È noto come, rispetto al Concilio, si siamo formate due correntiinterpretative, due ermeneutiche, che lo vogliono l'una all'insegnadella continuità rispetto alla Tradizione; l'altra all'insegna di unadiscontinuità forte specie in relazione ad alcuni temi.
Già papa Paolo VI nel 1966, ad un anno dalla chiusura del Concilio,evidenziò due tendenze interpretative considerate errate: « E [...]sembra a Noi doversi evitare due possibili errori: primo quello disupporre che il Concilio Ecumenico Vaticano Secondo rappresenti unarottura con la tradizione dottrinale e disciplinare che lo precede,quasi ch'esso sia tale novità da doversi paragonare ad una sconvolgentescoperta, [...] E altro errore, contrario alla fedeltà chedobbiamo al Concilio, sarebbe quello di disconoscere l'immensaricchezza di insegnamenti e la provvidenziale fecondità rinnovatriceche dal Concilio stesso ci viene».
Don Carlo Molari, che avremo il piacere di avere di nuovo ospite delCentro Veritas, illustrerà anzitutto come la discussione sulladiscontinuità del Concilio rispetto alla tradizione abbia consentito losviluppo di altre nozioni fondamentali, quali: rivelazione, fede edottrina, possibilità di formulazioni dogmatiche.
Tratterà poi di alcune riflessioni sui punti caldi della discussionesulla discontinuità conciliare: ecumenismo; dialogo interreligioso;libertà di coscienza.
Infine, come conclusione, tratterà del soggetto e delle condizionidella continuità nel cammino ecclesiale.