Di nuovo, terribilmente, la guerra

Riflessione di Pierluigi Di Piazza

25 febbraio 2022
Dinuovo, terribilmente, la guerra
Riflessione di Pierluigi Di Piazza
Zugliano, 25 febbraio 2022

Viviamo una nuova situazione tragica in Europa con ripercussioni sututto il Pianeta.
Propongo qualche piccolo e umile spunto di riflessione, contando di nonessere esperto di geopolitica e di trattative diplomatiche. Ogni guerraè assurda, perché uccide, ferisce le persone e provoca un disastrogenerale. 
È sempre doveroso partire dalle vittime per ogni considerazione. PapaFrancesco nell’ intervista da Fabio Fazio del 6 febbraio ha dichiaratocon forza che la guerra è il male peggiore, che l'alternativa ècostruire con fatica la fratellanza. Già da tempo osservando le steppepiene di neve e i carri armati in assetto di guerra aumentavaprogressivamente lo sconcerto interiore del ripetersi della situazionepeggiore della storia dell'umanità e come conseguenza nel doverconstatare e ridire amaramente con una frase popolare eloquente che "l'uomonon impara mai dalla storia.
Quindi le regole del gioco in un’Europa per altro fragile e debole nonsono decise dalla geopolitica, dall'economia in trattative sempredoverose e a oltranza ma dai carri armati, dai missili.
È impressionante: 200 mila soldati, migliaia di blindati, centinaia diaerei e di navi così che pare proprio la più grande armata vista inEuropa dal 1945. 
Questo per schiacciare la sovranità dell’Ucraina e dimostrare aglialtri paesi dell'Est qual’è la superpotenza che domina. Armi, armi, eancora armi e la Russia di Putin che va sempre ricordato nella suastoria come capo della polizia segreta del kgb dell'Unione Sovietica,armi negli Stati Uniti, e in tanti altri paesi del mondo, nell'Italiache per questo 2022 ha raggiunto il record degli investimenti in spesemilitari con 25 miliardi di euro.
Togliendo investimenti alla scuola, alla ricerca, al lavoro,all’ambiente e ai servizi sociali. Queste sono sempre dimensioni difondo considerando le altre guerre in corso, le oltre 26 che si stannocombattendo sul pianeta, spesso completamente dimenticate; guerre permotivi economici, per impossessarsi di risorse di minerali o per farvalere la propria supremazia. 
Dopo la tragedia della seconda guerra mondiale e dei campi di sterminiole nazioni del mondo si sono riunite e hanno dichiarato nelle premessedell'ONU che le generazioni future mai avrebbero dovuto vedere leguerre; la nostra Costituzione all'articolo 11 dichiara il ripudio allaguerra, con una affermazione così forte e pregnante che Don LorenzoMilani e i suoi alunni gli attribuiscono valore retrospettivo. 
Padre Ernesto Balducci morto il 25 aprile 1992 negli editoriali diallora scriveva su l'Unità rispetto alla guerra del Golfo e dichiaravache la guerra è sempre e comunque irrazionale prima ancora dirichiamare motivazioni etiche ed evangeliche. 
L'ONU prevede e insiste su una trattativa tra gli stati e ipotizza latrattativa ad oltranza e il minimo uso della forza come interposizioneperché atto di una forza composita e intermedia mai della prevalenza diqualcuno anche con alleati per interventi con spregiudicatezza ecinismo autonomi. Si dice che anche se ci sono state in queste orereazioni in diversi luoghi del pianeta sembra manchi quelcoinvolgimento di popolo di altri momenti e luoghi.
Senza cercare alibi, la situazione è cambiata e si avverte con piùevidenza l’intreccio fra le diverse situazioni, per l'economia, perl'ambiente. Emerge in modo evidente la potenza e la debolezza dellapolitica che in questi anni ha cancellato la questione della pace dallasua agenda principale. 
È importante continuare a vivere ed esprimere parole, gesti, trattativedi pace, operando per quanto è possibile e intrecciando relazionidirette con tanti soggetti presenti nella nostra realtà e nelmondo. 
Sulla lapide della sepoltura di padre Ernesto Balducci si legge tra levarie scritte: "Gli uomini del futuro o saranno uomini di pace o nonsaranno". 
Nella sua duplice accezione non saranno più perché siautodistruggeranno e non saranno degni di essere chiamati umani se noncostruttori di pace.

Pierluigi Di Piazza

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