La Provincia chiude tutti i dormitori

Più di 160 persone buttate in strada

Trento 1 giugno 2020
LaProvincia chiude tutti i dormitori
Più di 160 persone buttate in strada
Trento 1 giugno 2020
da www.meltingpot.org

Il “Gruppo Casa, Diritti, Azione solidale” dell’Assemblea AntirazzistaTrento scende in piazza e denuncia quanto sta accadendo nel capoluogodel Trentino. La Provincia guidata dalla Lega mette in strada oltre 160persone consegnando uno zaino e un sacco a pelo.

Apprendiamo con sconcerto che, in emergenza sanitaria ancora in corso,l’Amministrazione Provinciale ha scelto di togliere, a partire dal 1°giugno, 163 posti letto in bassa soglia che avevano garantito riparodurante la cosiddetta “emergenza freddo” e l’emergenza sanitaria. Ladecisione è stata presa senza valutare soluzioni alternative da offrirealle 163 persone (!) che finiranno in strada.

L’emergenza sanitaria rende ancora più evidenti le discriminazioni e lesperequazioni sociali della nostra comunità. Stiamo assistendo a ungravissimo impoverimento sociale, con un numero crescente di personeche si trova costretto a chiedere aiuto per poter mangiare e persoddisfare gli altri bisogni primari. Guardando ai mesi passati, ancorauna volta è evidente che la mancata tutela di alcune componenti dellacomunità ha ripercussioni dirette - non solo dal punto di vistasanitario - sul benessere della comunità intera.

In questo momento così grave, è urgente ribaltare la prospettiva conl’obiettivo di non lasciare nessuno in mezzo ad una strada.L’attenuarsi della fase di emergenza dovrebbe essere il momento perpianificare con cura, orientare strategicamente e razionalizzare ifinanziamenti, per garantire alle persone senza casa presenti sulterritorio:

• continuità di un posto sicuro e salubre per dormire
• possibilità di pasti con prodotti adeguati che mantengano la personain salute
• iscrizioni all’anagrafe dei residenti

La “fase due” non dovrebbe limitarsi a un tornare ad una “normalità”che aveva dimostrato limiti e carenze strutturali nel soddisfare ibisogni delle persone senza casa. La direzione da intraprendere èchiaramente tracciata dalle “LINEE DI INDIRIZZO PER IL CONTRASTO ALLAGRAVE EMARGINAZIONE ADULTA IN ITALIA”, indicazioni elaborate da Fio.PSDonlus, Federazione italiana degli organismi per persone senza dimora, esottoscritte a livello nazionale e regionale già nel 2015.

Dal confronto tra la realtà locale e queste linee guida si evincechiaramente che il sistema, di cui il Trentino va fiero, non rispondein modo adeguato alle necessità delle persone senza dimora. Taleinadeguatezza si deve soprattutto ai falsi assunti su cui il sistema sibasa, primo tra tutti quello secondo cui limitare ad un numero massimodi giornate l’anno l’accoglienza nei dormitori sarebbe necessario efunzionale ad evitare il ’turismo’ dei senza casa.

Riconosciamo gli sforzi di chi si è dedicato dall’inizio dell’emergenzasanitaria a cercare soluzioni e di chi durante tutto il periodo hamantenuto aperti e accoglienti gli spazi a disposizione. In pienolockdown il Punto d’incontro si è trovato da solo a gestire quello cheprima era il ’Diurno diffuso’ che coinvolgeva più spazi. I dormitori,pur ampliando i loro servizi, sono rimasti chiusi per nuovi accessi.Nel mentre, le persone prive di accoglienza costrette a dormire instrada venivano paradossalmente multate per non essere rimaste a casa!

Ricordiamo che solo un mese dopo l’inizio del lockdown è stata datarisposta a parte delle richieste con l’apertura di un nuovo spazio diaccoglienza. Ad oggi sono ancora diverse le persone che dormono instrada, non perché appena arrivati sul territorio, ma perchè,nonostante la loro presenza costante, non gli è stato possibile trovareun posto in dormitorio.

Torniamo quindi a chiedere di aumentare il numero dei posti letto adisposizione in Provincia in modo da garantire che le persone senzacasa possano tutto l’anno dormire in un luogo pulito e sicuro. Loripetiamo: non per venire incontro in modo assistenzialistico ad unloro bisogno, ma per rispettare un loro diritto di base e riconoscereche al diritto alla casa è collegata l’esigibilità di tutti gli altridiritti e che esso costituisce la base minima anche per ilraggiungimento di un maggior grado di inclusione sociale.

Avendo contezza della realtà locale, l’affermazione che spesso si sentenegli incontri pubblici,“Qui si fa già tanto e di più non si può fare”,deve e può trasformarsi in “Qui possiamo fare meglio!”.

La pagina di www.meltingpot.org

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