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Felettis, gli abitanti pronti a dare una mano ai migranti
di Monica Del Mondo
Dalla cronaca del Messaggero Veneto
IMMIGRAZIONE
Integrazione
Felettis,gli abitanti pronti a dare una mano ai migranti
di Monica Del Mondo
Articolo del 12 giugno 2016 del Messaggero Veneto
BICINICCO. C’è una Felettis con un volto diverso. Una Felettis che difronte alla presenza dei migranti si chiede come affrontarla. Cheprende atto della situazione e si domanda se può fare qualcosa affinchèla convivenza avvenga con meno problemi possibile.
Queste persone non sono meno preoccupate delle altre, non ritengono chel’arrivo dei richiedenti asilo sia una manna dal cielo, ma preferisconoessere attive e tentare di fare qualcosa. Spiega Michela Gabas,psicologa della Croce Rossa: «In questi giorni, abbiamo ricevutodiverse telefonate, mail di disponibilità a dare una mano.
Ci troviamo ad agire in un contesto in cui ci sono personecompletamente contrarie alla presenza dei richiedenti asilo, altre chevogliono fare qualcosa per favorire l’integrazione e altre ancora,soprattutto giovani, che non si sono ancora fatte un’idea precisa sullasituazione e vogliono maggiori informazioni».
C’è chi ha chiamato per proporsi per delle lezioni di italiano ai 14afghani e pakistani ospitati in paese, c’è chi ha offerto aiuto e c’èchi semplicemente ha avvicinato il personale della Cri per saperequalcosa di più sui richiedenti asilo.
Diversi abitanti di Felettis si sono detti stupiti per i toni accesi eostili emersi durante l’assemblea pubblica svoltasi nei giorni scorsialla presenza del prefetto di Udine. Tuttavia, a margine dell’incontro,alcune persone hanno manifestato un atteggiamento diverso. Hanno creatoun gruppo whatsapp per scambiarsi idee e proposte, si stanno chiedendoche fare.
«Il nostro obiettivo – spiega uno di loro – è partire dalla situazioneesistente, da un problema che esiste per provare a fare qualcosa.Vorremmo abbassare i toni troppo accesi e mettere in campo qualcheazione costruttiva. Almeno tentare. Stiamo pensando a cose semplici,come potrebbe essere il presentarsi dai migranti per conoscersi ol’organizzare una partita con i ragazzi».
Sulla stessa linea anche l’intervento, alla recente assemblea, delparroco, don Pietro Del Fabbro. «Comprendo – aveva detto – lapreoccupazione della gente. E a questa preoccupazione bisogna che sipresti attenzione. Ma è necessario chiedersi come comunità comepossiamo entrare in dialogo e in relazione con i richiedenti asilo,tanto più che questo fenomeno non diminuirà»
La pagina delMessaggero Veneto
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