No alla guerra, senza se e senza ma. Non ha dubbi il fondatore del Centro Balducci, don Pierluigi Di Piazzaanche alla luce dello scoppio del conflitto bellico in Libia. E faràsentire il suo no anche domenica, fuori dalla base di Aviano da cuisono partiti gli aerei per attaccare le milizie di Gheddafi.
“Questa coincidenza – spiega –sottolinea l'impegno a favore di una strada di non violenza e di pace.Queste basi non dovrebbero esserci. E quello che avviene in Libia non èciò che gli uomini dovrebbero fare. Io condivido il pensiero diEmergency: la guerra è sempre un male e non può essere giustificata peralcun motivo. Bisogna intervenire prima che sia troppo tardi”. E anchenel caso specifico della Libia sarebbe stato possibile muoversi pertempo. “Sei mesi fa Gheddafi era in Italia, accolto con onori ebaciamano. Eppure sappiamo che già da anni l'Italia vendeva alla Libiamoltissime armi. E' possibile che noi esseri umani non sappiamo farealtro che la guerra?Sapevano cosa stava succedendo in Libia, mal'Italia, l'Unione Europea, attraverso la politica, hanno portatoavanti le trattative. Purtroppo ogni uomo e ogni donna di buona volontàsa che quando si alzano in volo i caccia a farne le spese saranno anchei civili. Anche se la missione ufficialmente ha lo scopo di proteggerela popolazione. Ma secondo me è una sconfitta dell'umanità, dellaragione, della logica della pace”.
E don Di Piazza chiama in causa anchela Chiesa. “Quando sento dire da esponenti della Chiesa che l'auspicioè che la guerra duri meno possibile, mi chiedo dov'è la voce delVangelo della pace?”.
Il fondatore del centro Balducciconclude con una riflessione. “Mi sento molto triste perché per tuttala vita ci si impegna per la cultura della pace, della non violenza. Main tutto questo perché gli Stati non usano la stessa solerzia per unprogetto per l'accoglienza dei migranti che scappano da quelle terre?Forse perché è molto più facile far partire i caccia”.