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Il Notiziario n. 47
Disponibile in pdf
Dicembre 2017
Notiziario
PIERLUIGI DI PIAZZA
IlNotiziario n. 47
Dicembre 2017
Disponibile in pdf
Nel tempo dell’essere elaboriamo idealità, impegno, delusioni, ripresa della fiducia, esigenza di forza interiore per la resistenza e la perseveranza. Nel tempo dell’esistere cerchiamo di organizzare la nostra vita personale, le esperienze comunitarie come il Centro Balducci. Avvertiamo in modo profondo l’esigenza di connettere in continuità il tempo dell’essere e il tempo dell’esistere, perché venga alimentata la profondità dell’anima e di conseguenza l’agire sia possibilmente sempre riconoscibile per la sua umanità.
Sentiamo che l’esperienza del Centro Balducci è piccola rispetto alla grande questione dei migranti e insieme importante; riconosciamo significativo questo tratto specifico di rapportare in continuità la concreta accoglienza dei migranti alla promozione di una spiritualità incarnata nella storia e della cultura nel senso antropologico di profondità, di testimonianze vissute e di riflessioni ad esse collegate.
Il Notiziario è un piccolo segno nel frastuono mediatico di oggi, ma lo riteniamo importante per la comunicazione dell’esperienza e delle riflessioni. La sua lettura può contribuire ad approfondire situazioni vissute come memoria storica importante a cui alimentarsi, per aprirsi al futuro rinnovando sensibilità e disponibilità a contribuirvi per renderlo umano. Le pagine seguenti riportano in sintesi le riflessioni del 25º Convegno di settembre, coincidenti con il 25º anniversario della morte di padre Ernesto Balducci e l’inizio ufficiale della presenza del Centro a lui dedicato ricordando che l’accoglienza è iniziata nel febbraio 1988 con l’ospitalità nella casa parrocchiale di tre persone provenienti dal Ghana. È stato, come si può leggere, un momento di particolare coinvolgimento e arricchimento per le testimonianze e le riflessioni delle relatrici e dei relatori.
Sempre di significato particolare la giornata dedicata agli studenti e agli insegnanti per l’importanza della scuola e dei processi formativi.
Dal Centro, con l’esperienza quotidiana diretta, si guarda con sconcerto e preoccupazione alla questione dei migranti. Le cause strutturali dei loro forzati esodi permangono: impoverimento, fame, sete, mancanza di assistenza sanitaria, di istruzione; regimi oppressivi, violazione dei diritti umani, armi fabbricate e vendute in modo crescente, guerre spaventose, distruzione dell’ambiente e disastri ambientali. La comunità internazionale ed europea latita e continua a comportarsi in modo vergognoso. Il ministro degli esteri
italiano durante l’estate ha assunto decisioni a cui ci dichiariamo contrari perché sotto l’apparenza di voler frenare gli arrivi e garantire la sicurezza ha fatto permanere o rimandare nei lager della Libia i migranti in condizioni di violenza indescrivibili tale è la loro disumanità. Le ONG sono state criminalizzate, come la stessa solidarietà.
Che poi nella nostra Regione Friuli Venezia Giulia permangano, dopo due anni di denunce e sollecitazioni, situazioni di migranti all’addiaccio in contemporanea e anche dopo la vergogna della Galleria Bombi di Gorizia, rende evidente la mancata assunzione di una responsabilità globale del fenomeno e le carenze strutturali.
Che poi ci siano reazioni di rifiuto pregiudiziale dell’accoglienza di piccoli numeri di persone da parte di comunità del FVG è motivo di riflessione profonda su chi siamo veramente. Le responsabilità istituzionali ci sono certamente, ma non giustificano questi atteggiamenti di rifiuto.
Motivo di preoccupazione è il diffondersi della mentalità, di parole e di gesti di contrarietà e rifiuto nei confronti di tutte le persone diverse, in particolare degli stranieri; di diffusione dell’inimicizia, di avversione, di odio. La presenza ripetuta di gruppi di neofascisti è inquietante. La questione è sempre e soprattutto culturale nella quale informazione, formazione, vibrazione del cuore, attività di una razionalità umana diventano acquisizione e comunicazioni di ideali, convinzioni, pratiche buone di convivenza pacifica delle differenze. Noi, come Centro Balducci, ci impegniamo a continuare chiedendo e dando nella reciprocità vicinanza e sostegno nella costruzione di un mondo umano, degno di questo nome.
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Pierluigi Di Piazza
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