Digiuno: perché

Le ragioni del digiuno di don Albino Bizzotto

L'inizio il 13 maggio 2015
Digiuno:perché
Le ragioni del digiuno di don AlbinoBizzotto
L'inizio il 13 maggio 2015

Ognuno di noi ha sperimentato momenti di verità sulla propria vita.Ognuno si conosce come soggetto originale e irripetibile, ma sa anchequanto la sua vita si spiega e dipenda dalle relazioni con gli altri. Aognuno di noi potrebbe essere toccata la sorte di qualsiasi altrapersona vivente oggi nel mondo.
Conosciamo la gioia, ma anche la fatica e la fragilità del vivere e delconvivere.
A volte dobbiamo affrontare situazioni gravi non previste e nondesiderate, che mettono a repentaglio la stessa umanità, che ciappartiene. La crisi globale in cui ci troviamo non ci permette diusufruire più dello standard di vita e di relazioni cui eravamoabituati. Come singoli e come comunità non vorremmo mai finire nellasituazione di quanti sono già nella disperazione e sono troppi.
Ho pensato molto in questi giornia questainiziativa didigiuno a sola acqua, salvo altra prescrizione medica, a tempoindeterminato salva la vita. Ho ben presenti i miei limiti di età e ditenuta degli equilibri fisici e psichici; so di espormi a tutte leopinioni e interpretazioni, anche negative del gesto, ma mi sono decisoegualmente a iniziarlo perché vorrei condividere questo momento –verità rispetto a due necessità che ci riguardano direttamente tutti.
 
1. Per affrontare tutte le situazioni, anche le peggiori, quelledevastanti e impossibili, non abbiamo altro a disposizione che lanostra umanità.
Siamo capaci di tante cose per i nostri interessi, anche di eliminarein vari modi gli altri, ma se rinunciamo al nostro essere umaniperdiamo tutti, noi per primi.
Nessuno di noi rappresenta solo la città dell’accoglienza, tutti,quando vengono toccati i nostri spazi, abbiamo anche resistenze edisponibilità diversificate.
Per questo non è uno slogan, ma un impegno e un percorso: “Restiamo umani”.
 
2. Oggi tutti, buoni e cattivi, miserabili e benestanti, siamo difronte a una urgenza, i cui tempi non sono in mano nostra e che sipresenta con una gravità da metastasi: è l’emergenza Terra; a rischioreale, anche se nessuno ci pensa, è la vita di tutti. La terra èprimaria, noi derivati; quindi prima di tutto la terra e le sueesigenze, poi noi.
 
Subito, da mezzo la terra deve diventare fine dell’attività umana diproduzione e di trasformazione. Dobbiamo ripensarci anche come specie eoperare immediatamente per attuare una politica di scelte radicalirispetto all’ambiente e al territorio.
Riparare i danni delle devastazioni compiute e ancora in atto, ridarerespiro alla terra: chiudere con cemento e asfalto, grandi opere econsumo di suolo; rientrare con una agricoltura altra.
Altro che crescita economica e liste mobili della politica!
Noi siamo terra. Diventiamo terrestri
  • Il digiuno si pone come sentire e vivere sulla propria pelle lecondizioni di quanti nel quotidiano non possono soddisfare nemmeno ibisogni elementari per la sopravvivenza: una solidarietà spicciola maimpegnativa.
  • Inoltre, da una posizione di estrema debolezza, il digiunodiventa la più forte implorazione rivolta a ogni persona, comunità,associazione, organizzazione perché ciascuno condivida e risponda inproprio, con la sua libertà e con le sue decisioni, a queste due grandinecessità. Come dire: senza di voi non son capace di fare niente. Piùche manifestare per l’altra città, vorrei con tutti manifestare,operare e camminare per una città altra.
Non chiedo solidarietà personali, ma semplicemente trovarmi in camminocon quanti più possibile, sempre riconoscente per l’umanità checiascuno mette a disposizione ogni giorno.
Per questo “Restiamo umani” “Diventiamo terrestri”.
 
Don Albino Bizzotto

Aggiornamento sul digiuno di don Albino,per aderire e/o per esprimere solidarietà




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