politiche edecclesiali.Ci pare di scorgere in noi preti frmatari e in tante personel’esigenza profonda, irrinunciabile di un risveglio culturale ed etico,politico e spirituale per una nuova visione del mondo. Anche nellacomplessità e nella crisi individuiamo i segni che ci incoraggiano. Nonarrendiamoci dunque, ma disponiamoci a rendere ragione con la vitadella speranza che è in noi per un mondo nuovo e una Chiesa delVangelo.
Condividere questa speranza è sentirsi parte dello stesso progetto edel medesimo cammino.
Pierluigi Di Piazza, Franco Saccavini(Udine);
Mario Vatta (Trieste);
Giacomo Tolot, Renzo De Ros,Piergiorgio Rigolo (Pordenone);
Luigi Fontanot, Alberto De Nadai,Andrea Bellavite (Gorizia);
Antonio Santini (Vicenza);
Albino Bizzotto (Padova)
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