In ricordo di Don Gianni


In questi giorni ricordiamo in modo particolare don Gianni adun anno dalla sua morte. 

Mi permetto di esprimere alcuni pensieri del cuore insintonia e continuità con quelli condivisi con diverse persone lo scorso annonella veglia di preghiera all'aperto a San Giovanni e poi nel saluto (funerale)nella chiesa di Nimis. 

Padre Ernesto Balducci ci ricorda che c'è il tempo dellaprofondità dell'essere, delle dimensioni più profonde e  quello dell'esistere cioè delle scelte dellaorganizzazione della nostra vita. 

La memoria di don Gianni si colloca nel tempopermanente dell'essere che mette in relazione terra e cielo, dimensionispirituali e scelte concrete che cercano di incarnarli. 

Nell'inno all'amore SanPaolo ci evidenzia le tre dimensioni fondamentali: la fede, la speranza el'amore ma la più grande di tutte è l'amore. Senza l'amore la fede si diluisce  in un vago spiritualismo o si manifesta inistituzione pesante, è l'amore che sollecita la fede a farsi concretaprossimità. Senza l'amore la speranza è labile ne viene animata e rafforzata dall'incontrocon persone ed esperienze che animate dall’amore esprimono situazioni diumanità buona, condivisa e solidale. È l'amore che ha sollecitato e guidatodon Gianni per quelle vie misteriose che ci ricorda Padre Turoldo a diventareprete, ritenendo così di seguire il Vangelo nel porsi al servizio dellepersone.  È l'amore che ha provocato donGianni a diventare prete operaio, a svestirsi da un ruolo avvertito come chiusoe separato per immergersi nella condizione degli operai e condividerla neidiversi aspetti. È l'amore con probabilità ispirato gli anche da donMilani, che l'ha sollecitato ad impegnarsi per favorire la formazione digiovani coscienze informate con verità, formate con profondità e aperturaalla storia, alle diversità culturali e spirituali. 

Da qui il meeting diSan Giovanni con la presenza di tante e tanti testimoni fra cui per esemplificareRita Borsellino, Padre Turoldo, Don Luigi Ciotti, Don Tonino Bello, padre Balducci,Antonino Caponnetto; insieme l'avvicinamento alla comunità di Taize e all’esperienzadella preghiera con la stessa che ancora continua. È ancora l'amore che hasollecitato don Gianni ad assumersi l'impegnativo compito di Direttore della CasaImmacolata, della condivisione della vita di minori provenienti da alcuni Paesidel mondo, servizio non semplice vissuto con spirito di disponibilità eservizio.

Don Gianni nella sua vita di uomo e di prete ha vissuto ilriferimento al Dio umanissimo di Gesù di Nazaret in mezzo alle persone; si è sentitocredente e prete della Chiesa del Vangelo, del Concilio Vaticano II, di PapaFrancesco. 

Una Chiesa umile e coraggiosa, profetica nell'annuncio fedele ecoerente credibile nella testimonianza, con le porte aperte, accogliente tuttele persone, povera con i poveri, non clericale, non separata meno ancoraprivilegiata, libera dall'esibizione di titoli e onori. Spero, speriamo chel'amore che ha guidato don Gianni nella sua vita e nelle sue scelte gli siastato nella profondità dei segreti dell'anima di orientamento, sostegno econforto anche nella fase difficile e tribolata della sua vita; che gli abbiareso possibile quell’affidamento di tutta la sua vita di uomo di prete a quelDio umanissimo di Gesù che sempre ci aspetta, accoglie, ascolta, riconosce ecapisce. 

Condivido con voi questi miei vissuti come già avvenuto oggi nelledue celebrazioni a Zugliano alle 8 alle 10:30. Continuiamo a camminare insiemeE certo Gianni cammina con noi.

È la forza dell’amore che ci guida, ci anima e ci sostienenel cercare di porre segni di umanità buona e positiva; di continuarenell’impegno per la giustizia, l’uguaglianza, l’accoglienza, la pace lasalvaguardia del creato.

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