Il trauma di scoprire che il nostro corpo non èquellamacchina perfetta che ci immaginavamo. Non sapere, non capire, nonvolere.“Ilgiardino” è il racconto dei primi mesi di una battaglia, il viaggiodifficileall’interno delle proprie paure e, allo stesso tempo, è un luogo dirifugiocodardo per scappare alle responsabilità di ogni giorno: è un recintometafisico che va distrutto per poter accedere alla pienezza dellecose. All’improvvisopuò capitare di essere messi di fronte a qualcosa di completamenteinaspettato:ne “Il giardino” è il dover imparare a convivere con il diabete. Unastoriavissuta e rivissuta, ma che l’autrice ha provato a plasmare attorno aisuoigiorni di negazione e di vittoria. Il finale, come per tutte quelleavventureche sono fatte di vita vera, è aperto. Aperto alle scelte, aperto allasperanza, aperto alla voglia di essere tutto tranne che una sconfitta.