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EU 013 L'Ultima Frontiera
Il primo film documentario girato nei CIE
Trieste, mercoledì 16 Aprile, ore 21.00
IMMIGRAZIONE
EU013 L'Ultima Frontiera
Il primo film documentario girato neiCentri di Identificazione ed Espulsione
Mercoledì 16 Aprile 2014, ore 21.00
Cinema dei Fabbri, in via dei Fabbri 2/A, Trieste
Reduce dall'International Film Festival di Rotterdam (IFFR 2014), dalFestival International du Film des Droits de l'Homme (Parigi 2014) edalla 54esima edizione del Festival dei Popoli di Firenze, arriva aTrieste per la prima nella nostra città “EU 013 L’Ultima Frontiera”.
È il primo film documentario girato all’interno dei Centri diidentificazione e di espulsione italiani (C.i.e.), dove ogni anno circa8mila persone vengono trattenute per un periodo di tempo che arrivafino a 18 mesi, in regime di detenzione amministrativa, cioè senzaavere commesso un reato penale e senza essere stati giudicati nel corsodi un processo. Sessanta minuti di immagini inedite che mostrano iretroscena del controllo delle frontiere italiane e la vita quotidiananei C.i.e. Protagonisti sono gli agenti della Polizia di Frontiera e imigranti irregolari. Grazie alla collaborazione con il Ministerodell'Interno, le telecamere sono riuscite a entrare dove nessuno eraarrivato prima. Dalla sala d'attesa del Terminal 3 dell'aeroporto diFiumicino dove vengono fatti sostare gli stranieri in attesa delrespingimento, alle gabbie dei centri dove avvengono i rimpatriforzati. Fino allo scoppio di una rivolta in presa diretta.
EU 013 l'Ultima Frontiera è stato realizzato dagli autori RaffaellaCosentino e Alessio Genovese, alla regia, grazie al sostegno di OpenSociety Foundations. Il film è stato girato all'aeroportointernazionale di Fiumicino, al porto di Ancona, e nei C.i.e. di Roma,Bari e Trapani. L’autrice Raffaella Cosentino sarà presente allaproiezione e parteciperà al dibattito dopo la visione.
Ingresso: Euro 4,00
Contatti: Cinema dei Fabbri tel. 040302193
Per info:
eu013lultimafrontiera@gmail.com
Pagina Fb :
https://www.facebook.com/eu013ultimafrontiera
Twitter:
@EU013ultimafron
Il trailer su YouTube
"L'impianto narrativo di questo impressionante documentario èessenziale, asciutto, immediato, e regge a fatica l'onda d'urto di unacollisione che avviene tra viaggiatori che si cercano". PinangeloMarino del comitato di selezione della 54esima edizione del Festivaldei Popoli.
SchedaTecnica
Italia, 2013. 62min
Regia:
Alessio Genovese
Soggetto e realizzazione: Raffaella Cosentino e Alessio Genovese /Fotografia: Bruno Fundarò / Presa Diretta: Andrea Colaiacomo /Montaggio: Dario Indelicato / Musiche originali: Alessandro Librio /Sound Editor: Gianluca Stazi / Grafica: Matteo Mangonara
Foto Reportage di
Giulio Piscitelli
Realizzato con il supporto di Open Society Foundations
Sinossi
Ogni anno migliaia di cittadini stranieri vengono trattenutiall’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione (C.i.e.)italiani per non avere un regolare permesso di soggiorno. Possonorestarvi rinchiusi fino ad un anno e mezzo senza aver commesso reato esenza essere stati condannati da un giudice. La detenzioneamministrativa in Europa è la conseguenza estrema del funzionamentodelle frontiere all’interno dell’area Schengen.
Sono gli operatori della polizia di frontiera di Ancona e Fiumicino,seguiti nelle normali procedure di controllo e contrastoall’immigrazione irregolare, a mostrarci il funzionamento di talespazio. Il tentativo è quello di descrivere l’idea che oggi è alla basedell’affermazione di una identità europea diversa da tutto ciò che nonlo sia.
I C.i.e. sembrano essere la conseguenza estrema di questa idea. Per laprima volta in Italia, il Ministero dell’Interno ha autorizzato unatroupe cinematografica ad entrare in queste strutture. Il muro disilenzio che circonda i C.i.e. e chi vi è rinchiuso si è aperto, in viadel tutto eccezionale, al nostro breve passaggio per poi richiudersinell’indifferenza di tutti i giorni. Sono luoghi che si raccontano dasoli, istituzioni totali che ci ricordano i lager e i manicomi, dove afarla da padrone è la violenza, fisica e mentale. Gli “ospiti”, comevengono chiamati i trattenuti, sono persone private della loroidentità. Finiscono rinchiusi per i motivi più svariati. La maggiorparte di loro ha perso il permesso di soggiorno per effetto dellacrisi, molti altri hanno finito di scontare una pena in carcere,pochissimi sono quelli che arrivano dagli sbarchi. La percentuale piùalta non viene rimpatriata. Allo scadere dei diciotto mesi vengonorilasciati con un foglio di via con il quale devono uscire dalterritorio nazionale italiano entro pochi giorni. Molti di loro nonvengono più riconosciuti dai loro consolati, se escono dal nostro perandare in un altro paese europeo vengono fermati e rimandati in Italiadove vengono riportati in un C.i.e. per altri diciotto mesi. Una storiaassurda che sembra non finire mai.
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