Ma questa volta non si tratta della Sicilia con la mafia, ma della Campania con la camorra e il protagonista della serata non è un magistrato, bensì un sacerdote, don Aniello Manganiello che per un mondo giusto ha sempre combattuto meritandosi l’appellativo di “parroco anticamorra”. Ma come molti magistrati, anche don Aniello ha sentito il calore e la gratitudine da parte della gente, ma non dell’autorità, tanto che la Chiesa napoletana ha deciso di sollevarlo dall’incarico e di farlo trasferire a Roma sollevando forti reazioni da parte dei fedeli e restando sorda agli appelli giunti da ogni parte per far cambiare decisione a una diocesi che, tra l’altro, con monsignor Giordano aveva avuto più volte a che fare con la giustizia.
Domenica 10 ottobre 2010 don Aniello Manganiello, ribattezzato “il parroco anticamorra” di Scampia e Forcella per il suo impegno civile e sociale e per la costanza e la forza con cui si è sempre schierato contro la camorra e la malavita in questi centri del napoletano - ha celebrato la sua ultima messa nella Chiesa di Santa Maria della Provvidenza sita nel rione don Guanella di Scampia-Miano, dove operava da 16 anni. Don Manganiello è stato trasferito d’autorità in una parrocchia romana e questa decisione ha suscitato la vibrata, ma composta protesta da parte dei fedeli. Da parte sua, il sacerdote ha scritto una lettera, in cui ricorda il suo percorso spirituale, ma soprattutto il suo operato sul territorio, fatto di denunce contro la camorra in una zona in cui la malavita la fa da padrona; operato di cui è fiero, perché portato in avanti in un territorio dimenticato dalle istituzioni. Ha avuto parole dure contro la Chiesa napoletana e contro le istituzioni che l’hanno lasciato solo. Non chiedeva di non essere trasferito, ma almeno di poter accompagnare il suo successore per un anno.
Venerdì 8 aprile 2011 - ore 20.30Centro Balducci di Zugliano - Sala “mons. Luigi Petris”