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Evento
L'appello per l'ambiente al convegno
FridaysForFuture Pordenone
Vajont, domenica 29 settembre 2019
DISCORSOFRIDAYSFORFUTURE
Convegno del Centro Balducci
Vajont, domenica 29 settembre 2019
I giovani di FridaysForFuture Pordenone sono intervenuti a Vajont con una sentita riflessione per richiamare tutti/e sulle problematiche ambientali.
Vorremmo che ciascuno di voi ora chiudesse gli occhi e nella propriatesta immaginasse di vivere nella realtà in cui vi vogliamo condurre.Siamo in una stanza, una stanza molto grande, in cui il soffitto ètrasparente e ci consente di vedere il cielo azzurro; oltre le pareti,prive di finestre, non possiamo capire se ci sia qualcosa. Se ciguardiamo attorno e ci muoviamo all’interno di questo ambiente, ciaccorgiamo che ci sono tutte le comodità che potremmo desiderare e checi inducono a non voler mai più lasciare questo luogo. Di fronte a noic’è anche una porta chiusa. Una porta che instilla in noi un po’ dicuriosità. Ci dirigiamo verso di essa e, quando stiamo quasi pertoccarla, ecco una voce che ci dice di allontanarci, che non c’èbisogno di sapere cosa c’è fuori, che non dobbiamo curarci dinient’altro se non della nostra stanza: qui in fondo abbiamo tutto ciòche ci possa servire e che ci possa far stare bene. Ci basta voltarci eguardare tutti beni che abbiamo attorno per convincerci che la vocesenza volto ha ragione, che non c’è bisogno di movimentarsi perqualcosa che magari potrebbe non piacerci, risultarci difficoltoso oaddirittura pretendere qualcosa da noi. E quindi torniamo alla nostravita all’interno di questa stanza, che appare davvero un luogo dellemeraviglie. Nelle nostre orecchie echeggia sempre il suono di questavoce suadente che, al primo nostro sguardo fugace diretto alla porta,ci elenca i motivi per cui non è necessario interessarcene, che allenostre domande e ai nostri dubbi risponde sempre con un “Va tuttobene”. E questa frase, giorno dopo giorno, ci appare sempre piùsmielata e ingannevole, soprattutto quando ci accorgiamo che le risorsedi cibo stanno finendo e non sappiamo come procurarcene delle altre,che l’acqua non ha più lo stesso sapore, che respirare risulta semprepiù difficile. Ma non importa, perché la voce pensa a noi e a ciò chec’è fuori, perché sappiamo che va tutto bene, speriamo che vada tuttobene. Col tempo alle nostre orecchie inizia a giungere una voceflebile: è la voce della natura, che ci allarma di risvegliare ilnostro interesse per quella porta e di aprire gli occhi per puntarli inalto. Solo ora ci rendiamo conto che il cielo sta diventando sempre piùscuro, che una tempesta che per troppo tempo ci era stato detto diignorare si sta per abbattere su di noi e sta per radere al suolo gliagi del nostro mondo. E allora, spaventati, chiediamo spiegazioni allavoce, che invece ci risponde incessantemente di non preoccuparci delcolore delle nuvole, ma ci chiede piuttosto di giocare a indovinarequale forma assumono. Ci invita a guardare la televisione, a fare ungiro in macchina, a dormire. Ma in questo momento noi vogliamo solosapere che cosa sta succedendo e cosa possiamo fare per evitare unacatastrofe di fronte alla quale ciascuno di noi è solo e ormai non puòtrovare in nessuno un aiuto. E la tentazione di aprire la porta si èormai trasformata in un bisogno, in una disperata necessità di uscireper vedere se è ancora possibile fare qualcosa per arrestarel’inarrestabile.
Vi chiediamo ora di riaprire gli occhi: vi accorgerete che quella chepoteva sembrare una realtà alternativa è drammaticamente troppo similea quella in cui quotidianamente viviamo. Il mondo che ci circonda èsempre più sofferente, degradato, percosso e accelera sempre di più lasua corsa verso il punto di non ritorno. L’estate appena trascorsa èstata una delle fasi più critiche per il nostro pianeta, caratterizzatada incendi vastissimi e incontrollabili, capaci di radere al suolo 225mila ettari di foresta pluviale amazzonica nel solo mese di luglio, daviolente inondazioni a causa delle quali la Sierra Leone e la Nigeriasono state sommerse, da terremoti di intensità sempre maggiore, oltreil grado 5 della scala Richter, in Giappone, nell’Idaho, in Messico. Difronte a questi dati, di fronte alle testimonianze incessanti di terreavvolte da fumo e fiamme, di onde che travolgono e uccidono, dimigliaia di sfollati c’è ancora chi ritiene che questi fenomeni sianonormali, che lo spaventoso innalzamento della temperatura terrestre siasolo una delle tante fasi naturali di modificazione del clima oaddirittura che il riscaldamento globale sia solo una menzogna. Ed ècosì che quella voce misteriosa che sentivamo nella nostra stanza e checi illudeva che tutto stesse andando bene e che non ci fosse bisogno dipreoccuparsi acquisisce un volto: è quello di centinaia di politici, digovernatori, di economisti e, conseguentemente, di cittadini cheritengono il negazionismo la strada adeguata per cercare di stornaredal proprio vivere quotidiano problemi, preoccupazioni e rinunce. Ipotenti del mondo vogliono costruire attorno a noi un clima disicurezza illudendoci che tutto ciò che accade sia parte di un pianodella natura contro il quale non possiamo fare niente, che l’impegno diun singolo non farà la differenza, che le problematiche ambientali nonsono la sfida più grande che le società devono affrontare e che noncostituiscono un problema fino a quando sconvolgono la vita dei soliche vivono a migliaia di chilometri di distanza. E per mettere a tacerecoloro che iniziano a porsi degli interrogativi sull’impatto delproprio stile di vita e a mettere in discussione l’operato dei governiin ambito ambientale decantano l’ideale del progresso necessario einarrestabile, che purtroppo sempre più si prefissa l’obiettivo disoddisfare capricci, invece che bisogni: la comodità prima dellasalute, i piaceri e gli sfizi prima dei diritti, il profitto primadella vita. Ma uno sviluppo infinito in un mondo di risorse finite nonsarà possibile, almeno fino a quando esso non diventerà ecosostenibile,non si impegnerà per l’uguaglianza e per far sì che sia data lapossibilità di vivere, piuttosto che di sopravvivere, a tutti, agliesseri umani, agli altri animali, all’indescrivibile e unico patrimonioambientale che abbiamo. Pertanto a coloro che ancora si affidanoidolatricamente al principio di autorità e si rifiutano di considerarealtre fonti valide di studio e ricerca, come l’ultimo rapportodell’IPCC, in cui sono riportati drammatici dati relativi al nostroimpatto e alla situazione globale ambientale, a questi vorremmorispondere che siamo stanchi della loro sporca e subdola strategia checi induce alla superficialità, al disinteressamento, al menefreghismo eall’apatia, siamo stanchi di falsi “Va tutto bene, non vi preoccupate”,siamo stanchi di una sicurezza costruita su illusioni. È il momento checiascuno di noi apra finalmente la porta che lo separava dal mondoesterno, che esca dalla stanza illusoria che per troppo tempo lo avevatenuto prigioniero e inizi a ponderare le proprie azioni affinché essesiano ecosostenibili. Perché adottare uno stile di vita all’insegna delrispetto per i nostri ecosistemi significa investire nella salute dellaTerra, nella ricchezza della biodiversità, nella sicurezza della nostragenerazione e di quelle future. Non sarà facile allontanarci dallecontinue distrazioni a cui un sistema capitalista e individualista cisottopone per tenerci a bada e addomesticarci e spesso la nostra vocetroverà difficoltà a far sentire le proprie ragioni e verrà sovrastatada quella dei potenti, ma ciò non deve fermarci, non deve impedirci dicombattere per il futuro. E noi siamo qui anche per questo, perchiedervi di unirvi alla nostra disperata richiesta di cambiamento, diconsapevolezza e di seria intraprendenza. In questi mesi noi ragazzi diFridaysForFuture abbiamo manifestato, ci siamo opposti a chi intendesminuire la criticità del tempo in cui viviamo, ci siamo attivaticoncretamente per migliorare la nostra città e vogliamo continuare adagire, a partire dalla richiesta di dichiarazione di emergenzaclimatica, ecologica, ambientale e delle biodiversità, la cui petizionevi invitiamo a firmare per rompere finalmente questo deleteriosilenzio. Ci rivolgiamo a chi ha il potere di fare qualcosa, ma ancoranon lo fa: sappiate che ormai il cambiamento è cominciato e solo noipossiamo arrestarlo, perché la voce dei potenti, per quanto possaessere forte, potrà spegnersi solo di fronte a quella di un’interaumanità unita, la sola a poter effettivamente cambiare le cose. Siamodavvero disposti a cancellare la bellezza dei mari, delle foreste,delle montagne, di queste montagne? A dire addio al piacere di vederefiorire, germogliare, crescere la natura? A rendere utopia, invece cherealtà, un mondo in cui tutti gli esseri viventi hanno il diritto allasalute e alla dignità? Più semplicemente, siamo davvero disposti arinunciare all’autenticità della vita?
Grazie
FridaysForFuture Pordenone
In allegato il pdf della riflessione dei giovani di Pordenone
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